A Cuba non c’è spazio per la russofobia

Il massacro culturale e ideologico incoraggiato dalla vera russofobia pone gli altri come carne da cannone sulla prima linea di una guerra. Illustrazione: Pensamiento crítico

Il Primo Segretario del PCC, Miguel Díaz Canel, ha affermato che oggi in Europa è in atto un conflitto sempre più profondo, caratterizzato da manipolazioni politiche, due pesi e due misure e da una crescente russofobia. Il governo degli Stati Uniti non smette di cercare di espandere il proprio dominio militare ed egemonico a livello europeo e mondiale; una situazione che si sarebbe potuta evitare se le richieste di garanzie e di sicurezza avanzate dalla Federazione Russa fossero state soddisfatte in tempo – con serietà e rispetto.

Il presidente di Cuba ha accusato gli Stati Uniti di incitare alla russofobia e di mettere a tacere le vere cause del conflitto in Ucraina. "Il governo degli Stati Uniti ha distorto le cause del conflitto e, attraverso il suo enorme potere mediatico, ha suscitato un senso di disprezzo per la Russia. Credo che siano stati loro a istigare la russofobia e a nascondere le vere cause del conflitto, ponendo la Russia come colpevole", ha dichiarato Miguel Diaz-Canel in un'intervista.

Russofobia: l’altra guerra

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Fonte: Granma
Traduzione e aggiunte: GFJ
6 giugno 2023

 Il reggimento militare neonazista Azov in Ucraina ha creato lo slogan "affonda il coltello in tutti i russi" e, nel decorso del tempo, lo ha sostituito con l'appello al "massacro di tutti i russi".

Gli Stati Uniti, la NATO e gli elementi fascisti all’interno del governo ucraino hanno fatto della russofobia una sorta di prontuario in cui sono elencati in ordine sparso tutti gli elementi per creare uno scenario di odio verso Mosca, le sue autorità, il suo popolo e persino la sua stessa storia.

Il reggimento militare neonazista Azov in Ucraina ha creato lo slogan “affonda il coltello in tutti i russi” e, nel decorso del tempo, lo ha sostituito con l’appello al “massacro di tutti i russi“.

Questo è solo un esempio dei tanti in cui la russofobia alza la testa e agisce, da un’alta posizione di combattimento, nella guerra contro la Russia.

Purtroppo la storia, come minimo, viene ignorata e spesso calpestata; le radici culturali vengono abbattute senza alcuna ragione giustificabile e persino il comportamento umano diventa una sorta di gara a chi vince di più tra chi odia di più.

È questa l’altra guerra, che si combatte accanto a quella dei carri armati, degli aerei e delle bombe, e che spesso si risolve in veri e propri “massacri culturali” e di principi etici.

Gli Stati Uniti, la NATO e gli elementi fascisti all’interno del governo ucraino hanno fatto della russofobia una sorta di prontuario in cui sono elencati in ordine sparso tutti gli elementi per creare uno scenario di odio verso Mosca, le sue autorità, il suo popolo e persino la sua stessa storia.

L’obiettivo è quello di invertire, e allo stesso tempo giustificare, la vera radice dell’attuale situazione di guerra. Coloro che collocano le truppe della NATO e i loro mezzi di guerra in prossimità del territorio russo devono far credere che sia il governo di Vladimir Putin ad agire contro la nazione vicina.

Il servilismo masochistico dell’Unione Europea verso gli interessi americani non sembra avere limiti. Dopo le autolesive sanzioni contro la Russia che stanno seriamente danneggiando le economie dei Paesi UE e le loro sicurezze energetiche, Bruxelles sotto pressione della Casa Bianca ha dichiarato di voler sanzionare alcune società cinesi sospettate di sostenere la "macchina da guerra russa".

Lo stesso scopo viene perseguito da coloro che forniscono a Kiev armi di ogni tipo per svariati milioni di dollari per agire contro l’esercito russo, o che impongono centinaia di sanzioni economiche, commerciali e di altro tipo al Paese per indebolirlo e farlo arrendere.

Ciò che, ovviamente, gli Stati Uniti e l’Europa non riconoscono come una palese violazione dei diritti umani è ciò che è accaduto negli ultimi decenni contro la popolazione di lingua russa in Ucraina, che è stata attaccata militarmente, i suoi diritti sono stati limitati, la sua lingua è stata bandita, la sua religione perseguitata e la sua vita resa un inferno.

I media non approfondiscono nemmeno la vera storia di alcune regioni, oggi ucraine, che in passato erano russe, o il diritto di questi popoli, che sono stati aggrediti e mutilati culturalmente, di scegliere, attraverso una consultazione popolare (referendum), se rimanere con il loro status attuale o entrare a far parte della Russia, un Paese a cui sono legati dalla storia, dalla consanguineità e dalla cultura, tra gli altri legami.

Bisogna anche sapere che elementi fascisti hanno fatto delle relazioni di queste famiglie e di questi popoli, con parenti della nazione vicina, un elemento per creare odio, il rifiuto di tutto ciò che ha a che fare con Mosca, anche se si tratta di parentela di sangue e di radici di una cultura millenaria.

Il doppio standard occidentale, prima di tutto americano, è chiaramente evidente quando il governo di Washington promuove e finanzia la separazione del Kosovo come territorio della Serbia, mentre muove guerra alla Russia per aver accettato che la popolazione della Crimea abbia scelto democraticamente di tornare ad essere un territorio russo.

Ma la russofobia è andata anche oltre, quando si è trattato di impregnare la popolazione ucraina con la negazione del ruolo delle forze militari dell’ex Unione Sovietica, e della Russia in particolare, nella liberazione del territorio dell’Ucraina e del resto d’Europa, occupato e massacrato dalle forze fasciste durante la Seconda guerra mondiale.

Il nazismo fu sconfitto dalla coalizione anti-hitleriana, ma il contributo fondamentale fu dato dall'URSS, nelle battaglie di Mosca, Stalingrado, Berlino e altre. Le truppe sovietiche liberarono Ungheria, Romania, Jugoslavia, Bulgaria, Cecoslovacchia, Austria e Polonia. Ma l'URSS pagò un prezzo altissimo per quella guerra, che fece quasi 27 milioni di vittime tra i cittadini sovietici. Di questi 27 milioni, le perdite militari costituiscono solo quasi 9 milioni, mentre quasi 18 milioni sono i civili che furono sterminati dai nazisti, con la scusa di "liberare spazi vitali per la razza suprema", secondo l'ideologia fascista che oggi si riaffaccia in alcuni Paesi europei.

Glo oltre 25 milioni di sovietici che hanno dato la vita per sconfiggere le forze del fascismo tedesco in Paesi come l’Ucraina e altri vengono ignorati, e persino la storia viene distorta, e i monumenti agli eroi che hanno reso possibile tale impresa vengono ora abbattuti.

Inutile dire che nella narrazione della realtà che sta accadendo, le notizie, per essere diffuse dai grandi media aziendali dominati dall’Occidente, non possono riportare nemmeno una frase di contenuto favorevole alla parte russa, per quanto oggettiva ed evidente possa essere.

È così che emerge, ad esempio, l'”avanzata inarrestabile di un’offensiva da parte ucraina“, che il Ministro della Difesa russo ha smentito ieri, liquidandola come un tentativo fallito.

Né si parla di tutta la frustrazione che sembra suscitare il bombardamento di una diga sul fiume Dnieper, che ha danneggiato le paratoie e causato l’inondazione di un’ampia regione popolata difesa dai russi, prova pericolosa e irrazionale di una scommessa sul terrorismo e di un’escalation sfrenata del conflitto, incurante delle conseguenze fatali delle proprie azioni.

I media non approfondiscono nemmeno la vera storia di alcune regioni, oggi ucraine, che in passato erano russe, o il diritto di questi popoli, che sono stati aggrediti e mutilati culturalmente, di scegliere, attraverso una consultazione popolare (referendum), se rimanere con il loro status attuale o entrare a far parte della Russia, un Paese a cui sono legati dalla storia, dalla consanguineità e dalla cultura, tra gli altri legami.

Insomma, anche le notizie, il modo inventato in cui vengono raccontate, fanno parte di questo massacro culturale e ideologico che favorisce la vera russofobia promossa su tutti i fronti contro la nazione slava dagli Stati Uniti e dalla NATO; gli stessi che avvicinano i loro militari e le loro armi al territorio russo, mentre usano gli altri come carne da cannone in prima linea in una guerra che solo l’odio e l’irrazionalità possono prolungare.


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