Dal Ticino a Camagüey: un progetto di cooperazione internazionalista

Quello che per noi europei pare un servizio ovvio, e cioè l’accesso all’acqua potabile, in molti paesi non lo è affatto. Molti governi di questi Stati, espressione dell’oligarchia locale rigorosamente alleata dell’Occidente, nemmeno lo considerano una priorità. Non così a Cuba, dove dal trionfo della Rivoluzione socialista, nonostante la povertà lo Stato presieduto oggi da Miguel Diaz-Canel si sta impegnando con molto sforzo per garantire a tutta la popolazione l’approvvigionamento idrico.

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Dal Ticino un progetto che apre una breccia nell’embargo contro Cuba

Ogni rivoluzione parte da un piccolo passo, purché inserito in una strategia

Nonostante le risorse messe in campo dal governo rivoluzionario, fino ad oggi a Cuba non vi è purtroppo ancora una copertura al 100% di questo servizio: certo, i capoluoghi e i maggiori centri abitati di tutte le province dell’Isola caraibica sono serviti, ma nelle campagne il lavoro per migliorare la qualità dell’acqua resta una sfida, e nelle periferie rurali non esiste tuttora una copertura totale destinata al consumo umano. Pedro González Martínez, direttore del CITA, il Centro Integrado de Tecnologías del Agua, della provincia cubana di Camagüey spiega: “in questi anni è stata donata una notevole quantità di terra a persone desiderose di produrre alimenti, il che significa un sostegno significativo per l’alimentazione della popolazione. Tuttavia, le condizioni di vita di queste famiglie – alcune centinaia – non sono le migliori, soprattutto per quanto riguarda la qualità dell’acqua che consumano. In generale, è molto difficile per le famiglie rurali ottenere acqua della qualità richiesta per il consumo umano e generalmente utilizzano acqua di falda e di superficie, ignorandone spesso la qualità. Questa situazione ha determinato che il tasso di malattie trasmesse dall’acqua rimanesse alto nelle zone rurali, facendo lievitare le spese per le risorse mediche che lo Stato cubano mette gratuitamente a disposizione della popolazione di questi luoghi”. […]

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