“Dopo questa domenica (19 aprile 2020, n.d.t.), c’è solo una domanda, e non ce ne sono due: la sinistra, i democratici, le istituzioni aspetteranno il colpo di stato di Bolsonaro o salveranno la democrazia e allontaneranno il fascista prima che sia troppo tardi?”
Fonte:
di Mauro Lopes
Traduzione dal portoghese: Federico Jauch
19 aprile 2020
Il discorso di Bolsonaro di fronte a un’orda fascista è stato definitivo – non sono abituato ad espressioni che suggeriscono pregiudizi, ma non c’è modo di definire il raggruppamento a Brasília di fronte al “duce”. Ha detto a chiare lettere: vuole la fine della democrazia: “non vogliamo negoziare nulla, vogliamo l’azione per il Brasile”. Ciò che era vecchio è stato lasciato indietro. Abbiamo un nuovo Brasile davanti a noi. Tutti, senza eccezioni, devono essere patrioti e credere e fare la loro parte per mettere il Brasile al posto che merita” (…). L’era della cattiveria è finita. Ora è il popolo al potere. Avete l’obbligo di lottare per il vostro Paese”.
Cosa stiamo aspettando? Che i militari contengono il fascista? Ma sono già al potere con lui! Aspetteremo l’inizio delle prigioni di massa? L’attacco dei fascisti al Palácio dos Bandeirantes, alla casa di Lula o Haddad, l’assalto diretto a Rodrigo Maia o Gilmar Mendes?
Cosa si aspetta il PT? LA PSOL? IL BPS? IL PDT? Anche il DEM e MDB e altri (partiti politici, n.d.t.)? Cosa si aspettano? Cosa si aspetta la STF (Tribunale supremo federale, n.d.t.), il Congresso? Cosa ci aspettiamo?
Il rischio di aspettare è evidente: sarà troppo tardi.
E’ ora di togliere il potere al fascista.