Andre Vltchek sull’America Latina: «Le élite europee hanno saccheggiato il continente»

“[…] Anche quando l’intera America latina tradì Cuba, Fidel e il suo popolo non si arresero mai. Questo è lo spirito che ammiro. Cuba ha un grande cuore – ha combattuto per l’indipendenza di molte nazioni africane, aiuta tanti luoghi sulla terra con i suoi medici, insegnanti e squadre di soccorso durante i disastri naturali. L’arte cubana è tra le più grandi del pianeta. Ecco perché, Cuba ha avuto un enorme impatto su di me personalmente e sul mio lavoro. Con orgoglio mi definisco un “internazionalista di stile cubano”. Sono infinitamente grato a Fidel, alla Rivoluzione Cubana e al popolo cubano. In molti modi, è forse il più grande paese del mondo. Un paese per cui non esiterei mai a lottare, o persino a morire.”

Andre Vltchek sull'America Latina: «Le élite europee hanno saccheggiato il continente»
Pubblichiamo la seconda parte dell’intervista rilasciata a l’AntiDiplomatico da Andre Vltchek*. Per leggere la prima parte cliccare qui
L’intervista
di Alessandro Bianchi

Prima della Siria hai realizzato due importanti reportage in Argentina e in Messico per raccontare le mutazioni in corso in America Latina. Bolsonaro ha vinto in Brasile, mentre nei prossimi giorni Lopez Obrador si appresta a insediarsi in un Messico che ha virato a sinistra. A che punto è la disputa in America Latina e quali prospettive per la sinistra nel continente?

AV: Ho lavorato 3 settimane in tutto il Messico, prima di andare in Siria. Il mio grande lavoro in Argentina e in Brasile, è stato fatto prima.

Ascolta, Ale, io e te lo sappiamo; conosciamo molto bene l’America Latina. Ho vissuto in Messico, Cile, Perù (durante la cosiddetta Guerra Sporca) e in Costa Rica. Ho lavorato in tutto il continente.

Quanto accaduto in Messico è grandioso, anche se qualcuno potrebbe dire “in ritardo”. Ora speriamo che il presidente eletto Obrador possa portare il suo magnifico paese verso il socialismo. Non sarà facile. C’è un’inerzia terribile. Ci sono “élite” orribili di origine europea. E ci sono gli Stati Uniti, proprio accanto, sempre pronti ad “intervenire”. Ma penso che possa farlo. Mi fido di lui. Ho viaggiato in tutto questo enorme paese, ho parlato con le persone. È stato tutto sintetizzato da un gangster a Tijuana, un uomo che è diventato un criminale per disperazione. Lui ha detto, e io ho parafrasato: “Penso che sia quasi impossibile per Obrador cambiare le cose, ma se farà ciò che promette, lascerò tutto e lo sosterrò. Questa è l’ultima possibilità per il Messico di cambiare le cose in modo pacifico. Se fallisce, prenderemo le armi”.

Il Brasile è così difficile da spiegare. Ma essenzialmente, lì, in America Latina, più che altrove, i mass media che sono nelle mani della destra, hanno svolto un ruolo significativo e completamente distruttivo. Quando andavo in visita in Amazzonia, nei dintorni di Manaus, Belem o Salvador Bahia, le persone mi dicevano: “La nostra vita è migliorata in modo significativo. Ora abbiamo questo, questo e quello. Ma Dilma deve andare!” Mio Dio, pensavo, sto sognando? No, non stavo sognando. Fondamentalmente, in qualche modo, le élite hanno martellato nel cervello della gente che se stanno meglio adesso, allora è perché il loro è un successo personale. Ma se alcune cose non stanno andando troppo bene, è colpa del governo.

La “corruzione” è sempre usata nella lotta contro i governi di sinistra in America Latina. I microscopi sono usati, per trovare qualsiasi irregolarità. E’ stato fatto contro Cristina Kirschner, contro Lula, anche contro la povera Dilma che non era affatto corrotta, ma ha subito un colpo di Stato ‘costituzionale’ della destra e sostenuto dall’occidente. Ma immagina solo quella stupidità, quell’assurdità: le dittature di destra nel Cono Sud, ma anche in Brasile, usavano i cani per violentare le donne, torturavano i prigionieri, uccidendo, facendo sparire le persone, rubando tutto ciò su cui potevano mettere le mani. E quella non è “corruzione”, giusto? Poi qualche azienda offre di rinnovare l’appartamento di Lula, e si trova in prigione! Improvvisamente quei fascisti stanno giocando la carta morale. Sai cosa farà adesso Bolsonaro? Rovinerà tutta l’Amazzonia; quasi in “stile indonesiano”. Consentirà l’orribile accordo con le corporations occidentali, la privatizzazione di una falda acquifera condivisa con il Paraguay. Il terzo più grande produttore di aeroplani passeggeri sulla terra – Embraer – sarà venduto a Boeing, per pochi spiccioli. Il Brasile perderà la sua foresta pluviale, la sua industria e i suoi poveri perderanno la loro ancora di salvezza – il sostegno del governo. E questo non è chiamato corruzione! L’Argentina sotto Macri sta permettendo agli Stati Uniti di operare nella Terra del Fuoco. L’intero paese urla dal dolore: i prezzi dell’elettricità salgono, la famosa industria cinematografica sta perdendo supporto, la classe media sta di nuovo scendendo dal treno.

Ma io sono ottimista. I popoli latinoamericani hanno un grande desiderio di socialismo, in alcuni luoghi, di società comuniste. Ogni volta che vengono lasciati soli, combattono per questo o votano per questo. Poi vengono schiacciati. L’Occidente rovesciò tutti i veri governi di sinistra del continente, dalla Repubblica Dominicana, al Cile. Ma il processo non si ferma mai. Ricomincia tutto da capo.

Spero solo che una cosa cambi: sai, l’Occidente ha avuto molto successo nell’impiantare l’idea nella testa dei latinoamericani, che dopo tutto quello che è successo, l’Europa e persino gli Stati Uniti sono in qualche modo nazioni superiori. E così, le persone guardano dall’alto in basso le grandi nazioni come la Cina e la Russia, in posti come il Brasile. Mi inorridisce. Parlo la lingua e vedo chiaramente cosa sta succedendo. In Argentina, non c’è molta sinistra: gli intellettuali sono collegati a certe teorie defunte in Europa e in Nord America, come “anarco-sindacalismo”.

E non c’è nulla di veramente rivoluzionario in quelle idee. Ci sono troppi occidentali che influenzano i movimenti rivoluzionari dell’America latina. Hanno perso a casa, sono diventati irrilevanti, ma continuano a insistere nel giudicare il mondo dalla prospettiva occidentale. Tuttavia, in qualche modo, molti di loro sono ammirati in America Latina. E sempre gli si ritorce contro: gli occidentali diluiscono lo spirito rivoluzionario. Rapiscono anche la narrativa Sud-Sud. Mi piacerebbe vedere compagni russi, cinesi, venezuelani, cubani, siriani, iraniani o sudafricani che gestiscono i media statali nei paesi in cui la vera sinistra sta vincendo. Farebbe una grande differenza!L’Argentina continua a sprofondare sotto il peso dell’austerità neoliberista di Mauricio Macri, ma i media mainstream tacciono. Nel frattempo, la Bolivia di Evo Morales continua, al contrario, a registrare i più alti tassi di crescita nella regione in un clima di stabilità. Quindi, il socialismo funziona al contrario di quanto cercano di farci credere?

AV: Sì, certo, il socialismo funziona. Se lasciato in pace, se non viene inondato dal sangue, prospera. Sfortunatamente, finora, ogni volta che un paese decide di andare verso il socialismo, l’Occidente scatena la sua campagna di terrore, bugie e banditismo economico. Il socialismo non è un’utopia estrema, ma l’obiettivo più logico. La maggioranza delle persone vuole vivere in una società egualitaria, dove si sente sicura e al sicuro, e dove, quando sono malati, vengono curati, quando hanno sete di conoscenza, vengono educati gratuitamente. Vogliono che lo Stato lavori per loro, non contro di loro. Vogliono che il loro governo controlli le società, invece che le compagnie private controllino i loro governi.

Nel frattempo, in Venezuela, la guerra economica, psicologica e mediatica continua. Il governo bolivariano riuscirà a resistere a questo attacco senza precedenti?

AV: Sì, lo farà. Ma ancora, guarda come è diventata frammentata l’America Latina. Le persone in Cile o in Argentina guardano la CNN e la FOX e sanno molto di più su Miami o Parigi, piuttosto che su Caracas. Il presidente brasiliano eletto ha detto che avrebbe assassinato Maduro – la gente ha votato ugualmente per lui.

L’America Latina è fondamentalmente gestita da élite europee. Hanno saccheggiato il continente, lo hanno trasformato nella parte del mondo con le maggiori disuguaglianze. Qualsiasi rivoluzione abbia successo qui, deve essere radicale e decisiva. La democrazia dovrebbe essere diretta, non quel multipartitismo idiota impiantato dall’Occidente – che è così facile da pervertire e deviare dall’esterno, o con l’uso di social e mass media. L’America Latina non può provare a scimmiottare l’Europa e sperare che prospererà. L’Europa è basata sul saccheggio di altre parti del mondo. I paesi dell’America Latina non hanno colonie, e il bottino è interno – i ricchi europei stanno saccheggiando sia la terra che i nativi.

In uno dei suoi ultimi articoli, Fidel ha scritto: “L’alleanza tra Russia e Cina è un potente scudo di pace in grado di garantire la sopravvivenza della razza umana”. Qual è l’eredità di Fidel Castro oggi a due anni dalla sua morte?

AV: Semplicemente fantastico! Anche quando l’intera America latina tradì Cuba, Fidel e il suo popolo non si arresero mai. Questo è lo spirito che ammiro. Cuba ha un grande cuore – ha combattuto per l’indipendenza di molte nazioni africane, aiuta tanti luoghi sulla terra con i suoi medici, insegnanti e squadre di soccorso durante i disastri naturali. L’arte cubana è tra le più grandi del pianeta. Ecco perché, Cuba ha avuto un enorme impatto su di me personalmente e sul mio lavoro. Con orgoglio mi definisco un “internazionalista di stile cubano”. Sono infinitamente grato a Fidel, alla Rivoluzione Cubana e al popolo cubano. In molti modi, è forse il più grande paese del mondo. Un paese per cui non esiterei mai a lottare, o persino a morire.

*Andre Vltchek is a philosopher, novelist, filmmaker and investigative journalist. He has covered wars and conflicts in dozens of countries. Three of his latest books are his tribute to “The Great October Socialist Revolution” a revolutionary novel “Aurora” and a bestselling work of political non-fiction: “Exposing Lies Of The Empire”. View his other books here. Watch Rwanda Gambit, his groundbreaking documentary about Rwanda and DRCongo and his film/dialogue with Noam Chomsky “On Western Terrorism”. Vltchek presently resides in East Asia and the Middle East, and continues to work around the world. He can be reached through his website and his Twitter.

Pubblicato in Attualità, Cuba, Internazionale

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