Israele estende i suoi tentacoli per consolidare il suo potere militare ed economico nella regione, mettendo al potere l’ultra-destra più reazionaria.
Traduzione e adattamento: Federico Jauch, ASC-TI
Dopo il trionfo della Rivoluzione cubana nel 1959, il governo dell'Avana non riconobbe più Israele, e anni dopo, con i nuovi processi che seguirono in Bolivia e Venezuela, le relazioni con lo Stato ebraico si ruppero.
Dopo la creazione dello Stato di Israele con una risoluzione dell’Onu nel 1948, diversi Paesi dell’America Latina lo riconobbero immediatamente: Nicaragua, Costa Rica, Uruguay, Repubblica Dominicana, El Salvador, Guatemala, Honduras, Panama, Paraguay e Venezuela.
Un anno dopo (1949), Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Cuba, Perù, Ecuador e Messico fecero lo stesso, mentre Haiti lo riconobbe nel 1950.
Dopo il trionfo della Rivoluzione cubana nel 1959, il governo dell’Avana non riconobbe più Israele, e anni dopo, con i nuovi processi che seguirono in Bolivia e Venezuela, le relazioni con lo Stato ebraico si ruppero.
Con la benedizione degli Stati Uniti e il sostegno di alcune nazioni della regione, Tel Aviv cominciò a posizionarsi, consolidando i suoi legami con le dittature militari della zona, i cui eserciti divennero i principali destinatari della sua potente industria militare.
Secondo un rapporto del movimento “Boicottaggio, Disinversioni e sanzioni”, pubblicato nel 2018, solo dal 1976 al 1983, l’Argentina ha acquistato il 95 per cento delle sue armi da Israele; El Salvador tra il 1972 e il 1979 ne ha acquistato il 92 per cento, e l’Honduras l’81 per cento.
Da allora Israele ha stretto importanti legami con la destra latino-americana, non solo per ciò che concerne la vendita di armi, ma anche la formazione e l’addestramento di eserciti e gruppi paramilitari responsabili di gravi violazioni dei diritti umani in paesi come il Guatemala, il Nicaragua e la Colombia.
Nel 1999 la Commissione per la verità del Guatemala ha dimostrato il coinvolgimento israeliano con il colpo di stato militare che ha portato al potere il dittatore Efraín Ríos Montt e la sua partecipazione al massacro di Dos Erres, una città del distretto di El Petén, dove gli abitanti sono stati annientati in massa.
Alcuni anni fa, le opere dei giornalisti colombiani Olga Behar e Hernando Calvo Ospina, hanno dimostrato la presenza di Israele nella regione.
Nel 2012 Behar, insieme alla figlia, ha pubblicato il libro “El caso Klein”. Los orígenes del paramilitarismo en Colombia” (Le origini del paramilitarismo in Colombia), frutto di una ricerca esaustiva sul militare israeliano Yair Klein, figura chiave per la nascita di queste truppe.
Oggi come ieri, Israele estende i suoi tentacoli in America Latina per consolidare il suo potere militare ed economico nella regione, e muove le fila per sconfiggere i governi progressisti e mettere al potere l'ultra-destra più reazionaria.
Il caso della Colombia
In un’intervista rilasciata al quotidiano israeliano Maariv e riprodotta da El Colombiano nel giugno 2000, l’ex militare (Yair Klein) ha dichiarato di essersi recato in questa nazione su invito dei rappresentanti del governo americano. “Sono stato in Colombia invitato dagli americani e punto. Tutto ciò che gli Stati Uniti non possono fare, perché è vietato (…) farlo (…) lo fanno attraverso altri”.
Calvo Ospina, giovane studente di giornalismo, rapito e torturato dai militari ecuadoriani addestrati dagli israeliani, è diventato uno dei più attenti ricercatori del paramilitarismo colombiano e delle sue origini.
Intervistato da Prensa Latina a questo proposito, ha dimostrato che “oltre a gestire la politica e l’economia degli Stati Uniti, lo Stato di Israele ha avuto una partecipazione nefasta nel continente americano; due esempi concreti sono l’America centrale e la Colombia.
“Ma bisogna riconoscere che la presenza d’Israele, dal Messico al Cono Sud, è stata soprattutto di consulenza per le operazioni paramilitari, oltre che di operazioni segrete (Mossad), per il controllo e la repressione di organizzazioni popolari, di opposizione legale e armata.
Lo scrittore colombiano ha spiegato come negli anni Settanta non solo fungessero da consiglieri per gli eserciti di El Salvador e del Guatemala per affrontare i movimenti di guerriglia, ma li addestrassero anche alla tortura e alle tecniche di guerra sporca, con l’appoggio dei consiglieri inviati da Washington.
Tuttavia, per Calvo Ospina, l’attività più nefasta che hanno intrapreso è stata la registrazione digitale di ogni persona di sinistra, progressista, che avesse collaborato con la guerriglia.
Grazie a queste informazioni dettagliate gli eserciti di questi due paesi hanno potuto procedere alla repressione e all’assassinio dell’opposizione; migliaia di persone innocenti sono così cadute.
In Colombia, gli ufficiali dell’esercito israeliano hanno consigliato e addestrato, insieme agli inglesi e agli USA, la contro-guerriglia, trasformando le forze di sicurezza colombiane in una macchina di morte per i loro cittadini, come pochi al mondo, ha dichiarato il giornalista a questa agenzia.
“Hanno trasformato gli uomini della mafia in professionisti della morte, a cominciare da quelli di Pablo Escobar e del cosiddetto Cartello di Medellin”.
“Hanno dato vita a quello che è diventato un elemento essenziale della macchina repressiva e sanguinaria dello Stato colombiano, il narco-paramilitarismo, un esercito parallelo finanziato dal traffico di cocaina, e tutti con uno stretto rapporto con colui che è poi diventato presidente del Paese, Álvaro Uribe (2002-2010).
Un semplice esempio, conclude Calvo Ospina: il principale capo narco-paramilitare colombiano, Carlos Castaño, è stato addestrato in Israele, come lui stesso ha raccontato nel suo libro.
La CIA (Central Intelligence Agency) e la DEA (Drug Enforcement Administration (DEA) hanno lavorato fianco a fianco con gli israeliani per uccidere Pablo Escobar ed eliminare centinaia di migliaia di persone innocenti.
Secondo Calvo Ospina la Colombia ha uno dei servizi di spionaggio più efficienti al mondo grazie al lavoro di Israele.
Rapporti, indagini e denunce dimostrano che nel corso degli anni Tel Aviv si è affermata non solo come uno dei maggiori fornitori mondiali di materiale bellico, ma anche come protagonista del crollo dei governi progressisti della regione.
In un’intervista rilasciata a Prensa Latina nel 2009, l’allora deputato venezuelano Adel El Zanyar ha rivelato il coinvolgimento del Mossad nel colpo di Stato contro il presidente costituzionale honduregno Manuel Zelaya.
Per gli analisti, la presidenza di Donald Trump ha permesso a Israele di scalare nuovi livelli di influenza militare e politica nella regione.
Per alcuni, questa escalation non si è più verificata dai tempi della presidenza di Ronald Reagan negli anni ’80, quando i leader di estrema destra dell’America centrale si preparavano ad attaccare.
L’approvazione degli Stati Uniti per l’acquisto di armi da parte di Honduras e Guatemala ha assicurato il sostegno di entrambi i Paesi alle Nazioni Unite per la decisione di Trump di trasferire l’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme, secondo quanto riferito.
Oggi come ieri, Israele estende i suoi tentacoli in America Latina per consolidare il suo potere militare ed economico nella regione, e muove le fila per sconfiggere i governi progressisti e mettere al potere l’ultra-destra più reazionaria.