Il generale dell’esercito Raúl Castro Ruz ha trasmesso le sue congratulazioni e il suo riconoscimento a tutti i bambini e giovani per il 60° anniversario dell’Unione dei Giovani Comunisti (UJC) e il 61° anniversario dell’Organizzazione dei Pionieri di José Martí (OPJM), il cui lavoro esalta l’eredità del leader storico della Rivoluzione, Fidel Castro Ruz.
di Yuniel Labacena Romero
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Traduzione: GFJ
Il generale dell’esercito ha anche trasmesso la fiducia della leadership storica in coloro che stanno spingendo questo paese verso il futuro.
Proprio per Raúl è stato il primo omaggio dei nuovi pini nella festa di gala che ha avuto luogo per questo 4 aprile nella Sala Universale delle Forze Armate Rivoluzionarie (FAR), guidata dal Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez.
Lì, il Primo Segretario dell’UJC ha consegnato un premio a Raúl – che è stato ricevuto dal Capo di Stato cubano – per la sua dedizione, lealtà e per aver dedicato la sua vita a questa terra e ai suoi sogni. Il Comandante dell’Esercito Ribelle José Ramón Machado Ventura e il Comandante della Rivoluzione Ramiro Valdés Menéndez, ospiti speciali del gala, hanno ricevuto un riconoscimento analogo.
Foto: José Manuel Correa
In un’altra parte dell’evento, il membro dell’Ufficio Politico del Partito e ministro delle FAR, il generale Álvaro López Miera, ha regalato alle nuove generazioni un quadro di un Fidel donchisciottesco, opera dell’artista di Holguin Cosme Proenza, come continuazione dell’eredità storica che lo ha preceduto.
“Abbiamo le motivazioni necessarie per credere che ci saranno sempre più di noi che ancorano i nostri sogni in quest’isola e lottano per essi”, ha detto Álvarez García, quando ha pronunciato le parole centrali dell’evento, mentre ratificava che “il tempo di creare e difendere il socialismo sarà sempre il tempo dei giovani cubani“.
E, prima di lasciare il teatro, Díaz-Canel si è rivolto ai presenti dicendo: “Congratulazioni, giovani, andiamo fino in fondo!“, e in quel saluto era implicito il suo orgoglio per i suoi giovani, e la volontà di continuare a contare su di loro per grandi compiti.
Foto: José Manuel Correa
Cantare le radici profonde dell’identità nazionale dal repentismo, la tradizione corale, la trova, la poesia e la musica afro-cubana, ha ornato lo spettacolo che si è distinto per la sua bellezza e compattezza. Ai giovani si sono uniti altri membri dell’Ufficio Politico e della Segreteria del Comitato Centrale del Partito.
Se c’è qualcosa che definisce i giovani che spingono un paese in avanti con impegno, intelligenza e amore, sono questi accattivanti versi del trovatore Vicente Feliú: “Credimi, voglio essere un machete in mezzo al raccolto/una pallottola feroce al centro del combattimento“. Questo lunedì abbiamo onorato questa forza in progresso, coloro che portano tatuate nei loro cuori le quattro lettere che danno il nome alla nostra patria: CUBA