Grenada – la più piccola delle Antille, con una grande storia – ha un nuovo primo ministro

1 maggio 1980: il primo ministro di Grenada Maurice Bishop, al centro, è affiancato dal leader cubano Fidel Castro, a destra, e dal presidente del Nicaragua Daniel Ortega all’Avana, Cuba. | PA

L’isola caraibica facente parte dell’ALBA ha celebrato le elezioni legislative lo scorso 23 giugno. Dickon Mitchell nuovo primo ministro

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Dickon Mitchell nuovo primo ministro, del National Democratic Congress (NDC)

Grenada è uno dei Paesi più piccoli dell’intero continente americano, con una popolazione che sfiora i 110.000 abitanti. Eppure, la sua storia è tutt’altro che aneddotica, visto che l’isola caraibica fu protagonista di una rivoluzione socialista nel 1979, sotto la guida di Maurice Bishop, esperienza alla quale gli Stati Uniti decisero di mettere fine con l’invasione armata del 1983. L’invasione di Grenada venne condannata dall’ONU con voto unanime (l’unico voto contrario fu degli stessi USA), ma come sappiamo per Washington il diritto internazionale è un optional da rispolverare occasionalmente a proprio gusto e piacimento.

Dopo il ritiro delle forze statunitensi, l’isola diede vita ad un sistema bipartitico basato sull’alternanza al potere tra il New National Party (NNP), di ispirazione prettamente liberista e conservatrice, e il National Democratic Congress (NDC), socialdemocratico e progressista. Tuttavia, l’isola rimane ancora oggi legata alla pur breve esperienza rivoluzionaria, come dimostrano le sue posizioni in materia di politica estera: nel 2014, infatti, Grenada entrò a far parte dell’ALBA-TCP (Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América – Tratado de Comercio de los Pueblos), l’organizzazione promossa da Cuba e Venezuela, fatto notevole in quanto al governo in quel periodo c’era il NNP, ovvero il partito che potremmo definire di centro-destra.

Il premier Keith Mitchell e il NNP, infatti, erano saliti al potere nel febbraio del 2013, dopo che lo stesso Mitchell aveva già governato ininterrottamente l’isola dal 1995 al 2008. Nel complesso, Keith Mitchell ha guidato l’esecutivo grenadino per ben cinque mandati, visto che nel 2018 ottenne una nuova conferma. In teoria, il suo mandato sarebbe dovuto scadere nel 2023, ma il primo ministro ha chiesto al governatore generale, Cécile La Grenade, di sciogliere la camera dei rappresentanti il 16 maggio, un anno prima del termine del mandato.

La sfida elettorale ha visto l’ormai 75enne Keith Mitchell concorrere per un sesto mandato alla guida del governo, mentre il NDC ha scelto l’avvocato Dickon Mitchell (solo omonimo del primo ministro uscente), 44 anni, come proprio leader. Il responso elettorale ha premiato il partito di opposizione, che ha conquistato nove seggi contro i sei del NNP, sul totale di quindici scranni disponibili nell’emiciclo di St. George’s. Nonostante i tentativi di formare nuovi partiti politici, infatti, nessun’altra formazione è riuscita ad eleggere rappresentanti in parlamento.


Il 13 marzo 1979, mentre il presidente Gairy è fuori dal Paese, impegnato in una riunione delle Nazioni Unite negli Usa, Bishop mette in atto la sua strategia rivoluzionaria: tramite un celebre  discorso in radio invita il popolo a scendere in strada per deporre ribellandosi alla regime oppressivo di Gairy:
Popolo di Grenada, questa rivoluzione è per il lavoro, per il cibo, per alloggi dignitosi e servizi sanitari e per un futuro luminoso per i nostri figli e nipoti. Il beneficio della rivoluzione sarà dato a tutti, indipendentemente dall’opinione politica o dal partito politico che sostengono”

Le elezioni sono state monitorate dagli osservatori internazionali della Comuntà Caraibica (CariCom), i quali hanno testimoniato la regolarità del processo elettorale. Gli osservatori hanno evidenziato nel loro rapporto la responsabilità delle autorità elettorali grenadiane in merito alle procedure di voto e spoglio delle schede elettorali, il tutto all’interno delle linee guida approvate per l’esercizio dei diritti dei cittadini: “Ci congratuliamo con gli elettori, i funzionari elettorali e tutti i lavoratori del giorno delle elezioni nei loro vari ruoli per la loro disciplina e impegno nel far avanzare il processo democratico a Grenada“, si legge nel rapporto finale.

A dimostrazione delle ottime relazioni bilaterali esistenti tra le due isole, il presidente cubano Miguel Díaz-Canel è stato tra i primi a congratularsi con il neoeletto Dickon Mitchell. Il presidente della più grande delle Antille ha affermato la volontà dell’Avana di continuare ad avanzare nello sviluppo di relazioni amichevoli e cooperazione, a beneficio di entrambi i popoli. Secondo il ministero degli Esteri cubano, attualmente Cuba ospita circa 40 studenti grenadini, che vanno ad aggiungersi agli oltre 300 che si sono laureati nelle università locali.

Mandiamo sincere congratulazioni e l’impegno a continuare a consolidare i legami di fratellanza con i popoli dei Caraibi“, è stato invece il messaggio del presidente venezuelano Nicolás Maduro. L’Esecutivo bolivariano ha ribadito la sua volontà di mantenere relazioni bilaterali basate sul rispetto e sulla comunicazione permanente. Allo stesso modo, ha ratificato l’impegno a rafforzare i legami di cooperazione attraverso meccanismi come l’accordo Petrocaribe, e nell’ambito dell’ALBA-TCP.

Anche il presidente del NicaraguaDaniel Ortega, ha inviato un messaggio al nuovo primo ministro di Grenada: “Rivolgiamo a voi, al National Democratic Congress e al popolo fraterno di Grenada le nostre più sentite congratulazioni per la vittoria ottenuta“. Il testo ribadisce il desiderio invariabile della nazione centroamericana di continuare a rafforzare i legami fraterni di solidarietà, cooperazione e identità caraibica.


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