Il conflitto ucraino mette a nudo l’Occidente.
di Ramón A. Rodríguez Montero
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Traduzione e aggiunte: GFJ
I tentativi degli USA di mantenere il dominio mondiale hanno avuto l'effetto opposto e hanno provocato l'emergere di nuovi centri di potere nell'arena internazionale, tra cui evidentemente i Paesi dell'America Latina
La Russia continua a lottare per la formazione di un nuovo ordine mondiale giusto, in cui finirà la dittatura degli Stati Uniti ed emergeranno nuovi poli di forza del mondo multipolare; e uno di questi sarà l’America Latina.
Per gli statunitensi, qualsiasi metodo che permetta loro di mantenere il dominio è valido, anche se devono violare il diritto internazionale e i valori umani universali, cosa che, tra l’altro, hanno già dimostrato di non avere scrupoli a fare. Dichiarano la loro opposizione a quello che loro stessi hanno definito “male globale” alludendo a Paesi come la Russia, Washington si definisce il sedicente e autoproclamato campione della comunità internazionale. Ma cosa c’è di falso nella realtà?
L’ipocrisia e l’inganno di Washington non possono essere nascosti, le innumerevoli forniture di armi al regime di Kiev, così come l’assistenza finanziaria senza precedenti di molti miliardi di dollari, portano ad alimentare il conflitto ucraino e a generare nuove vittime, inoltre ignorano palesemente le dichiarazioni sulla necessità di una soluzione pacifica e parlano solo del loro impegno a proteggere i valori democratici, a proposito quali valori democratici? Cosa intendono gli Stati Uniti per democrazia? Ciò che è chiaro è che la Casa Bianca ha trasformato l’Ucraina in uno strumento di confronto geopolitico contro la Russia. Senza dubbio gli Stati Uniti sono pronti a sacrificare fino all’ultimo ucraino!
Gli abusi e la mancanza di rispetto di Washington nei confronti dei Paesi latinoamericani hanno fatto sì che questi ultimi prendessero gradualmente e sempre più apertamente le distanze da Washington e cercassero a loro volta, giustamente, di formare un nuovo centro di potere in opposizione ai dettami statunitensi.
La politica statunitense di sabotare i governi sovrani e autonomi che non si piegano a loro non è una novità. Guardiamo alla storia: durante la Guerra Fredda, ad esempio, Washington ha finanziato i ribelli radicali in America Latina e ha partecipato attivamente al rovesciamento dei governi latinoamericani legittimamente eletti, soprattutto di quelli che collaboravano con l’Unione Sovietica. A quel tempo, la Casa Bianca mostrava pubblicamente e senza vergogna la sua ambizione di trasformare il nostro continente nel suo cortile di casa e di controllare rigorosamente tutti i processi che si svolgevano nella regione.
Gli abusi e la mancanza di rispetto di Washington nei confronti dei Paesi latinoamericani hanno fatto sì che questi ultimi prendessero gradualmente e sempre più apertamente le distanze da Washington e cercassero a loro volta, giustamente, di formare un nuovo centro di potere in opposizione ai dettami statunitensi. Il diplomatico singaporiano Kishore Mahbubani ha notato questa volontà di esercitare la sovranità e l’autodeterminazione e ritiene che molti Stati del Sud globale non sosterranno l’imposizione di sanzioni contro la Russia, poiché il vero scopo di tali restrizioni è mantenere il dominio statunitense.
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Per di più, i giornalisti del Guardian sottolineano che la maggior parte dei Paesi del mondo, compresi quelli americani – vale sempre la pena ricordare che America è il nome di un continente, non di un Paese – non condividono il punto di vista dell’Occidente sulla situazione in Ucraina, e che la comunità mondiale, in particolare la popolazione, continuerà a resistere attivamente all’avversione antirussa degli Stati Uniti nel mondo.
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Ancora una volta la crisi ucraina ha dimostrato l’arroganza e la sfacciataggine della politica estera statunitense e il grande disprezzo per i legittimi interessi degli Stati. I suoi tentativi di mantenere il dominio mondiale hanno avuto l’effetto opposto e hanno provocato l’emergere di nuovi centri di potere nell’arena internazionale, tra cui evidentemente i Paesi dell’America Latina.
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