Cuba: 46 anni di blocco assassino

Con la firma dell’allora presidente John F. Kennedy del decreto che ufficializzò il blocco contro Cuba, gli Stati Uniti cominciarono una guerra economica contro il Governo cubano. Sono già 46 gli anni di embargo contro Cuba.

Il 7 febbraio 1962 entrò in vigore il blocco contro l’isola caraibica, con il quale gli Stati Uniti continuarono le aggressioni intraprese contro il Governo cubano dopo il trionfo della Rivoluzione nel 1959.

 

Da allora, è proibita l’importazione negli Stati Uniti di tutti i beni elaborati, completamente o in parte, con prodotti cubani, anche se fabbricati da terzi paesi, tutto ciò attraverso la Legge di Commercio con il Nemico.

 

Successivamente, nel settembre dello stesso anno, il governo degli Stati Uniti annunciò l’inclusione di Cuba in una "lista nera", con la proibizione, alle imbarcazioni impegnate in attività commerciali con l’isola, di toccare tutti i porti statunitensi.

 

In realtà, gli Stati Uniti continuarono, con il blocco, le pressioni applicate a Cuba dai primi giorni del 1959, quando ancora non erano state emanate le prime leggi rivoluzionarie e nemmeno era stato proclamato il carattere socialista della rivoluzione cubana.

 

Documenti declassificati del Dipartimento di Stato nordamericano includono le istruzioni fornite all’allora ambasciatore USA a Cuba per appoggiare le misure punitive contro la nazione caraibica, con lo scopo di provocare "fame e disperazione" nel popolo che sosteneva massicciamente il leader rivoluzionario Fidel Castro.

 

Il Governo cubano ha calcolato che i danni causati dal blocco statunitense, fino al 2006, superano gli 86mila milioni di dollari, con una media annua di 1782 milioni di dollari.

 

Cuba ha denunciato in numerose occasioni che il blocco contribuisce al deficit di alimenti e medicinali destinati a trattamenti sensibili per bambini, anziani e donne cubane.

 

Le restrizioni all’importazione di prodotti medici sono di tale portata che includono la verifica da parte dell’esportatore statunitense dell’uso del prodotto o dell’attrezzatura nella destinazione finale, con la proibizione di vendere a Cuba prodotti o attrezzature tecnologicamente avanzate.

 

L’insistenza a mantenere il blocco, qualificato dalla Convenzione di Ginevra come genocidio, ha provocato l’isolamento degli Stati Uniti nella comunità internazionale, come mostra lo schiacciante appoggio che ogni anno, dal 1992, riceve la risoluzione cubana, presentata all’Assemblea Generale dell’ONU.

 

Nel  2007, 184 nazioni hanno votato a favore della risoluzione cubana contro il blocco statunitense, dopo l’intervento del cancelliere cubano, Felipe Pérez Roque, che ha esposto all’Assemblea dell’ONU alcuni dei danni provocati dal ai cubani e agli interessi di terzi paesi che desiderano instaurare relazioni commerciali con Cuba.

 

Nonostante ciò, la volontà dell’ONU che si ponga fine alla politica di blocco, inclusa nelle tredici risoluzioni approvate quasi unanimemente dagli stati membri delle Nazioni Unite, è stata ignorata dalle autorità statunitensi, disprezzando così le Nazioni Unite, il multilateralismo e il Diritto Internazionale.



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