L’intensificarsi delle contraddizioni tra la colonia spagnola e la metropoli, lo sfruttamento economico, la limitazione dei diritti politici e il problema della schiavitù sono stati fattori che hanno portato alla rivolta.
Fonte: Prensa Latina
Traduzione: italiacuba.it
OTTOBRE 10, 2020
Díaz-Canel: Cuba difende la sua indipendenza dall’impero
Il presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel, ha dichiarato oggi che il suo Paese continua a difendere la sua indipendenza dall’impero, poiché questo giorno segna il 152° anniversario dell’inizio di quelle lotte.
Il presidente ha ricordato su Twitter la rivolta armata contro la metropoli spagnola, avvenuta il 10 ottobre 1868, di cui ha detto che era “il primo giorno di libertà”.
Sul social network Díaz-Canel ha aggiunto: “l’inizio della nostra ricerca di indipendenza, un ideale che oggi continuiamo a difendere contro l’impero e i mercenari annessionisti al suo servizio”.
Intanto il primo ministro Manuel Marrero, alludendo all’evento, ha sottolineato che allora “Cuba si stava risvegliando dopo secoli di dominazione, per uscire e conquistare il diritto di un intero popolo alla sua libertà”, a cui diverse generazioni hanno dedicato la loro vita.
Il 10 ottobre 1868 ci fu una rivolta armata nello zuccherificio La Demajagua, nella parte orientale del paese, che segnò l’inizio del processo di indipendenza nella più grande delle Antille.
Carlos Manuel de Céspedes (1819-1874), che guidò il gruppo di cospiratori che compì l’impresa, prese la decisione di iniziare la guerra, diede la libertà ai suoi schiavi e li invitò a combattere per una Cuba libera.
In seguito, altre rivolte si svolsero a Camagüey (novembre 1868) e a Las Villas (febbraio 1869), nel centro del territorio nazionale.
Secondo lo storico Fabio Fernández, l’intensificarsi delle contraddizioni tra la colonia e la metropoli, lo sfruttamento economico, la limitazione dei diritti politici e il problema della schiavitù sono stati fattori che hanno portato alla rivolta.