Venezuela: fabbrica chiusa da multinazionale viene assegnata ai lavoratori dal governo bolivariano (+VIDEO)

La Kimberly Clark chiude il suo impianto di produzione a Maracay. Il governo risponde affidando il controllo dello stabilimento ai dipendenti lasciati senza lavoro

Venezuela: fabbrica chiusa da multinazionale viene assegnata ai lavoratori dal governo bolivariano

di Fabrizio Verde

Fonte: Agencia Venezolana de Noticias
Notizia del: 13/07/2016

Una multinazionale decide di chiudere il proprio impianto e lasciare senza lavoro, di punto in bianco, quasi mille lavoratori. Una scena come tante, vista ormai migliaia di volte in Italia così come nel resto d’Europa. Qui però il discorso è diverso perché siamo in Venezuela, e il governo decide di riattivare l’impianto dopo appena 48 ore. Il controllo dell’azienda sarà affidato ai lavoratori stessi.

La Kimberly Clark è una multinazionale statunitense leader a livello mondiale nel settore dei prodotti in carta. In Venezuela, precisamente presso la città di Maracay – circa 80 km dalla capitale Caracas – aveva stabilito un impianto dove produceva tra l’altro carta igienica, pannolini, tovaglioli. Alcuni di quei prodotti che maggiormente scarseggiano nel paese latinoamericano, in questa difficile fase segnata da crisi e guerra economica.

Appena tre anni fa, il colosso statunitense aveva promesso di aumentare la produzione fino al 40%, e per questo aveva ricevuto dal governo 37 milioni di dollari per far fronte agli investimenti previsti. Anche gli occupati sarebbero dovuti aumentare di 100 unità oltre i 1142 già in organico. Al momento dell’annuncio della cessazione delle attività, lo stabilimento della Kimberly Clark contava 971 impiegati. L’occupazione era addirittura diminuita. Altra promessa non mantenuta da parte della multinazionale statunitense.

Attraverso il direttore generale per il Venezuela, David Cahen, l’azienda aveva promesso di investire in un triennio oltre 350 milioni di bolìvares per incrementare la produzione fino al 40%, per raggiungere una quota di mercato del 30%, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa AVN.

In ogni caso, su invito dei lavoratori il governo bolivariano è prontamente intervenuto per riprendere la produzione e salvaguardare i posti di lavoro. «I lavoratori ci hanno chiamato e immediatamente abbiamo portato avanti gli atti processuali e fiscali necessari. L’azienda Kimberly è in mano ai lavoratori. Noi investiremo tutte le risorse necessarie», queste le parole del presidente venezuelano Maduro.

«I 971 lavoratori sono stati cacciati in modo vile, ma noi abbiamo un governo operaio e siamo con loro. Abbiamo già cominciato a riprendere la produzione. Nel minor tempo possibile riattiveremo tutte le 11 linee di produzione», così si è espresso Tareck El Aissami, governatore dello stato di Aragua.

L’agenzia AVN spiega che i lavoratori hanno molto apprezzato il tempestivo intervento del governo bolivariano, volto a recuperare l’economia e garantire il loro posto di lavoro.

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