In questi giorni stanno circolando poesie, lettere, canzoni che chiamano gli abitanti del pianeta Terra ad affrontare insieme il pericolo della pandemia. Inviti a un mondo diverso quando questo evento passerà, espressioni che predicono che verranno nuovi valori che saranno condivisi da tutti: valori autentici, solidarietà, altruismo, etica e fratellanza tra le persone, allontanando per sempre la meschinità, l’odio e le differenze tra razze, religioni, sessi, potere d’acquisto, che hanno prevalso fin dall’antichità.

COVID-19 ha allineato totalmente i media a un pensiero unico e totalitario, ha fermato l’economia globale, ha confinato le famiglie nelle loro case, ha paralizzato lo spostamento umano nel mondo, ha portato tutti fuori dalla loro solita routine e ci ha invitato a riflettere, avendo tempo. Non poteva quindi accadere altrimenti: impellenti espressioni artistiche avrebbero riflesso questa realtà mondiale.

La pandemia, finora, tiene il pianeta sulle spine. Noi umani non siamo stati in grado di dominare il virus, ci ha sminuiti e ha dimostrato che siamo una specie fragile, abbastanza indifesa, disorganizzata, priva di leadership e incapace di mettere i destini collettivi al di sopra di quelli individuali. Il problema della salute non riconosce le frontiere che abbiamo stabilito tra le nazioni; non distingue tra ricchi e poveri, tra milionari e mendicanti, tra vecchie metropoli e colonie; non distingue tra bianchi e neri, né tra uomini e donne. Ragioni sufficienti perché la creazione artistica invochi nuovi valori, un’evocazione del “dopo la tempesta”, di un mondo migliore ed equo quando ci saremo salvati.

COVID-19 ha uniformato totalmente i media, ha fermato l'economia globale, ha confinato le famiglie nelle loro case, ha paralizzato lo spostamento umano nel mondo

Mi chiedo se abbiamo pensato consapevolmente a un mondo dopo la pandemia: è possibile stabilire relazioni umane dallo shock di un evento mondiale? Spariranno l’odio, l’egoismo e la meschinità tra gli uomini? I valori che prevalgono nella società sono un riflesso delle differenze di classe inerenti ad ogni sistema economico-sociale. Se alcuni sono ricchi, pretenderanno sempre di essere più ricchi, ogni giorno; questo renderà gli altri più poveri, saranno sempre più poveri e torneremo al ciclo che abbiamo raggiunto oggi.

La cricca dei miliardari

In particolare non vedo come la vecchia e colta Europa possa condividere le sue ricchezze con i territori che ha saccheggiato per secoli in Asia, Africa e America Latina. L’Europa rinuncerà a pagare milioni a un calciatore per occuparsi delle migliaia di migranti che arrivano sulle sue coste? Utilizzerà parte dei suoi enormi profitti nello sviluppo dell’Africa subsahariana e disapproverà le guerre intestine che vi vengono promosse dall’esterno per sfruttare questi popoli più facilmente?

Gli Stati Uniti d’America rinunceranno al loro ruolo egemonico e di gendarme del mondo, alla loro sete di guerra e di violenza per imporre i loro dettami in qualsiasi angolo del pianeta? Rinunceranno alle spese militari che potrebbero sradicare la fame e l’emarginazione nel mondo? Rinuncerà al doppio standard di decidere quando i diritti umani sono violati al di fuori delle sue frontiere, mentre questo virus ha dimostrato l’inefficienza del suo modello sanitario e che, alla fine, il principale diritto umano è il diritto alla vita e quindi alla salute?

Credo che arriveranno grandi cambiamenti nel mondo, ma associati a un altro fenomeno di cui difficilmente si parla: per secoli il mondo occidentale è stato lo spazio che governa i destini del pianeta e dalla fine del XIX secolo gli Stati Uniti d’America hanno assunto la leadership dell’Occidente e, di conseguenza, quasi del mondo.

Negli ultimi 30-50 anni la Cina, con il Giappone che già era una potenza, insieme ad altri paesi della regione, sta avanzando e occupando posti centrali nell’attività economica globale. La Repubblica Popolare Cinese è diventata la seconda più grande economia del mondo e questa regione dell’Asia è considerata la locomotiva dell’economia mondiale.

 L'Oriente, con la Cina in testa, stabilirà nuovi concetti e valori nelle relazioni mondiali.

Il virus che ci sta attaccando ha danneggiato molto l’Europa, in termini di numero di infetti e di morti; ma anche in termini di posti di lavoro persi, economia paralizzata, aumento del deficit fiscale dovuto alle alte somme che si sono dovute sborsare per fermare il virus e i suoi effetti. Negli Stati Uniti d’America, il colpo all’economia sarà ancora maggiore, causando, secondo i criteri di molti studiosi, un collasso economico. L’America Latina, la regione più disuguale del pianeta, vedrà un enorme arretramento delle sue economie con la probabile generalizzazione della violenza sociale.

Queste ragioni mi fanno credere che la fine del dominio occidentale nel mondo si sta avvicinando, così come il ruolo egemonico degli Stati Uniti d’America ha i giorni contati. Non sto dicendo che cesserà di essere una potenza, insieme a Germania, Francia, Inghilterra e Italia; ma non sarà più il supporto fondamentale dell’economia mondiale e, quindi, della politica.

L’Oriente, con la Cina in testa, stabilirà nuovi concetti e valori nelle relazioni mondiali. Oso prevedere che saranno valori più compatibili con le idee espresse nelle poesie, lettere e canzoni che in questi giorni annunciano che un mondo migliore è possibile.