Il 1º maggio a Cuba e le menzogne della stampa imperialista

Secondo la propaganda della stampa imperialista, a Cuba ci sarebbe una crisi tale da aver portato all’annullamento delle celebrazioni per il 1º maggio. L’ennesima menzogna ordita contro l’isola ribelle.

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Il 30 aprile, il sedicente “giornale comunista” Il Manifesto riprendeva una “notizia” lanciata da alcune testate della stampa imperialista occidentale, titolando “Cuba è senza benzina, addio al megacorteo del 1 maggio”. L’articolo a firma di Roberto Livi, che si evince risiedere proprio sull’isola, rettifica poi il tiro spiegando che le manifestazioni avranno comunque luogo, ma che verranno distribuite in diverse città per evitare ai cubani gli spostamenti verso la capitale. Insomma, le celebrazioni per la Festa dei Lavoratori non sono state affatto cancellate, come si lasciava intendere dal titolo, ma il danno ormai è fatto, visto che la massa degli internauti si limita a leggere le prime righe.

A livello internazionale, leggiamo titoli simili da parte delle principali testate della stampa imperialista, come la BBC (“Cuba cancels May Day parade because of fuel shortages”), The Guardian (“Cuba cancels workers’ day parade as severe oil shortages bite”), The New York Times (“Gas Shortages Force Cuba to Cancel May Day Parade”) e molte altre. Un coro di voci allineate con la propaganda anticubana, che sanno il valore che il 1º maggio ha per il popolo cubano e per le classi lavoratrici di tutto il mondo, e che in questo modo sperano di assestare un colpo all’immagine dell’isola ribelle, che resta ancora oggi uno dei simboli della lotta del proletariato mondiale.

Ad alimentare ulteriormente la propaganda imperialista ci ha pensato il meteo, che effettivamente ha portato al rinvio di tutti gli eventi previsti per il 1º maggio, che avranno dunque luogo venerdì 5 maggio. Le forti piogge previste per lunedì hanno consigliato al governo di spostare le celebrazioni, regalando però ai lavoratori cubani due giorni di festa in luogo di uno solo: “A causa dell’instabilità del tempo che ha provocato forti piogge in vari territori e delle previsioni per le prossime ore, si è deciso di rinviare in tutto il Paese le attività commemorative della Giornata Internazionale dei Lavoratori, che erano state convocate per questo Primo Maggio”, si legge nella nota ufficiale della Central de Trabajadores de Cuba, il sindacato cubano. “Nei territori dove le condizioni meteorologiche lo consentiranno, si svolgeranno le attività culturali e ricreative previste. Come stabilito dalla nostra normativa, questo lunedì viene mantenuta la pausa lavorativa. Venerdì 5 maggio sarà inoltre dichiarata una sospensione dal lavoro per consentire al nostro popolo di partecipare contemporaneamente in tutto il Paese, a partire dalle 7 del mattino, alle sfilate e ai comizi destinati a commemorare la giornata storica del proletariato mondiale e a sancire che uomini e donne cubani rivolgono le proprie mani e i propri cuori alla patria”.

Indubbiamente, Cuba si trova in un momento molto difficile dal punto di vista economico ed energetico. L’embargo (bloqueo, ndr) al quale l’isola è sottoposta da oltre sessant’anni, inasprito dall’amministrazione repubblicana di Donald Trump e non certo reso meno duro da quella democratica di Joe Biden, si fa sentire ancora di più in un momento di crisi energetica generalizzata a livello mondiale per via del conflitto ucraino, senza dimenticare i postumi della pandemia di Covid-19, durante la quale Cuba ha operato una chiusura quasi completa dei propri confini. Al contrario di quanto afferma Livi nel suo articolo, Cuba non è affatto vittima di una “crisi strutturale” dovuta alla “scarsa capacità produttiva sia dell’industria sia dell’agricoltura statalizzate”. Il latente anticomunismo dell’autore, che surrettiziamente sembra suggerire la ricetta delle privatizzazioni, lo porta ad ignorare che le economie con una forte componente statale, come quella cinese e quella vietnamita, sono quelle che meglio hanno resistito all’impatto della pandemia e che fanno segnare i tassi di crescita più alti al mondo, con la sostanziale differenza che questi Paesi non sono sottoposti all’embargo più lungo e duro della storia.

Coloro che faticano a celare il loro auspicio per il crollo di Cuba e la fine dell’esperienza rivoluzionaria sull’isola dovranno però rivedere i propri piani. Lidia Rodríguez, dirigente della Unión Cuba Petróleo (Cupet), ha infatti dichiarato proprio in queste ore che presto arriveranno nuove forniture di combustibile che verranno distribuite su tutta l’isola nel tentativo di normalizzare la situazione. Nonostante i continui attacchi ai quali viene sottoposta, Cuba resta esemplare nella sua fedeltà alla causa rivoluzionaria, anche nei momenti più difficili della propria storia.

Nonostante tutto, dunque, a Cuba il 1º maggio resta la celebrazione più importante per la classe lavoratrice e l’intero popolo, un momento in cui riaffermare la propria adesione alla causa rivoluzionaria, e non un’occasione per fare baldoria ad un concertone sempre più scevro da qualsiasi impegno politico. “Dall’esperienza che la storia ci lascia, abbiamo imparato che senza unità non c’è Rivoluzione, perché la Rivoluzione è figlia delle nostre stesse fatiche e anche dello scopo di continuare ad averne cura e reinventarla, affrontando la soluzione alle sfide che sono sempre più grandi e che ci impone la storia”, scrive Demetrio Villaurrutia Zulueta sul portale di Radio Rebelde.

Nonostante i suoi tentativi, anche questa volta l’imperialismo ha fallito nella sua offensiva contro Cuba, che il prossimo 5 maggio terrà le celebrazioni per la giornata internazionale dei lavoratori con la solita immensa partecipazione popolare, seppur distribuita su tutta l’isola e non concetrata nella sola capitale, un giorno di festa ma anche di rinnovamento del proprio impegno politico per la giustizia sociale e contro le ingerenze straniere.

Pubblicato in Attualità, Blocco, Cuba, Internazionale

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