Comunicato Venezuela

Gentili giornaliste, egregi giornalisti, Siamo convinti che le giornaliste e i giornalisti in Svizzera s’impegnano nell’offrire ai propri lettori un’informazione di qualità e obiettiva sulla situazione nella Repubblica bolivariana del Venezuela. In maniera generale, un posto importane è dato nei media elvetici alla “versione della storia” difesa dalla destra e l’estrema destra venezuelana e statunitense. È una vostra scelta editoriale, che ha senza dubbio le proprie ragioni. Per far sì che le lettrici e i lettori possano però farsi la loro propria idea sul conflitto in corso nel paese, noi crediamo che sia necessario che diate anche uno spazio all’altro “punto di vista”, alla versione della storia di quelli che difendono il rispetto del diritto internazionale e della sovranità dei popoli e dei loro Stati. Per questa ragione, ci permettiamo di attirare la vostra attenzione sul rapporto seguente, pubblicato recentemente negli Stati Uniti dal “Center for Economic and Policy Research (CEPR)”.
 
Il rapporto in questione, intitolato “Economic Sanctions as Collective Punishment: The Case of Venezuela”*, è stato redatto dai due eminenti economisti Mark Weisbrot, co-direttore del CEPR e Jeffrey Sachs, direttore del “Center for Sustainable Developement” all’Università Colombia e consulente speciale del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Secondo questi autori, le sanzioni economiche messe in atto dagli Stati Uniti hanno ridotto l’apporto calorico della popolazione venezuelana, hanno aumentato le malattie e la mortalità di adulti e bambini e hanno provocato l’esodo di milioni di venezuelani obbligati a lasciare il loro Paese a causa del deteriorarsi della crisi economica e dell’iperinflazione. Le sanzioni hanno amplificato la crisi economica in Venezuela e hanno reso quasi impossibile la stabilizzazione dell’economia. Hanno dunque avuto un impatto sproporzionato sui più poveri e i più vulnerabili dei venezuelani. Il rapporto stima che siano 40’000 i venezuelani morti a causa delle sanzioni.
 
Weisbrot e Sachs considerano che le sanzioni corrispondono alla definizione di punzione collettiva inflitta ad una popolazione civile tale com’è descritta nelle Convenzioni internazionali di Ginevra e dell’Aja, le quali sono state firmate anche dagli Stati Uniti. Esse sono dunque illegali dal punto di vista del diritto internazionale, ma anche, secondo gli autori, dal punto di vista del diritto statunitense stesso. È quello che il movimento di solidarietà con il popolo venezuelano si sforza di denunciare da diversi anni, senza purtroppo avere un grande eco mediatico. Poco importa la nostra posizione politica, poco importa quello che pensiamo del governo, rappresenta un crimine prendere in ostaggio la popolazione di un paese come fanno attualmente il governo degli Stati Uniti e i suoi alleati, compresa la Svizzera.
 
Altri economisti hanno già analizzato l’impatto delle sanzioni sull’economia del Venezuela, come l’economista venezuelana Pasqualina Curcio**, professoressa del Dipartimento di Scienze economiche ed amministrative dell’Università Simón Bolívar di Caracas.
 
Vi ringraziamo per l’attenzione.

Basilea il 29 aprile 2019

Pubblicato in Attualità

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