Addio a Ginni Minà, ‘difensore delle più belle utopie’. Tutti ti piangiamo. Anche a Cuba (+VIDEO)

Gianni Minà non è solo le interviste che ricordano tutti oggi. Non è solo colui che dava del tu a Robert De Niro, Maradona o Troisi.  Non è solo questo.
Gianni Minà è soprattutto quello che lo ha portato ad essere dimenticato, censurato ed oltraggiato dalla Rai, quella Rai che lui ha contribuito a rendere grande. Gianni Minà era soprattutto colui che più di tutti ha ridicolizzato “con i fatti e i dati” – come amava ripetere lui – pseudogiornalisti e pseudopolitici che hanno dipinto come “terroristi” Castro e Chávez

Il noto intellettuale italiano Gianni Minà. Foto: Archivio di Granma 

Addio a Gianni Minà, difensore delle più belle utopie

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Fonte: Granma
Traduzione e aggiunte: GFJ

Sebbene fosse già un giornalista noto quando, nel 1987, rilasciò al Comandante in Capo la memorabile intervista Un incontro con Fidel, fu solo allora che l’italiano Gianni Minà divenne, per le ripercussioni dell’opera, una figura straordinariamente amata dal popolo cubano.

Alla notizia della sua morte – avvenuta ieri per un “breve problema cardiaco” all’età di 84 anni – non si può dimenticare l’impatto del libro, che ha trovato innumerevoli lettori dentro e fuori l’isola e che si è rivelato uno dei titoli più richiesti in quegli anni, data la ricchezza di informazioni sulla Rivoluzione cubana, raccolte nelle 16 ore di conversazione.

Più di 60 documentari e la copertura di otto Coppe del Mondo e sette Giochi Olimpici, oltre a molti altri eventi sportivi, contraddistinguono il lavoro giornalistico di questo amico di Cuba, appassionato della storia rivoluzionaria dell’isola, che ha visitato in più di 50 occasioni e che considerava “un esempio per il mondo“, per essere, a suo parere, “la realizzazione dell’utopia, anche sotto un blocco che dura da più di 50 anni“.

Membro del Partito Comunista Italiano e della Rete degli Intellettuali in Difesa dell’Umanità, il prestigioso intellettuale ha partecipato al Colloquio Internazionale Memoria e Futuro: Cuba e Fidel, una degli  eventi concepiti per celebrare l’80° compleanno dello storico leader cubano.

Nel 2018 è stato insignito della Distinzione Félix Elmusa, il più alto riconoscimento assegnato dall’Unione dei giornalisti cubani. Nell’occasione, è stato definito un “giornalista etico, coraggioso e audace“, autore di “un’opera incommensurabile“, che “deve essere conservata tra quelle insostituibili“.

Nel 2021, in una lettera ai lavoratori dell’ Instituto Finlay de Vacunas di BioCubaFarma, Gianni Minà ha dichiarato:

Siete persone speciali, capaci di enormi sacrifici, generose e gentili, che mai e poi mai si piegheranno all’ingiustizia. Sappiamo, con dolore, che state vivendo un momento molto difficile e rischioso, forse più del periodo speciale. Ma c’è sempre qualcosa che vi fa andare avanti. Qualcuno ha detto che solo nel buio più profondo si vede chiaramente la luce che illumina. Noi siamo profondamente convinti di questo.
Birri sosteneva che il luogo dell’utopia, che per definizione non è da nessuna parte, è da qualche parte.
Noi lo sappiamo, lo abbiamo visto e ne siamo testimoni, ed è per questo che lo cantiamo da sempre: Cuba, il Paese della fratellanza e della solidarietà, dell’aiuto e della vicinanza ai più deboli (e con questo nuovo vaccino, Soberana, ne è la prova), è la nostra utopia che è diventata realtà.
Ed è per questo che dobbiamo resistere, noi di qui, ma soprattutto voi di Cuba, perché Cuba è l’unico Paese in cui è possibile un sistema diverso, più giusto, che ricordi a tutti la speranza del ‘buon vivere’ “.

VIDEO: In questa lunga, storica intervista rilasciata a Gianni Minà, Fidel Castro racconta la vicenda di Che Guevara, aprendosi anche sui dettagli intimi della vita del suo amico argentino e sul loro rapporto: “Voglio dirti una cosa: ho fatto fatica ad accettare l’idea della morte del Che. Molte volte l’ho sognato e a volte ho raccontato i miei sogni a chi mi stava vicino … Bene, ho sognato che stavo parlando con lui, che era vivo; qualcosa di molto speciale. E’ difficile ancora adesso accettare l’idea della sua morte. A cosa è dovuto? Secondo me, al fatto che egli è ancora presente in noi”.

 

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Pubblicato in Attualità, Cuba, Cultura, Internazionale

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