Addio a Antonio Conde, “El Cuate”, amico di Fidel e proprietario dello yacht Granma (+VIDEO)

Il Che, Raúl, Fidel con “El Cuate” in Messico

(AGENCIA PRENSA LATINA) Il leggendario Antonio Conde, conosciuto da cubani e messicani come “El Cuate”, è morto all’età di 97 anni, come hanno dichiarato solo oggi familiari e amici intimi.

Varie fonti
A cura di GFJ
7 aprile 2023

Il leggendario Antonio Conde, conosciuto da cubani e messicani come "El Cuate"

“El Cuate”, amico intimo di Fidel Castro, di Raúl e del Che, è morto il 28 marzo nel comune di Tecate, nello stato di Bassa California, in Messico, dove, secondo le fonti, era ricoverato in una struttura di cura da pochissimo tempo, e per motivi non rivelati, la notizia è stata diffusa venerdì 7 aprile.

Il popolo cubano piange oggi la morte di “El Cuate”, come Fidel Castro battezzò Antonio del Conde durante la preparazione in Messico della spedizione per la lotta armata contro la dittatura di Batista.

Fu “El Cuate” a comprare e riparare lo yacht Granma che regalò a Fidel affinché, con i suoi 82 spedizionieri, salpasse per Cuba per iniziare la guerra necessaria contro la dittatura di Fulgencio Batista nella Sierra Maestra il 2 dicembre 1956.

"El Cuate" durante una presentazione di una riedizione del suo libro

La sua odissea per ottenere un’imbarcazione che permettesse il trasferimento sulla costa orientale di Cuba di 82 persone che sarebbero partite come combattenti per liberare la loro patria dagli oppressori è ben descritta nel libro che Conde stesso ha scritto nel 2005 e che è stato successivamente riprodotto in diverse altre edizioni.

"El Cuate" con los Cinco Héroes en 2015 en Cuba. Foto: Juvenal Balán

“El Cuate” non sa come spiegarlo, non riesce a trovare le parole giuste per descrivere lo strano potere persuasivo di qualcuno che all’epoca sapeva solo chiamarsi – o almeno questa era la sua presentazione – Fidel Castro, che voleva liberare il suo Paese, Cuba, dalla tirannia, che gli ricordava i suoi eroi preferiti, Zapata e Villa e altri rivoluzionari messicani.

“El Cuate” descrive il Granma dicendo che era uno yacht sportivo di 63 piedi. Apparteneva a una coppia di coniugi che lo aveva semi-abbandonato a causa dei danni provocati da un ciclone.

VIDEO: Intervista con “El Cuate”

Non sa come, ma concesse a Fidel la sua assoluta fiducia e si mise a sua disposizione al cento per cento e a tempo pieno, dopo aver interpretato le domande tecniche a raffica che il giovane, quasi coetaneo, gli poneva.

Il prezioso supporto di “El Cuate” fu fondamentale per ottenere armi e prendere accordi nella capitale messicana, mentre Juan Manuel Márquez, Ñico López, Raúl Castro, Juan Almeida, il leggendario Che e decine di rivoluzionari si preparavano con esercitazioni di tiro e addestramento per completare gli 82 spedizionieri che riempivano il Granma e che, armi in pugno, avrebbero liberato Cuba dalla dittatura il 1° gennaio 1959.

Nel suo libro “El Cuate” scrive a proposito della scoperta del Granma:

Di tanto in tanto passavo per Tuxpan, ma in direzione opposta, da sud a nord, e non avevo mai visto l’imbarcazione, si trovava alle mie spalle, ma da nord a sud era molto raro che passassi perché immancabilmente trasportavo articoli di contrabbando, e come ho già detto era pericoloso, ma in questa occasione non portavo con me contrabbando o ho corso il rischio, così  scorsi l’imbarcazione, il destino dello yacht Granma potè essere iscritto nella storia“.

La verità è che senza lo yacht, anche se era abbastanza piccolo da contenere 82 persone, lo sbarco non sarebbe potuto avvenire il 2 dicembre.

Lo yacht Granma: uno sbarco rivoluzionario senza ritorno

“El Cuate” non partecipò alla spedizione, egli rimase in Messico e si dedicò a inviare alla Sierra Maestra armi acquistate negli Stati Uniti in operazioni rischiose e con la polizia sempre alle calcagna, anche se non riuscì mai a incriminarlo nonostante fosse stato arrestato due volte negli Stati Uniti.

Nella prima occasione riuscì a ottenere la libertà provvisoria, mentre nella seconda, in Texas, quando la Rivoluzione cubana era già trionfante, fu imprigionato per più di 11 mesi.

La sua morte, nonostante si sapesse che era malato a causa di un deterioramento della salute, tipico della sua età, sorprende e riempie di grande tristezza il popolo cubano, essendo uno degli eroi e martiri della Rivoluzione organizzata, guidata e difesa dall’imbattibile Comandante in Capo, Fidel Castro.

Pubblicato in Attualità, Cuba, Cultura, Internazionale

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