Il presidente cubano Miguel Díaz-Canel Bermúdez è arrivato per la terza volta a Pinar del Río dopo il passaggio dell’uragano Ian.
Stati uniti battono cuba 64 ad 1. Non è il risultato di una partita di calcio o di baseball ma il numero di morti che ha causato il passaggio dell’uragano Ian.
L’uragano si è abbattuto con estrema forza nei giorni passati a Cuba infierendo sulla parte occidentale dell’isola. Le provincie più colpite sono state quelle di Pinar del Rio, di Mayabeque e quella di L’Avana dove i danni sono stati considerevoli.
Lasciata l’isola caraibica Ian si è diretto verso gli Stati Uniti ed ha colpito la Florida, la Carolina del Nord causando anche nel paese nord americano ingenti danni e vittime. Il bilancio dei morti causati dal passaggio dell’uragano negli Stati Uniti è di 64 mentre a Cuba è deceduta una sola persona che, però è morta perché non ha voluto abbandonare la sua abitazione nonostante l’insistenza del personale della protezione civile. La casa è crollata e la donna ha avuto la peggio.
Quindi gli Stati Uniti, il paese delle libertà, del rispetto assoluto dei diritti della sua popolazione, il paese dove puoi diventare qualcuno, dove molti cubani agognano di vivere perché lì si davvero si vive bene nel lusso e si guadagnano molti soldi, vince con 64 deceduti l’isola governata da un regime comunista, dove non si rispettano le libertà dei cittadini, dove – come recitano le corrispondenze mainstream elaborate sulle leggende metropolitane e non su fatti verificati – si viene incarcerati per le proprie opinioni divergenti da quelle del governo, dove si fanno file per acquistare i beni di prima necessità perché il blocco economico, commerciale e finanziario cerca di strozzare da oltre sessanta anni il popolo, che ha avuto solo una persona deceduta.
Cuba salva
Vorrei dedicare queste poche righe a quelli che ieri hanno manifestato per l’ennesima volta contro il governo rivoluzionario a L’Avana perché l’erogazione dell’energia elettrica non è ancora stata ristabilita completamente, a quelli che giornalmente accusano Miguel Diaz-Canel e gli altri membri del governo di essere incapaci di governare e chiedono ad alta voce che arrivino dagli Stati Uniti per ristabilire la libertà a Cuba.
Vorrei dedicare questi dati a quelli che nel nostro paese hanno manifestato davanti all’Ambasciata cubana di Roma chiedendo che il loro paese diventi una vera democrazia e che le nostre libertà possano essere godute anche dal popolo cubano.
La libertà di morire sotto un crollo di una casa quando passa un uragano negli Stati Uniti vince per 64 contro il “regime corrotto e mal governato di Cuba” ad 1.
Forse non tutto funziona così male nell’isola cubana. Ma per quelli pagati dalle varie organizzazioni statunitensi per fomentare il dissenso sull’isola, probabilmente il fatto che negli Stati Uniti, a causa del menefreghismo delle autorità, muoiono 64 volte più persone durante il passaggio di un uragano che a Cuba non rappresenta un particolare importante.
La tanto sbandierata libertà che c’è negli Stati Uniti è anche questa.