L’Unione dei Giornalisti di Cuba ( UPEC) si pronuncia contro il silenziamento dei media russi
“Disconnettere la Russia dalle piattaforme di comunicazione del mondo, proibire i suoi mezzi di comunicazione, condannare i giornalisti per non essersi uniti alla russofobia scatenata, è come minimo una violazione dei diritti consacrati, come quello di essere informati affrontando diversi approcci, negando la libera espressione di milioni di persone che non potranno avere tutti gli elementi necessari per valutare il conflitto“, esprime l’Unione dei Giornalisti di Cuba ( UPEC) in un comunicato pubblicato sul suo sito web.
VIDEO: Censura dei media russi, “libertà di espressione” a convenienza
Il testo avverte che queste misure sono un attacco alla cultura, in questo caso, amplificato al punto dell’inquisizione medievale con la letteratura russa e altre manifestazioni artistiche, una sorta di neo-barbarismo inconcepibile nella presunta Europa colta.
Il comunicato evidenzia che a causa della censura di Russia Today (RT), Sputnik e altri media russi, l’unica storia che sembra esistere è quella di Washington. Denuncia che insieme alla NATO, gli Stati Uniti si sono proclamati giudice della verità del mondo.
La ( UPEC) ricorda che nessuno ha osato fare qualcosa di simile con CNN e Fox News quando hanno perpetrato la disinformazione che è finita nel massacro di un milione di persone in Iraq, Afghanistan, Libia finite in un caos sanguinoso che ancora persiste.
"la disinformazione è un crimine contro la cultura, e nelle circostanze attuali favorisce l'ascesa del neofascismo e di altri mali".
Il documento afferma che la nostra vocazione pacifica ci impone anche di mettere in guardia contro questa guerra all’informazione. Conclude che “la disinformazione è un crimine contro la cultura, e nelle circostanze attuali favorisce l’ascesa del neofascismo e di altri mali“.
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