Il significato del 24 febbraio per Cuba e la Russia

Il 24 febbraio è un giorno speciale per Cuba e per la Russia. In questa data, ma nel 1895, ebbe inizio la terza guerra per l’indipendenza dal dominio coloniale spagnolo a Cuba, nota anche come “Guerra necessaria” o “Grido di Baire” (Baire è una piccola città nella provincia di Santiago de Cuba), anche se in realtà si trattò di una rivolta simultanea e pre-pianificata in 35 diverse regioni del Paese.

di Leonid Savin (*)
Fonte:
Traduzione: GFJ
24 febbraio 2023

José Martí, Máximo Gómez e Antonio Maceo

Il suo ispiratore, organizzatore e ideologo rivoluzionario fu José Martí, che cadde in combattimento nel maggio dello stesso anno, ma i suoi compagni Máximo Gómez e Antonio Maceo continuarono la lotta.

La Spagna rinunciò a Cuba dopo l’intervento degli Stati Uniti nel conflitto, nel dicembre 1898, anche se era troppo presto per parlare di vera indipendenza e sovranità: Washington iniziò a controllarla e mise a capo dell’isola i suoi fantocci, che si adeguarono a tutte le richieste della Casa Bianca.

Solo dopo la Rivoluzione del 1959 Cuba ottenne finalmente la sua piena e vera indipendenza. Ma insieme al 1° gennaio (Giorno della Rivoluzione), tutti i cubani riconoscono e ricordano il significato del 24 febbraio come atto di emancipazione e di ricerca della vera indipendenza dall’egemonia europea e americana e dell’unità culturale della nostra America.

Nel 2022, sempre il 24 febbraio, la Russia ha lanciato un’operazione militare speciale in Ucraina per impedire il genocidio della popolazione del Donbass, che dal 2014 era sottoposta a un costante e sistematico bombardamento genocidario contro coloro che avevano difeso la propria sovranità dichiarando l’indipendenza dall’Ucraina, a causa della brutale repressione e delle violazioni dei diritti umani.

Tutti questi fatti di uccisioni di civili e di disprezzo dei diritti umani da parte del regime di Kiev, divenuto illegittimo dopo il colpo di Stato del febbraio 2014, sono stati deliberatamente ignorati dai Paesi occidentali: Stati Uniti, Unione Europea e i loro satelliti. Più precisamente, hanno fatto finta di non accorgersene e hanno svolto essi stessi una rozza propaganda russofoba, spesso distorcendo la realtà e falsificando i fatti.

Pochi mesi prima dell’inizio dell’operazione, la leadership russa avvertì dell’inammissibilità di ulteriori provocazioni e propose una revisione dell’architettura di sicurezza europea, che negli ultimi anni si era rapidamente deteriorata in direzione degli eccezionali interessi strategici statunitensi.

Ma sembra che l’Ucraina sia diventata ancora più dipendente dagli Stati Uniti di quanto lo fosse Cuba alla fine del XIX secolo. Gli istigatori dell’UE e della NATO, lacchè asserviti di Washington, hanno fatto un coro comune, come quando gli alleati di Adolf Hitler, insieme alla Wehrmacht tedesca, si lanciarono contro Mosca.

Fidel Castro aveva giustamente sottolineato, circa 20 anni fa, che la Russia avrebbe condotto una nuova guerra in Europa contro il fascismo, solo che il fascismo si sarebbe chiamato democrazia.

Il leader della Rivoluzione cubana seguiva da vicino gli eventi che si svolgevano nel Donbass e sottolineava costantemente l’inammissibilità della sottovalutazione del popolo russo da parte dell’Occidente. Nell’ottobre dello stesso anno, Fidel osservava: “… ieri ho sentito le dichiarazioni del nuovo Segretario Generale della NATO, l’ex Primo Ministro della Norvegia, che si è insediato il 1° ottobre, solo sei giorni fa. Che odio c’è nel suo volto! Che incredibile desiderio di scatenare una guerra di distruzione contro la Federazione Russa…”.

Sì, la lotta contro il fascismo e il neonazismo è esattamente ciò che la Russia sta portando avanti ora, l’Occidente non sembra imparare dal passato e la Russia e Cuba condividono valori e interessi comuni, che si esprimono nella battaglia per la giustizia sociale, nell’inammissibilità della riscrittura della storia e del revival del nazismo, nel desiderio di porre fine ai progetti neocoloniali dell’Occidente e al monopolio capitalistico globale.

Abbiamo possibilità diverse e ci sono differenze culturali e storiche, ma l’attuale periodo difficile (per entrambi i Paesi) ha dimostrato che i legami di amicizia sono ancora molto forti. Anche se gli Stati Uniti hanno costantemente cercato di rovinare le nostre relazioni, soprattutto nel periodo successivo al crollo dell’Unione Sovietica.

Cuba e la Russia hanno superato la prova del tempo. Dobbiamo ancora portare a termine ciò che non siamo stati in grado di fare a causa di una serie di circostanze precedenti:

  • Rimuovere il blocco statunitense contro Cuba.
  • Eliminare le sanzioni contro i nostri Paesi. Espellere gli Stati Uniti dalla Baia di Guantanamo a Cuba, dove ancora detengono illegalmente parte del territorio e dove si trova una base navale, nota in tutto il mondo per l’esistenza di una prigione extraterritoriale.
  • E, naturalmente, completare l’operazione militare speciale in Ucraina, ponendo fine una volta per tutte al neonazismo militante e russofobo.

Non conosciamo ancora i tempi e gli scenari della sua fine.

È possibile che nel corso degli anni il 24 febbraio venga ricordato in Russia non solo come l’inizio di una fase attiva per la liberazione di una parte della Russia storica dal neonazismo, ma anche di una parte significativa dell’Europa e come il punto di biforcazione del crollo definitivo dell’egemonia unipolare statunitense e la nascita di un nuovo ordine mondiale multipolare più giusto.

 

(*) Leonid Savin. Direttore della Fondazione Fidel Castro per lo sviluppo delle relazioni russo-cubane, con sede a Mosca; collaboratore scientifico dell’Università dell’Amicizia Popolare della Russia (RUDN); membro della società scientifica militare del Ministero della Difesa russo; autore di numerosi libri sui conflitti, la geopolitica e le relazioni internazionali, pubblicati in inglese, spagnolo, italiano, portoghese e persiano.

Pubblicato in Attualità, Blocco, Cuba, Cultura, Internazionale

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