“CUBA NELL’ EPOCA DI OBAMA”: NUOVO DOCU-FILM DI GIANNI MINA’. Come procurarselo.


di MARTINA MANFRIN

 

Il recentissimo documentario di Gianni Minà“Cuba nell’epoca di Obama”,  della durata complessiva di quattro ore e mezza, è stato proiettato nei primi giorni di settembre 2011  alla “68.a Mostra Internazionale del Cinema” della Biennale di Venezia, diviso in due parti (di due ore e un quarto ciascuna) nella Sala Volpi del Palazzo del Cinema del Lido (e in replica nella Sala Tropicana dell’Hotel Excelsior, dove abbiamo incontrato e intervistato Minà).

 

 Le due parti di questo documentario mostrano nel loro insieme la complessità odierna di Cuba : dalle difficoltà nei trasporti alle conquiste nel campo della cultura, dagli anziani comandanti della rivoluzione alle giovani generazioni che presto prenderanno la guida del paese, ecc.

 

La prima parte del filmato comprende un lungo viaggio di mille chilometri che, partendo dall’Avana, attraversa Santa Clara (la città del Che) per poi passare per Camagüey fino alla patriottica Bayamo, con la sua Scuola Superiore di Arte e Spettacolo che raccoglie bambini e adolescenti desiderosi di seguire una carriera basata sulla cultura. La troupe di Minà giunge in seguito alla frontiera di Guantanamo, terra divisa fra la tristemente nota base militare statunitense nella baia e l’omonima cittadina nel territorio cubano. L’orgoglio e l’amor di patria del popolo cubano trovano il suo fiore più rigoglioso in tutti quei giovani che hanno deciso di prestare servizio militare nella brigata di frontiera tra il territorio libero e quello occupato. Infine, il viaggio si conclude a Santiago de Cuba, la città in cui si udirono i primi vagiti della Rivoluzione Cubana nel giorno dell’assalto alla Caserma Moncada. … (La prima puntata si apre e si chiude con i giovani presenti al grande Concierto por la Paz che si tenne nella Plaza de la Revolucion  dell’Avana alcuni anni fa).

 

La seconda parte della pellicola di Minà è ancor più focalizzata sul tema dei giovani. Attraverso le testimonianze degli studenti della Scuola Latinoamericana di Medicina, di quella di Cinema dedicata a Cesare Zavattini e dei ballerini del Ballet Nacional, scopriamo come la nuova élite del paese vive la propria esperienza professionale e rivoluzionaria: l’amore, l’impegno e il sacrificio quotidiano sono la dimostrazione della voglia di dare qualcosa di sé al mondo, un modo per essere coerenti e morire come si è vissuto. Yo me muero como viví, ci ricorda appunto il ritornello da “El necio” di Silvio Rodriguez che emerge talvolta dal sottofondo musicale.  Anche la battaglia delle idee vede i giovani in prima linea: seduti sulle scalinate dell’Alma Mater, una giovane studentessa di giornalismo dialoga con Minà sul problema dei cosiddetti dissidenti le cui “menzogne ben pagate” hanno più credibilità all’estero che in patria. Le interviste al poeta Roberto Fernández Retamar, alla prima bellerina Alicia Alonso, al guerrigliero Harry Villegas (Pombo), e ad altri maestri ed educatori sottolineano come tale risultato sia l’effetto di uno dei principi etici su cui si basa la Revoluciòn: insegnare agli altri ciò che si è appreso, per gratitudine verso chi, a suo tempo, ha fatto qualcosa per noi. La solidarietà è pertanto il motore del socialismo e suo principale veicolo di trasmissione. Il documentario di Minà si conclude simbolicamente con la cerimonia di chiusura del VI Congresso del PCC. Questo lungo filmato èsenza dubbio un’opportunità per riflettere su tale tema, così delicato e di grande attualitá per il popolo cubano. … Nel 2007, Fidel scrisse: Si los jóvenes fallan, todo fallará Oggi, passati quattro anni, Gianni Minà ci offre una risposta decisa: No fallarán

 

Questo bellissimo documentario verrà distribuito verso il periodo del Natale 2011. Per informazioni rivolgersi a:

Loredana Macchietti; email : l.macchietti@giannimina.it – cell. 3356893639 – fax. 063055769 -tel. 063055836 –

 



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