CUBA E L’EMBARGO USA

Al di là dell’embargo restano ancora irrisolte le questioni della restituzione di Guantanamo, della politica migratoria applicata dagli USA ai cittadini cubani, dei programmi di sovversione finanziati a suon di milioni di dollari dagli USA, comprese le illegali trasmissioni radiofoniche e televisive dirette all’isola.

7 settembre 2016
di Corrado Barenco

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Pastori per la pace è una ONG americana che dal 1992 ogni anno percorre l’isola con attività di solidarietà e aiuto al popolo e alle istituzioni cubane. E’ di queste settimane la notizia che le autorità fiscali americane hanno annullato l’esenzione fiscale di cui godeva la ONG proprio per le sue attività a Cuba. E’ uno dei tanti fatti che dimostrano che, nonostante il ripristino delle relazioni diplomatiche fra i due paesi, l’embargo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti continua ad essere applicato praticamente senza eccezioni.

Ne ha parlato in una lunga intervista a Granma Josefina Vidal, la responsabile della delegazione cubana incaricata delle trattative bilaterali fra i due paesi instaurate dopo la decisione del dicembre del 2014 di ristabilire le relazioni diplomatiche. Un bilancio di un anno e mezzo di trattative che fa stato di alcuni successi come la liberazione degli ultimi tre (dei Cinque) prigionieri politici cubani dagli USA (peraltro scambiati con un cittadino americano condannato per spionaggio a Cuba), l’esclusione di Cuba dalla lista degli “stati terroristi” e il rinnovo della licenza negli USA della marca Havana Club. Nel contesto economico commerciale i primi accordi fra imprese cubane e statunitensi sono stati conclusi nel contesto delle telecomunicazioni, dell’amministrazione alberghiera nell’apertura di linee aeree e navali dagli USA a Cuba.
Ma l’embargo continua a essere applicato in settori importanti come le limitazioni delle esportazioni dagli USA e viceversa che penalizzano lo sviluppo economico del paese, l’impossibilità di investimenti americani sull’isola (al di là del settore delle telecomunicazioni che rientra in quei settori privilegiati dagli americani nella loro politica che propugna un cambiamento di sistema politico), la normalizzazione delle relazioni bancarie che comporta pure l’impossibilità di utilizzazione del dollaro nelle transazioni internazionali. In questo contesto il governo Obama ha decretato 49 multe a organizzazioni finanziarie americane e straniere per un totale di 14,4 milioni di dollari.

Al di là dell’embargo restano ancora irrisolte le questioni della restituzione di Guantanamo, della politica migratoria applicata dagli USA ai cittadini cubani, dei programmi di sovversione finanziati a suon di milioni di dollari dagli USA, comprese le illegali trasmissioni radiofoniche e televisive dirette all’isola.

Secondo Josefina Vidal i risultati ottenuti non sono irrilevanti, tenuto conto del fatto che per 50 anni i due paesi non hanno avuto relazioni, ma non sono nemmeno sufficienti e resta ancora moltissimo da fare. E questo, tenendo in considerazione il fatto che si tratta di costruire una relazione di tipo nuovo con gli USA, mantenendo i principi della politica estera cubana basata sulla difesa del diritto all’autodeterminazione dei popoli, all’appoggio ai paesi solidali con Cuba, alla difesa di tutte le cause giuste nel mondo.

Pubblicato in Attualità, Blocco, Cuba

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