CUBA 2014. Riflessioni di viaggio. Di Gaddo Melani

Il socialismo cubano resta dunque aperto a nuove affermazioni. Intanto si solidifica nelle conquiste sociali, nella sanità, nella cultura, nella scuola, dove ha raggiunto livelli che non sono patrimonio comune nella stessa Europa.

 

2560Cuba sta cambiando, gli effetti delle riforme introdotte da Raul Castro stanno incidendo nella vita socio-politica del Paese e sono visibili all’osservatore un po’ attento. Di ritorno da un secondo viaggio nell’isola, sempre organizzato dall’Associazione Svizzera-Cuba (come quello di una decina di anni or sono), ne ho avuto la netta sensazione da tutta una serie di segnali, più o meno evidenti.  Ad esempio mi è parso notevolmente diminuito il numero delle persone che si avvicinano al turista per vendere merce o chiedere modesti beni di consumo. Camminando per le strade dell’Avana, di Santiago di Cuba o di Holguín, si scorgono numerosi cartelli appesi a porte e finestre con l’annuncio “ Casa in vendita”.  E numerose sono per le strade gli ultimi modelli di automobili delle diverse marche. In entrambi i casi, è frutto della riforma che ha introdotto la libertà di compra-vendita di case e auto.  Nello stesso modo si moltiplicano le attività commerciali di privati. Piccoli spacci di alimentari, negozietti artigianali e ristorantini arrangiati con ingegnosità si contendono la clientela. Talvolta ingenua, e pronta a farsi abbindolare, né più né meno che in altre città del sud dell’Europa.

Percorrendo i territori del Nord-Est di Cuba, come quelli delle province di Santiago o di Granma, le colture appaiono ovunque intense e rigogliose, i campi ben lavorati. Mi si dice che in parte lo si deve alla recente riforma agraria basata sulla distribuzione ai contadini in proprietà privata delle terre incolte. Lo scopo della riforma è quello di portare Cuba all’autosufficienza alimentare. Un obiettivo reso difficile dalla grave mancanza di mezzi meccanici moderni, dovuta anche all’imperialistico embargo imposto dagli Stati Uniti, inteso a piegare la rivoluzione socialista, che però nulla ha potuto contro la determinazione cubana nella difesa delle proprie conquiste.

Ma l’accerchiamento di Cuba si è ormai spezzato. L’isola castrista ha assunto un ruolo centrale nella politica latino-americana e non solo. Proprio di questi tempi si è aperto un nuovo tavolo negoziale fra il governo cubano e l’Unione Europea. Lo scopo è quello di superare l’accordo del 1996, condizionato dalle clausole poste dalla destra europea sui diritti umani. I colloqui, fanno sapere le due parti, procedono positivamente. A spingere nella direzione di un’intesa sono i benefici che l’UE pensa di avere grazie alle aperture cubane sugli investimenti di capitali esteri nell’isola.

La decisione europea di venire a patti con Cuba per potere accedere al suo mercato sta avendo ripercussioni anche negli Stati Uniti, dove gli ambienti economici e finanziari premono sulla Casa Bianca per la soppressione dell’embargo. Il loro timore è quello di restare esclusi dagli investimenti nell’isola per una politica di ostracismo che non ha più alcun senso, sconfitta come lo è stata nei fatti.

Il socialismo cubano resta dunque aperto a nuove affermazioni. Intanto si solidifica nelle conquiste sociali, nella sanità, nella cultura, nella scuola, dove ha raggiunto livelli che non sono patrimonio comune nella stessa Europa. Il viaggio da cui sono reduce ne ha offerto solide e valide testimonianze, con visite e incontri di ogni livello.

Gaddo Melani. 29 maggio 2014
Pubblicato in Resoconti

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