Dopo 36 anni di prigionia negli USA, sarà liberato Oscar Lopez Rivera

Il presidente Barack Obama ha concesso l’indulto all’indipendentista portoricano Oscar Lopez Rivera e commutato la sua pena detentiva

Fonte: teleSUR
Traduzione:  http://www.lantidiplomatico.it/
Notizia del: 17/01/2017

Dopo 36 anni di prigionia negli USA, sara' liberato Oscar Lopez Rivera

Il governo degli Stati Uniti ha annunciato il rilascio di Oscar Lopez Rivera, che è stato imprigionato negli Stati Uniti per 36 anni a causa della sua lotta per liberare Puerto Rico dal dominio coloniale degli Stati Uniti.

Il presidente uscente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha commutato la condanna di Lopez, che scadrà il 17 maggio, secondo una fonte della Casa Bianca, consultata dalla agenzia di stampa EFE.

Lopez, nato a Puerto Rico nel 1943, è un leader indipendentista nel suo paese natale. Al ritorno a Chicago dopo aver prestato servizio nella guerra del Vietnam, si unì alla lotta per i diritti del popolo portoricano e partecipò ad atti di disobbedienza civile e altre azioni.

Nel 1976 entra a far parte della lotta clandestina per l’indipendenza di Porto Rico come membro delle Forze Armate di Liberazione Nazionale. Nel 1981 fu catturato dall’FBI e accusato di ‘cospirazione’ e per la sua militanza nelle FALN.

Al momento della sua cattura, si proclamò un prigioniero di guerra, figura protetta nel primo protocollo della Convenzione di Ginevra del 1949. Il protocollo protegge Lopez in quanto persona arrestata in un conflitto contro un’occupazione coloniale.

Gli Stati Uniti non hanno riconosciuto questo status Lopez, condannandolo a 55 anni di carcere. Dopo un presunto tentativo di fuga, la pena fu aumentata a 70 anni di reclusione, 12 dei quali trascorsi in una cella d’isolamento.

Il 18 giugno 2012, il Comitato per la decolonizzazione dell’ONU ha approvato una risoluzione, promossa da Cuba, in cui veniva chiesto il riconoscimento del diritto di Porto Rico all’indipendenza e all’autodeterminazione e sollecitato il rilascio dei detenuti pro-indipendenza detenuti negli Stati Uniti.

Pubblicato in Attualità, Internazionale

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