Immagine: Archivo de Granma
“L’omaggio a Lenin può essere reso con i sentimenti. Ma quando si studiano la sua opera e la sua vita, quando si studiano il suo pensiero e la sua dottrina, il popolo acquisisce quello che si può definire un vero tesoro dal punto di vista politico“. Il 22 aprile 1870 nasceva Vladimir Ilyich Ulyanov, meglio conosciuto con Vladimir Ilich Lenin
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Fonte:Granma
Tradizione e aggiunte: GFJ

Affresco di Lenin, Metropolitana di Mosca. Foto GFJ
Welcome, Lenin
C’era chi credeva che il tempo di Lenin fosse passato. Con il muro di Berlino crollato, l’Unione Sovietica scomparsa, i sistemi politici dell’Europa orientale smantellati, la presunta fine della storia proclamata, tutto ciò che sapeva di socialismo era, all’alba dell’ultimo decennio del secolo scorso, demonizzato.
Il film tedesco Good bye, Lenin appariva sugli schermi con l’immagine di una scultura di Lenin rovesciata. In diversi Paesi ebbero luogo attacchi al leader della Rivoluzione d’Ottobre. Circolano ancora foto e video della folla che, nel dicembre 2013, distruggevano la statua del leader russo in una piazza centrale di Kiev.
Monumento a Lenin, Cuba
Il mondo non è migliorato. I simboli sono stati attaccati, ma i problemi non sono scomparsi. Al contrario, i divari sociali, le esclusioni di grandi conglomerati umani, la derivazione neocoloniale dell’ex colonialismo, l’asservimento di nazioni e popoli e la voracità imperiale sono aumentati esponenzialmente sulla scena contemporanea.
A 153 anni dalla nascita di Vladimir Il’ič Ulyanov, avvenuta a Simbirsk il 22 aprile 1870, un’analisi seria e priva di pregiudizi, con lo sguardo rivolto al presente, ci permette di affermare la validità dell’eredità di Lenin – gli aspetti più nitidi del suo pensiero, il suo approccio creativo alla teoria marxista, la sua capacità di interpretare i segni e le contraddizioni dei tempi, la sua leadership esemplare, la sua radicata vocazione rivoluzionaria – come bussola di orientamento, sulla strada improrogabile dell’emancipazione e della costruzione di società giuste e dignitose.
Si tratta di rifuggire dalle etichette e di eliminare i luoghi comuni, di capire l’uomo e le sue circostanze e di apprezzare come una parte sostanziale dell’opera di quell’uomo si inserisca nelle nostre circostanze. Sapere, come ha fatto con acutezza metaforica Nicolás Guillén in una memorabile poesia dedicata al politico bolscevico, che Lenin è “tempesta e rifugio“, che è qui e là “come un semplice e ridente dio di famiglia, / giorno per giorno nella fabbrica e nel grano, / uno e diverso amico universale / di ferro e di giglio, di vulcano e di sogno“.
Fidel Castro, nel 1970, in occasione del primo centenario della nascita di Lenin
Nel 1970, in occasione del primo centenario della sua nascita, Fidel Castro osservò con cognizione di causa: “L’omaggio a Lenin può essere reso con sentimento. Ma quando si studiano la sua opera e la sua vita, quando si studiano il suo pensiero e la sua dottrina, il popolo acquisisce quello che si può definire un vero tesoro dal punto di vista politico“.
Quindi diciamo Benvenuto, Lenin, benvenuto in tutte le lingue e in tutti gli eventi.
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Mausoleo di Lenin sulla Piazza Rossa a Mosca. Foto: GFJ