Cuba porta una luce della più alta e densa singolarità

La battaglia economica è essenziale, ma la battaglia spirituale è la più urgente, quella che deve essere combattuta minuto per minuto dalle nostre anime, dall’interno, per salvare la luce più chiara di Cuba, l’anima sempre incantata dell’isola, quel sole dalle profondità della terra.

Non c’è dubbio che oggi Cuba porta una luce della più alta e densa singolarità; che Cuba e la Rivoluzione siano una cosa sola e che, dovendo combattere ogni tipo di nemico, indegno persino di essere chiamato tale, possiamo solo pensare a una nuova era di lotta intensa (l’odissea non finisce – Itaca è Ulisse), una lotta di resistenza non passiva, dove non ci si può addormentare con il vento tra le braccia.

La battaglia economica è essenziale, ma la battaglia spirituale è la più urgente, quella che deve essere combattuta minuto per minuto dalle nostre anime, dall’interno, per salvare la luce più chiara di Cuba, l’anima sempre incantata dell’isola, quel sole dalle profondità della terra.

Credo anche che, in certi momenti, la migliore difesa è l’attacco e che l’urgenza del momento in cui viviamo esige un’azione pulita e decisa, proveniente dall’anima, non dal braccio cieco, perché è un’opera, questa nostra opera della Rivoluzione, qualcosa che è in costante cambiamento, un’opera in piena rinascita perché è un’opera viva come deve essere ogni grande opera della creazione, sia essa alchemica, poetica o intensamente umanista.

È quella battaglia per l’anima individuale e collettiva che potrà, più di ogni altra, permetterci di seminare e aprire un cammino pulito e puro in mezzo all’aspra giungla che questi tempi suscitano intorno a noi. E qui cito Martí: “Questa non è la rivoluzione della collera ma della riflessione. Solo la meditazione severa e il giudizio fine fanno svanire i fantasmi che forgiano l’ignoranza pretenziosa e la paura tremante”.

La Rivoluzione è la nostra pietra filosofale, la nostra grande alchimia di uomini e stelle, come ci hanno mostrato Fidel, Chávez e Raúl con le loro vite esemplari, e anche come ci hanno mostrato i nostri fratelli e maestri Roque Dalton, Antonio Guerrero e i suoi compagni, i nostri cinque eroi e Percy Alvarado Godoy nella loro lotta quotidiana, uomini d’azione nati dall’anima, di quella messe di pensiero urgente a cui dobbiamo tante vite e speranze. Credo, e cito ancora Martí, che “Oggi abbiamo a Cuba il senso dei nostri destini e agiamo con esso”, ma deve prevalere la meditazione ferma e chiara, il pensiero e la trasparenza del sogno, e la lucidità onesta, che sono la spada dell’anima, con il cuore pronto a tutti i contrattempi e a rialzarsi senza riposo, perché siamo eredi di un lungo cammino di vittorie epiche. La leggenda è viva, non lasciamola riposare o assopire, tanto meno morire.

Non esiste la gloria facile, ed è per questo che credo che se in questo tempo arido e ostile prevale la chiarezza di pensiero nel nostro spirito, ne usciremo necessariamente più forti. Quella luce che ha sostenuto Martí e Chávez o Mandela, sia lungo i loro sentieri che nei giorni di prigionia, è oggi la stessa luce che in mezzo alle minacce oscure dobbiamo far crescere in noi affinché l’anima resti in piedi, anche quando i nostri corpi devono cadere ancora una volta. Non è semplicemente una questione di sopravvivenza, perché senza onore non ci può essere né chiarezza né vera vita. Il futuro è adesso, avviene nella fornace dell’anima. E Gandhi insegnò che la pace e l’anima si alzano e agiscono con più intensità di qualsiasi ombra di ferro; sono cose da ricordare, da attualizzare giorno per giorno, come fece Chávez che agì, e molto, con la parola dello spirito. Vorrei suggerire qui che dovremmo tutti rileggere, come un grande inno americano, quel libro sulla vita e la fortezza, intitolato Cuentos del arañero (clicca per scaricare il libro di Chávez), scritto, come pochi altri, con la punta più sonora del cuore.

Per fortuna, con il loro grande esempio, Díaz-Canel e Raúl ci guidano nella lotta attuale e sanno che ci sono momenti in cui il pensiero e lo spirito acquistano la sacra durezza dell’azione più trasparente, che siamo già in uno di quegli spazi di combattimento in cui l’anima lucida deve collocarsi dove una volta c’erano le spade e i fuochi.

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