Cuba e 70 paesi si oppongono all’ingerenza negli affari interni della Cina con il pretesto dei diritti umani

Più di 20 paesi hanno inoltre sostenuto la Cina rilasciando dichiarazioni individuali. Quasi 100 paesi hanno espresso in modi diversi la loro comprensione e il loro sostegno alla legittima posizione della Cina.

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Il 14 giugno, nel corso della 50esima sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite tenutasi a Ginevra, Cuba ha rilasciato una dichiarazione congiunta a nome di quasi 70 paesi, sottolineando che il rispetto della sovranità, dell’indipendenza e dell’integrità territoriale degli Stati e la non ingerenza nei loro affari interni sono norme fondamentali delle relazioni internazionali. Xinjiang, Hong Kong e Tibet sono affari interni della Cina, ci si oppone quindi a politicizzare la questione dei diritti umani, ai doppi standard e alle interferenze negli affari interni della Cina con il pretesto dei diritti umani.

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La dichiarazione congiunta ha sottolineato che la società umana deve affrontare molteplici sfide, tra cui il COVID-19: la comunità internazionale dovrebbe aderire al multilateralismo, rafforzare la solidarietà e la collaborazione, affrontare congiuntamente le sfide globali, promuovere congiuntamente la pace e lo sviluppo nel mondo promuovendo e proteggendo i diritti umani.

Più di 20 paesi hanno inoltre sostenuto la Cina rilasciando dichiarazioni individuali. Quasi 100 paesi hanno espresso in modi diversi la loro comprensione e il loro sostegno alla legittima posizione della Cina.

Pubblicato in Attualità, Cuba, Internazionale

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