Gennadij Andreevič Zyuganov e Xi Jinping

“Rimanendo fedele al marxismo e sviluppandolo creativamente, il Partito Comunista Cinese ha fatto della Repubblica Popolare Cinese un punto di riferimento per tutta l’umanità. I successi del paese suscitano l’ammirazione degli amici e l’odio dei nemici. Questi ultimi sono in numero molto inferiore, ma hanno un enorme potere militare e di propaganda informativa. Dirigono la loro capacità di condurre “guerre ibride” per consolidare il dominio del capitale su scala mondiale. La situazione richiede la mobilitazione di tutte le forze progressiste del pianeta. Il rafforzamento della cooperazione tra il PCC e il Partito Comunista della Federazione Russa risponde pienamente agli interessi dei popoli dei nostri due paesi”.

Lo ha affermato il presidente del Comitato centrale del Partito comunista della Federazione Russa G.A. Zyuganov.

Intervista al Quotidiano del Popolo Renmin Ribao

D. Il 1° luglio il Partito Comunista Cinese festeggia il suo centesimo anniversario. Secondo lei, sulla base dell’esperienza e delle lezioni del Partito Comunista dell’Unione Sovietica e del Partito Comunista della Federazione Russa, quali sono le questioni più urgenti per il PCC dal punto di vista della costruzione del partito?

R. In effetti, il nostro grande vicino e partner strategico della Russia, la Cina, sta celebrando una data importante. Esattamente cento anni fa, nel 1921, nasceva il Partito Comunista Cinese. I nemici del vostro Stato, gli esponenti dall’establishment politico delle potenze capitaliste sostengono che l’idea comunista è qualcosa di estraneo alla Cina. Allo stesso tempo, il PCC viene presentato da queste forze come un usurpatore del potere, poiché dominerebbe con la forza quasi un miliardo e mezzo di persone nella RPC sotto il suo controllo.

È difficile sentire in giro per il mondo sciocchezze più grandi. Il Partito Comunista non è arrivato alla guida della Cina attraverso la menzogna e la violenza, come molte forze politiche occidentali. Ha guidato il paese grazie al fatto che è stata in grado di comprendere le aspirazioni più profonde del suo popolo, difendere i suoi interessi e, infine, salvare la sua patria nel periodo più difficile della sua storia. Le idee comuniste che guidavano il partito aiutarono a superare la difficile era di umiliazione nazionale iniziata con le guerre dell’oppio. La strada per la rinascita nazionale è stata aperta da quella fase storica. Lo ha affermato chiaramente il presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping al 19° Congresso del PCC, che ha rimarcato: “Le verità scientifiche del marxismo-leninismo hanno mostrato agli elementi progressisti in Cina come risolvere i problemi del paese. All’interno dei tempestosi movimenti sociali che si sono sviluppati nella società cinese nelle diverse fasi della sua storia moderna e oltre, nella durissima lotta del popolo cinese contro il dominio feudale e l’aggressione esterna, nel corso dell’unificazione del marxismo-leninismo con il movimento operaio cinese nel 1921 nacque il Partito Comunista Cinese. Da allora, il PCC è divenuto una colonna affidabile per il popolo cinese nella lotta per l’indipendenza nazionale, per la liberazione del popolo, per la forza del paese ed il benessere del popolo. Spiritualmente, il popolo cinese ha vissuto una trasformazione: dall’attesa passiva all’azione attiva.

Grazie al lavoro disinteressato dei comunisti e dell’intero popolo lavoratore, la Cina è diventata un paese segnato da un continuo sviluppo dinamico, un modello per il resto del mondo. La Cina moderna non è solo una grande potenza industriale, che padroneggia sempre meglio nuove tecnologie e aree di conoscenza scientifica. Molto più importante è il suo esempio, che indica come possibile unire progresso economico e sociale. I frutti dello sviluppo della RPC sono utilizzati non da un ristretto gruppo di proprietari di capitali e persone a loro vicine, ma da tutto il popolo. Questa è l’essenza del socialismo con caratteristiche cinesi.

I vizi più profondi del capitalismo vengono oggi illuminati in modo sempre più vivido. I cuori e le menti di miliardi di persone nel mondo si stanno rivolgendo a Pechino con speranza crescente. Il reale stato delle cose nel mondo rende la prospettiva socialista sempre più rilevante. E la Cina dimostra chiaramente quanto sia grande il suo ruolo per questo obiettivo.

Anche la formazione di un sistema fondamentalmente nuovo di relazioni internazionali sta diventando l’imperativo dei tempi. Avendo avanzato il progetto e l’idea di un mondo-comunità per risolvere al meglio il destino comune dell’umanità, la RPC sta diventando un centro di attrazione per tutti i popoli della Terra che lottano per il progresso sociale. Proprio per questo gli attacchi a Pechino in generale, e soprattutto al Partito comunista, sono un tutt’uno.

Tutte le possibilità politiche, economiche, mediatiche del capitale mondiale vengono oggi cinicamente utilizzate per screditare e indebolire la Cina. Proprio per questo, la resilienza del PCC e le sue risposte efficaci a sfide sempre più formidabili sono di particolare importanza. E l’esperienza dell’Unione Sovietica e del PCUS fornisce qui lezioni eccezionalmente importanti.

Una delle ragioni della distruzione dell’URSS fu la degenerazione politica di alcuni leader del partito giunti al governo. Elementi alieni e carrieristi iniziarono a penetrare in esso, interessati esclusivamente alle proprie fortune personali. Il PCUS non fu in grado di discernere e prevenire questo pericolo in tempo. Dopo la morte di Stalin l’URSS ha reagito sempre meno alle grandi sfide e alle minacce. E il principio stalinista “Senza una teoria, moriremo” è stato consegnato all’oblio. Alcuni funzionari iniziarono a legarsi a cattive teorie. L’ideologia, chiamata a svolgere un ruolo primario nel Partito Comunista, cominciò a trasformarsi in un elemento al servizio dell’apparato burocratico. Di conseguenza, il marxismo-leninismo era sempre meno percepito come un’idea vivificante, in via di sviluppo ma basata su principi fondanti.

Il Partito Comunista Cinese ha compreso le conseguenze fatali di tali errori. I comunisti cinesi dedicano un’attenzione enorme e crescente al lavoro teorico. Sia lo stesso Comitato Centrale che la rete allargata di strutture scientifiche sono impegnati in questo. L’Accademia delle Scienze Sociali, la Scuola Superiore del Partito, le università in Cina e numerose istituzioni marxiste in tutto il paese lavorano per sviluppare il pensiero teorico a sostegno dello sviluppo delle idee marxiste e del concetto di socialismo con caratteristiche cinesi e la politica di riforma e apertura.

L’attuale leadership del PCC e della Repubblica Popolare Cinese sottolinea costantemente l’importanza del lavoro ideologico e teorico. Secondo Xi Jinping, “il materialismo dialettico è la visione del mondo e la metodologia dei comunisti cinesi” e il partito deve “nutrirsi costantemente della saggezza della filosofia marxista”. Allo stesso tempo, Xi Jinping osserva che l’economia politica marxista deve stare al passo con i tempi per mantenere la propria vitalità. Secondo Xi, il PCC ha arricchito la teoria dell’economia politica marxista combinando i suoi principi di base con le nuove pratiche derivanti dal socialismo con caratteri cinesi.

Gli interessi delle persone vengono individuati come il criterio principale per lo sviluppo in Cina. È su questo fronte che si concentrano la forza e l’intelligenza del Partito Comunista. Seguendo i dettami e le speranze del popolo, il principio dell’“uomo al centro di tutto” è divenuto l’obiettivo e la missione del PCC fin dall’inizio. Questo ha permesso di superare gli ostacoli e condurre con fiducia il vostro Paese verso un grande rinascimento e uno splendido futuro socialista.

Allo stesso tempo, sotto la guida di Xi Jinping, è iniziato un programma su larga scala di aumento della disciplina nel partito e di lotta contro la corruzione. In questa lotta per la purezza dei ranghi, non ci sono dirigenti e postazioni inviolabili. Non ci si ferma un solo giorno. Questa linea di principio ha permesso di aumentare la credibilità del PCC da parte delle larghe masse popolari. E per il partito al governo, questo è estremamente importante.

D. Guardando al futuro, quali situazioni e sfide esterne pensi che il PCC debba affrontare? Come possiamo e dobbiamo affrontare queste sfide?

R. La principale sfida del mondo moderno, a mio avviso, risiede nella contraddizione profonda tra il sistema capitalista globale e i veri bisogni dell’umanità, i bisogni del 99 percento degli abitanti del mondo. Il sistema esistente nella maggior parte dei paesi del mondo è fondamentalmente ingiusto. Il capitalismo non distribuisce i prodotti del lavoro di miliardi di lavoratori, la ricchezza colossale che hanno creato per il bene comune, ma si concentra nelle mani dell’oligarchia mondiale. Per schiavizzare e sfruttare.

Questa situazione porta a mostruosi squilibri nello sviluppo, a crescenti disuguaglianze e povertà, all’inaccessibilità dei benefici sociali di base per miliardi di persone. Nella pandemia, anche nei paesi più ricchi dell’Occidente, le persone morivano mentre le riforme neoliberiste distruggevano l’assistenza sanitaria. Una quota significativa dei vaccini è concentrata in pochi Stati, mentre i più poveri non possono avviare nemmeno una campagna di vaccinazione limitata per le fasce più vulnerabili della popolazione.

Le realtà del mondo moderno hanno anche messo in ombra le conseguenze socioeconomiche della pandemia. Un numero enorme di persone ha perso i propri guadagni ed è precipitato nella povertà. La fame sta diventando un problema globale sempre più acuto. Allo stesso tempo, c’è una crescita senza precedenti nelle fortune delle persone più ricche del mondo e le principali società non hanno il tempo di calcolare i loro profitti.

Nonostante le crescenti mostruose distorsioni del sistema, le élite capitaliste non ne rivedranno le fondamenta. Sono completamente soddisfatti dello stato delle cose. Ma un tale ordine non si addice alle masse dei lavoratori. Ci sono proteste su larga scala in tutto il mondo. Le persone chiedono di abbandonare le distruttive riforme neoliberiste che aggravano la terribile situazione.

In tali condizioni, le potenze capitaliste hanno fatto ricorso a metodi sperimentati da tempo: menzogne ​​sofisticate e aggressione. Creano un’immagine del nemico esterno per distrarre la propria popolazione scontenta dalle vere cause delle sue calamità. Questo è il motivo per cui oggi in Occidente vengono coltivati ​​così attivamente sia i sentimenti russofobi che quelli anti-cinesi. Sia Mosca che Pechino sono accusate di lottare per distruggere il consueto stile di vita delle società occidentali, per sopprimere la democrazia e la libertà. Così, il capitale prepara l’opinione pubblica dei suoi paesi all’espansione, di fatto, alla guerra.

La nuova presidenza statunitense, subito dopo essere entrata alla Casa Bianca, ha delineato le principali linee aggressive e messo in campo le minacce. Hanno dichiarato la Russia, e soprattutto la Cina, i nemici principali. Washington non nasconde la paura per la crescente potenza economica, politica, scientifica e tecnologica della RPC e parla direttamente della sua intenzione di impiegare tutte le sue forze per contrastare il vostro paese.

L’offensiva va in più direzioni contemporaneamente. Violando grossolanamente i propri dogmi neoliberisti sul “libero mercato”, l’Occidente, guidato dagli Stati Uniti, sta cercando di limitare le esportazioni cinesi, creando sempre più barriere per le aziende cinesi. Allo stesso tempo, non disdegnano nemmeno la forza bruta e le misure apertamente repressive.

Il vettore politico-militare degli attacchi anti-cinesi include la militarizzazione della regione Asia-Pacifico. Gli Stati Uniti stanno trasferendo qui sempre più armi offensive, creando nuove basi e teste di ponte, puntando a rafforzare ancor più il blocco aggressivo della Nato. Non passa settimana senza una nuova provocazione, che si tratti del passaggio di navi americane attraverso il Mar Cinese Meridionale o dello Stretto di Taiwan, di forniture di armi a Taipei o di dichiarazioni bellicose. Con il ricatto e la corruzione, Washington sta cercando di influenzare i circoli dirigenti di un certo numero di paesi per metterli contro la Cina. Ciò avviene nonostante il desiderio incondizionato dei popoli di vivere in pace e armonia.

La pressione economica e politico-militare è accompagnata da una campagna di menzogne ​​e disinformazione. I media occidentali raccontano al mondo dei “campi di concentramento” nella regione autonoma dello Xinjiang Uygur e incolpano Pechino della situazione di tensione in Himalaya. I movimenti separatisti vengono gonfiati artificialmente. Inoltre, le autorità americane non esitano a servirsi di organizzazioni terroristiche come il Movimento islamico del Turkestan orientale, che hanno escluso dalla “lista nera”.

È il PCC che è direttamente e indirettamente al centro della propaganda ostile. Le élite capitaliste sono ben consapevoli che il Partito Comunista è la spina dorsale della società cinese, il motore dello sviluppo del Paese. È su di esso che vengono sferrati i colpi principali.

Contrastare queste minacce diventerà il compito principale della Cina e del Partito Comunista per il prossimo futuro. A questo proposito è molto importante rafforzare il potenziale economico e di difesa della RPC, per aumentare l’indipendenza scientifica e tecnica dai paesi occidentali. Ma al centro di tutti questi sforzi, a mio avviso, dovrebbe esserci la costante preoccupazione per l’integrità ideologica e morale interna del PCC e il mantenimento della lealtà alle idee del socialismo.

D. Quali sono le vostre aspettative in relazione al progetto politico e teorico generale del PCC?  

R. Una delle funzioni della scienza è quella predittiva. Consiste nella capacità di prevedere le principali direzioni di sviluppo dei fenomeni, di prevedere l’esito di un evento. Per questo, il passato viene indagato in modo attento e completo, vengono evidenziate le tendenze e le forze trainanti dei fenomeni. Così, diventa possibile immaginare i contorni del futuro.

Questa funzione è di particolare importanza per noi comunisti. Sulla base di un approccio scientifico, dopo aver studiato le leggi oggettive dello sviluppo della società umana, Marx ed Engels hanno concluso che la natura del capitalismo è transitoria e la vittoria del socialismo inevitabile. Con questo metodo si può anche riflettere sulle prospettive di sviluppo del Partito Comunista Cinese.

Il PCC celebra il suo centesimo anniversario consapevole del suo itinerario storico glorioso. Iniziando il proprio percorso come un piccolo gruppo semi-clandestino, il partito è cresciuto fino a diventare una forza massiccia sostenuta dal popolo. È sopravvissuto a persecuzioni e repressioni sanguinose, ha combattuto contro invasori e controrivoluzioni interne, ha conosciuto periodi di ritirate e balzi in avanti.

Come ogni organizzazione di massa che segue la via sconosciuta della liberazione e dello sviluppo della società, il PCC non aveva garanzie contro gli errori. Il suo percorso non era assolutamente liscio e senza nuvole. Ma il PCC è riuscito a capire gli errori in tempo e a correggerli. Pertanto, le conseguenze negative delle politiche del “Grande Balzo in avanti” e della “Rivoluzione Culturale” hanno portato ad una revisione del processo di sviluppo del paese. Ciò è sfociato nella politica di riforma e apertura, il socialismo con caratteristiche cinesi.

Un approccio creativo al marxismo è strettamente correlato alla capacità di riconoscere e correggere gli errori. La dirigenza del PCC è ben consapevole dei problemi che la dogmatizzazione della teoria e la sua ossificazione possono portare. Xi Jinping sottolinea che “è necessario, sulla base dei cambiamenti della fase storica e dei cambiamenti della prassi, approfondire continuamente la conoscenza, generalizzare continuamente l’esperienza, mantenere continuamente una profonda interazione tra innovazioni in teoria e innovazioni in pratica, al fine di sviluppare il marxismo cinese del XXI secolo”.

Sulla base di questi fattori, si può sicuramente affermare che il Partito Comunista Cinese è sulla strada giusta. È impossibile, ovviamente, prevedere tutti gli eventi futuri nello sviluppo della Cina e del mondo. Ma per noi comunisti russi è ovvio che il PCC è preparato per le prove più difficili. Il partito possiede la forza interiore per avanzare rapidamente e la flessibilità necessaria per eseguire le più appropriate manovre in marcia.

Xi Jinping osserva che non c’è da stupirsi, ricordando che il partito fu fondato sulla famosa e mitica “piccola barca rossa”,  che lo stesso partito è divenuto il punto di riferimento del popolo e la speranza della nazione superando le correnti e le onde turbolente, ha aggirato le secche pericolose e si è in poi trasformato in una nave gigantesca che porta la Cina a uno sviluppo stabile… Nel suo discorso in occasione del 100esimo anniversario del 2021, il Presidente della Repubblica Popolare Cinese ha dichiarato: “Abbiamo passato cento anni meravigliosi, un percorso lunghissimo sino al raggiungimento degli attuali grandi traguardi. Aderiamo al principio delle “persone sotto i riflettori”, ricordiamo sempre il nostro obiettivo e le nostre missioni originali. E nonostante gli elementi, il vento e le onde, muovendoci a vele spiegate e all’avanguardia, otterremo sicuramente un grande risveglio della Cina come nazione e dei cinesi tutti”. Oggi, il mondo intero dovrebbe ascoltare adeguatamente queste parole, per comprendere la Cina moderna e considerare meglio il proprio percorso verso il futuro. Le decisioni del V Plenum del XIX Comitato Centrale del PCC infondono in noi un grande ottimismo. Nel suo comunicato vengono delineate le direzioni più importanti per il corso del partito. Si rileva che la Cina è nelle prime fasi del socialismo. E il partito deve mantenere la determinazione strategica e adempiere ai propri compiti, perseguendo le leggi dello sviluppo. Si ribadisce che “occorre determinare con precisione la strategia e rispondere correttamente ai cambiamenti se la strategia la si vuole davvero perseguire”. Si sottolinea la necessità “di saper trovare con lucidità il passaggio risolutivo conveniente nelle situazioni di crisi, di agire in modo nuovo nelle situazioni instabili, di utilizzare al meglio le opportunità favorevoli, di affrontare senza paura le sfide ma di evitare i pericoli senza via d’uscita e su tutto di andare avanti con il massimo coraggio”.

D. Come valuta il Partito Comunista della Federazione Russa la teoria e la pratica del socialismo con caratteristiche cinesi in relazione al movimento comunista internazionale? Quali sono, a vostro avviso, i principali risultati del lavoro teorico del Partito Comunista Cinese negli ultimi anni?

"Pechino si oppone al blocco di Cuba e a quello contro il Venezuela. Difende il diritto del popolo palestinese di creare il proprio stato e rifiuta la politica di sanzioni contro Russia, Iran e altri paesi. Questo indebolisce le possibilità dell’oligarchia mondiale, aiuta i movimenti comunisti e progressisti del mondo nel loro lavoro a beneficio dei loro popoli."

R. La distruzione dell’Unione Sovietica e del sistema degli stati socialisti nell’Europa orientale ha inferto un duro colpo al movimento comunista internazionale. Ci sono stati tentativi di ratificare il “crollo storico” del comunismo nella lotta contro il capitalismo. Queste conclusioni sono state, per usare un eufemismo, affrettate. Contraddicono le leggi oggettive dello sviluppo sociale e storico. Anche Lenin avvertì che “immaginare che la storia del mondo vada avanti senza intoppi e ordinatamente, senza a volte enormi balzi indietro, è non dialettico, non scientifico, teoricamente scorretto”. Pertanto, gli eventi degli anni ’80 e ’90 non furono una sconfitta, ma una temporanea ritirata del movimento comunista.

Qualunque sia la condizione della classe lavoratrici mondiale e delle forze politiche comuniste e operaie in questo momento, il trionfo mondiale del socialismo è inevitabile. Ciò è chiaramente dimostrato dalle tendenze recenti. Il capitalismo globale è sempre più lacerato dalle proprie contraddizioni. Porta l’umanità a una profonda crisi socio-economica, ecologica, culturale e morale. Su uno sfondo così miserabile, le conquiste dei paesi che seguono la via socialista sono sempre più luminose. E prima di tutto c’è la Cina, enorme e potente.

Già nel 1979, nell’ambito delle riforme avviate, si rendeva necessario chiarire la questione delle prospettive del socialismo in Cina. Deng Xiaoping ha poi avanzato la tesi della necessità di aderire fermamente a quattro principi fondamentali: la via socialista, la dittatura del popolo o del proletariato, la direzione del Partito Comunista, il marxismo-leninismo e le idee di Mao Zedong. Inoltre, Deng Xiaoping ha sostanzialmente spiegato perché il socialismo è migliore del capitalismo: “Il capitalismo non può esistere senza i super-profitti dei milionari, senza sfruttamento e rapina, non può essere salvato dalle crisi economiche, non può formulare ideali e moralità comuni, non può liberarsi di crimini estremamente gravi, del declino morale e della disperazione”. La verità di queste parole è confermata ogni giorno.

Nello stesso momento in cui il mondo stava già soffrendo per la pandemia, la Cina ha affrontato il disastro del coronavirus in tempi record. Inoltre, ha mantenuto la dinamica dello sviluppo economico e raggiunto una rapida soluzione al compito più importante: l’eliminazione completa della povertà estrema.

La Cina ci rende felici, con i suoi grandi successi. Secondo i bilanci del primo trimestre dell’anno in corso, l’economia del paese ha mostrato una crescita senza precedenti, oltre il 18%. Il volume della produzione industriale è cresciuto notevolmente. Le industrie ad alta tecnologia sono diventate locomotive. La produzione di attrezzature è aumentata del 40% e veicoli elettrici, robot industriali, escavatori, microcomputer e circuiti integrati di oltre il 60%. La crescita delle esportazioni ha superato il 38% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Tutte queste cifre parlano di un avvio positivo del concetto di doppia circolazione proposto dal PCC lo scorso anno.

Pertanto, la pratica del socialismo in Cina nella fase attuale gioca un ruolo decisivo nel processo storico di transizione dal capitalismo al socialismo su scala mondiale. Con i suoi grandiosi successi, Pechino dimostra al mondo intero i vantaggi della via di sviluppo socialista. Un tempo povero paese agricolo, dilaniato dall’inimicizia interna e rovinato da invasori stranieri, la Repubblica Popolare Cinese è diventata una potenza leader che ha sfidato i tradizionali centri di sviluppo globale come gli Stati Uniti e l’Europa occidentale.

La Cina, con i suoi concetti di comunità mondiale, di destino comune dell’umanità e “One Belt – One Road”, contribuisce alla diffusione della sua esperienza in molti paesi del mondo. Lo sviluppo economico di tutti questi paesi, i legami di essi con la RPC e tra essi stessi si stanno approfondendo. Questo accelera la formazione di un polo alternativo mondiale, indebolendo il dominio del globalismo di segno americano. La posizione coerente di Pechino nell’arena internazionale fa sì che ciò si concretizzi.

Opponendosi alle pretese aggressive degli Stati Uniti e dei suoi alleati, la Cina sostiene il sistema di relazioni interstatali basato sulle norme del diritto internazionale con il ruolo guida dell’ONU. Pechino si oppone al blocco di Cuba e a quello contro il Venezuela. Difende il diritto del popolo palestinese di creare il proprio stato e rifiuta la politica di sanzioni contro Russia, Iran e altri paesi. Questo indebolisce le possibilità dell’oligarchia mondiale, aiuta i movimenti comunisti e progressisti del mondo nel loro lavoro a beneficio dei loro popoli.

È importante che la Cina partecipi attivamente allo sviluppo della teoria marxista. I forum socialisti scientifici internazionali annuali a Pechino sono diventati una buona tradizione. Vi partecipano rappresentanti dei partiti comunisti, di sinistra, scienziati ed esperti di tutto il mondo. I forum discutono le questioni più urgenti relative alla ricerca storica, filosofica e politica e affrontano le problematiche legate ai processi economici e politici mondiali, affrontando conseguentemente le prospettive per lo sviluppo del movimento comunista e la pratica del socialismo.

La Cina dà così un contributo decisivo al movimento mondiale per il socialismo e, non retoricamente, è la locomotiva del processo storico mondiale. Questo fatto è costantemente sottolineato dal Partito Comunista della Federazione Russa. Rendendosi conto che l’inibizione del lavoro teorico ha avuto un ruolo negativo nel destino dell’URSS e del PCUS, il nostro partito presta ora molta più maggiore attenzione a questi problemi.

Il Partito Comunista della Federazione Russa ha condotto un’analisi approfondita delle ragioni della distruzione dell’Unione Sovietica e della restaurazione del capitalismo in Russia. Oggi il nostro partito sta lavorando per definire le modalità di sviluppo della società russa, il suo progetto futuro, formando un movimento di massa “Per una patria forte, giusta e socialista – per l’URSS!”.  Questo lavoro è portato avanti dal Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa e dai rami regionali del partito, dalle redazioni dei giornali Pravda e Sovetskaya Rossiya, dal canale televisivo Krasnaya Liniya, dall’associazione pubblica Scienziati russi di orientamento socialista, nostri alleati e sostenitori.

Una notevole parte del lavoro teorico è dedicata allo studio delle tendenze dello sviluppo mondiale. In una serie di opere, incluso il mio libro La Russia sotto l’obiettivo del globalismo, viene fornita un’analisi approfondita delle peculiarità dello sviluppo imperialista e capitalista di questa fase, vengono affrontate le questioni relative alla sua distruttività per l’umanità. Uno spazio speciale in questi lavori è dato dall’analisi dell’esperienza della RPC come società capace di unire intorno a sé le forze sane del pianeta e sfidare il capitale globale.

D. Per favore, parlaci dello stato attuale del Partito Comunista della Federazione Russa. La pandemia ha introdotto novità nella filosofia politica del Partito?

"È una questione centrale il fatto che le forze progressiste del pianeta possano avere punti di riferimento mondiali e potenti. Cina, Vietnam, Cuba hanno dimostrato l’alta efficienza dei meccanismi socialisti. Questi paesi hanno manifestato la loro essenza socialista nel risolvere i problemi più difficili: dal grande problema dell’assistenza sanitaria durante l’epidemia al garantire la crescita economica. Ecco perché, seguendo Lenin, affermiamo: “Siamo ottimisti!”."

R. Il Partito Comunista della Federazione Russa è stato la principale forza di opposizione del paese sin dalla sua ricostituzione nel 1993. Riteniamo che il corso neoliberista scelto dopo la distruzione dell’URSS sia sbagliato e mortalmente pericoloso per la Russia. Nonostante la retorica patriottica dell’attuale governo russo, non vediamo i gruppi dirigenti distanziarsi dalla politica della “terapia d’urto”. E questa politica ha avuto le conseguenze più drammatiche. Tra queste vi sono la deindustrializzazione del nostro paese, la sua dipendenza dalla centralità del petrolio e del gas, una profonda crisi demografica, la distruzione delle infrastrutture sociali, l’impoverimento della popolazione e la profonda disuguaglianza.

Crediamo che la vita quotidiana del popolo russo richieda urgentemente un cambiamento radicale del corso di questo sviluppo della Russia. I redditi reali della popolazione sono in calo da molti anni consecutivi. La quota del paese nel PIL mondiale è scesa al di sotto del due per cento. In forte ritardo nell’innovazione, la Russia rimane vulnerabile rispetto alle sempre più gravi tensioni nelle sfide esterne. Gli Stati Uniti e i loro alleati ci fanno pressione con sanzioni, ci circondano di basi militari e accumulano i loro contingenti militari vicino ai nostri confini. Lo scudo missilistico nucleare creato dall’Unione Sovietica finora sta trattenendo i predatori stranieri. Tuttavia, in assenza di una forte retroguardia sotto forma di un’economia forte e di una scienza sviluppata, questo potrebbe non essere sufficiente per proteggerci dalle aggressioni esterne.

La pandemia ha dimostrato che avevamo ragione, ha confermato le valutazioni e gli avvertimenti del Partito Comunista della Federazione Russa. Il sistema sociale, indebolito da diverse ondate di “ottimizzazione”, difficilmente ha potuto contenere l’assalto del contagio. Il calo dell’economia a fine 2020 si è rivelato superiore alla media mondiale. Questo rende il nostro partito ancora più energico nel lottare per l’attuazione delle sue disposizioni programmatiche.

Il XVIII Congresso del Partito Comunista della Federazione Russa svoltosi nell’aprile di quest’anno è stato per noi di grande importanza. Ha valutato il lavoro del partito e del suo Comitato centrale per un periodo di quattro anni. Vengono elencati risultati concreti, vengono annotati problemi e successi, vengono fissati compiti per il futuro. Nella risoluzione del congresso dal titolo “Per il socialismo, contro la povertà e l’illegalità!” si sottolinea la necessità di una soluzione urgente ai problemi accumulati nel paese.

Il Partito comunista insiste sulla creazione di un governo di fiducia del popolo, che realizzerà un programma per far uscire la Russia dalla crisi. Proponiamo la nazionalizzazione di settori chiave dell’economia e delle banche, l’attuazione di una politica monetaria nazionale e la soppressione dell’esportazione predatoria di capitali come i compiti primari del potere popolare. In generale, è imperativo eliminare i meccanismi finanziari che devastano il Paese e ne ostacolano lo sviluppo economico e sociale. Abbiamo bisogno di un grande cambiamento della politica delle importazioni e di una politica sociale nell’interesse dei lavoratori.

L’esperienza della Cina è stata citata come esempio al Congresso del Partito Comunista della Federazione Russa. Il Rapporto politico del Comitato centrale cita le parole di Xi Jinping secondo cui il centro della politica del PCC è il popolo, le sue aspirazioni e i suoi interessi. Allo stesso tempo, il nostro documento sottolinea la rapidità con cui è possibile svilupparsi su tale base: “Più di 700 milioni di persone sono uscite dalla povertà. Entro la metà del secolo – il 100° anniversario della RPC – il Celeste Impero intende diventare uno stato socialista potente, civilizzato e avanzato. E sotto la guida del Partito Comunista, questo è un compito assolutamente raggiungibile. Sulla scena mondiale, Pechino sta promuovendo attivamente il progetto “One Belt – One Road”. L’idea di unire i paesi attraverso uno sviluppo basato sull’introduzione delle ultime tecnologie, dei sistemi di trasporto e di nuove e grandi infrastrutture, è un’idea derivante dalla concezione marxista-leninista basata su di una cooperazione equa tra i popoli.

Un evento importante per la Russia saranno le elezioni della Duma di Stato a settembre di quest’anno 2021. Ci stiamo preparando seriamente per questo appuntamento, sentendo il sostegno di milioni di nostri concittadini. Il Partito Comunista della Federazione Russa si sta avviando verso una campagna elettorale parlamentare con una strategia dettagliata per salvare il Paese.

Operando all’opposizione, i comunisti russi affrontano molte difficoltà. Dobbiamo costantemente superare la pressione politica, affrontare le manifestazioni dell’anticomunismo e dell’antisovietismo. Ma non cediamo alle difficoltà. Siamo ispirati dalle straordinarie vittorie dei nostri predecessori: i bolscevichi russi, l’intero popolo sovietico e le conquiste uniche dei nostri compagni e amici cinesi.

D. Come valuta il Partito Comunista della Federazione Russa le differenze tra la propria filosofia politica e quella del PC Cinese?

R. Sia il PCC che il Partito Comunista della Federazione Russa sono partiti comunisti basati sul marxismo-leninismo. Entrambe le forze affrontano la loro eredità teorica non in modo dogmatico, ma in modo creativo. Ciò è pienamente coerente con gli insegnamenti di Marx, Engels e Lenin sui pericoli del dogmatismo e dell’applicazione meccanica delle proposizioni teoriche. Vi ricordo che Engels ha paragonato il marxismo a una leva che dovrebbe mettere in moto le masse dei proletari e di tutti i lavoratori. Ha criticato aspramente coloro che “non comprendono la nostra teoria e la trattano in modo dottrinario e meccanicistico, credendo che debba essere imparata a memoria e che ciò basti per ogni questione politica e teorica. Per costoro il nostro pensiero è un dogma, non una guida all’azione”.

Lenin lottò risolutamente anche contro l’assimilazione dottrinaria del marxismo. Non accettava la memorizzazione e la semplice ripetizione di “formule” da modificare secondo “la specifica situazione economica e politica di ogni particolare fase del processo storico”.

Il programma del Partito Comunista della Federazione Russa dichiara fermamente: “Nel definire gli scopi e gli obiettivi del programma, la strategia e la tattica, il nostro partito procede dall’analisi della pratica sociale e politica, è guidato dall’insegnamento marxista-leninista e lo sviluppa creativamente, si basa sull’esperienza e sui risultati della scienza e della cultura nazionali e mondiali”.

Il fatto che il partito sia guidato nelle sue attività dal marxismo-leninismo è affermato anche nei documenti programmatici del PCC. Le Regole del Partito affermano che “la linea ideologica del partito richiede che tutto proceda dalla realtà, per combinare la teoria con la pratica, per essere realistici, per testare e sviluppare la verità nel corso della pratica”.

Naturalmente, lo stato reale delle cose lascia il segno sulle attività del PCC e del Partito Comunista della Federazione Russa. Il PCC è la forza guida della società cinese. Si occupa direttamente dell’organizzazione e dello sviluppo politico e socio-economico del Paese, della determinazione della politica interna ed estera della RPC. Il Partito Comunista della Federazione Russa è un partito di opposizione. Proponiamo strategie per lo sviluppo della Russia, evidenziamo le carenze dell’attuale politica e proteggiamo i diritti dei lavoratori. Ci battiamo per l’attuazione dei nostri progetti programmatici all’interno delle mura del parlamento e delle autorità locali, per strada e nel nostro lavoro quotidiano con i lavoratori.

Ma il PCC e il Partito Comunista della Federazione Russa hanno gli stessi principi ideologici. I nostri partiti sono concentrati sulla costruzione di una società socialista giusta e vedono il comunismo come l’obiettivo finale. “Il più alto ideale e obiettivo finale del partito è la realizzazione del comunismo”, recita lo statuto del PCC. “Man mano che il socialismo si sviluppa, vengono costituite le premesse necessarie per la formazione del comunismo – il futuro storico dell’umanità”, sottolinea il Programma del Partito Comunista della Federazione Russa. Questo è ciò che, prima di tutto, pone una solida base per la cooperazione tra le nostre parti, la soluzione congiunta dei compiti che devono affrontare i popoli della Cina, della Russia e del mondo intero.

D. Come vede il Partito Comunista della Federazione Russa il futuro, il destino, lo sviluppo a lungo termine del movimento comunista internazionale?

R. Il Partito Comunista della Federazione Russa è fiducioso che gli eventi a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 siano una ritirata temporanea, un episodio tragico ma transitorio sulla via del progresso sociale. Anche Engels ha scritto che Marx ha dato una spiegazione strettamente scientifica dell’inevitabilità del crollo del sistema capitalista e ha dimostrato l’inevitabilità della vittoria del socialismo. A partire da ciò, non ci basiamo su criteri romantici e morali, ma su fatti economici fondamentali. Questi fatti economici mostrano ancora oggi quale sarà il destino storico della società sfruttatrice. Un destino di sconfitta.

Lenin sviluppò profondamente la grande eredità teorica di K. Marx e F. Engels. Allo stesso tempo, si dimostrò un organizzatore di talento, un rivoluzionario, creatore di un nuovo tipo di partito e del primo stato socialista del mondo. Come ha scritto il famoso rivoluzionario cinese Sun Yat-sen, “Nel corso di molti secoli di storia mondiale, migliaia di leader e studiosi si sono presentati con belle parole sulle labbra, parole che non sono mai state messe in pratica. Tu, Lenin, sei un’eccezione. Non solo hai parlato e insegnato, ma hai tradotto le tue parole in realtà. Hai creato un nuovo paese. Ci hai mostrato la strada”.

Sì, dopo la vittoria della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, il capitalismo ha di nuovo dimostrato la sua vitalità. Ha dimostrato la capacità di manovrare e adattarsi alle mutevoli condizioni. Il capitale fece concessioni ai lavoratori dopo la vittoria della Grande Rivoluzione d’Ottobre e la formazione di un sistema di stati socialisti. Introdusse garanzie sociali e si rassegnò alla decolonizzazione di interi continenti. Ma l’essenza del capitalismo è rimasta la stessa. Di conseguenza, le contraddizioni del capitalismo non sono mai state risolte. Poiché esse risiedono sulla natura sociale della produzione e la forma di appropriazione capitalista privata.

Le crisi del capitalismo si fanno sempre più prolungate e profonde. L’umanità non ha avuto il tempo di riprendersi dalla crisi finanziaria ed economica globale iniziata nel 2008, quando è stata colpita dalla crisi associata alla pandemia. Lo scoppio del coronavirus ha messo in luce l’essenza del sistema capitalista, la sua disuguaglianza e ingiustizia come un riflettore luminoso. Ha accelerato la perdita, da parte degli operai e dei contadini, delle concessioni che la borghesia aveva fatto nel secolo scorso. Davanti a noi, in tutto il suo abominio, il capitalismo appare così com’è. È un sistema di estrema oppressione e di profonda disuguaglianza.

Il proletariato è il becchino del capitalismo e il motore della transizione verso una società socialista. Ma, come sottolineavano i classici, per difendere i suoi interessi, conquistare i suoi obiettivi, per diventare una classe veramente rivoluzionaria, i proletari devono armarsi di una teoria avanzata: il marxismo-leninismo. Solo in questo caso la protesta spontanea delle masse si trasformerà in una lotta coerente e consapevole per la libertà e la giustizia.

La più grande responsabilità, affinché ciò accada, è sulle spalle dei comunisti. E quanto più distruttive diventano le conseguenze del dominio capitalista, tanto più urgente è il bisogno dell’umanità di un movimento comunista ampio e forte. Contrariamente alle affermazioni del “crollo del comunismo”, sono le forze di sinistra che sono in prima linea nelle rivolte popolari in vari paesi. Lo scorso anno, ciò è stato confermato dalle proteste di milioni di lavoratori e proletari in India, dalla lotta dei lavoratori in Turchia, dalle manifestazioni di massa in America Latina, Europa e persino negli Stati Uniti. L’attività gradualmente crescente delle masse popolari pone le basi per il rafforzamento del movimento comunista internazionale.

È una questione centrale il fatto che le forze progressiste del pianeta possano avere punti di riferimento mondiali e potenti. Cina, Vietnam, Cuba hanno dimostrato l’alta efficienza dei meccanismi socialisti. Questi paesi hanno manifestato la loro essenza socialista nel risolvere i problemi più difficili: dal grande problema dell’assistenza sanitaria durante l’epidemia al garantire la crescita economica. Ecco perché, seguendo Lenin, affermiamo: “Siamo ottimisti!”.

Tuttavia, la convinzione della nostra vittoria non può essere motivo di compiacimento. Al contrario, il compito dei comunisti nelle condizioni attuali è di lavorare sempre più attivamente con le masse, di educarle, di organizzarle per combattere lo sfruttamento e la disuguaglianza. E questo, a sua volta, richiede un maggiore coordinamento tra i comunisti di tutto il mondo. Ecco perché i legami stabili e le relazioni profonde di stima e amicizia tra il Partito Comunista della Federazione Russa e il PCC sono così importanti.

D. Quali idee e proposte specifiche ha il Partito Comunista della Federazione Russa per rafforzare gli scambi e la cooperazione con il PCC?

R. Il nostro Partito e il PCC hanno raggiunto un livello molto elevato di relazioni. Oggi definirei la nostra interazione non solo di partenariato o amichevole, ma strategica. Vorrei ricordarvi che poco dopo la ricostruzione del nostro partito all’inizio degli anni ’90, sono stati stabiliti stretti contatti bilaterali tra i comunisti di Russia e Cina. Un accordo di cooperazione tra le nostre parti è stato firmato 25 anni fa.

A dicembre 2019, l’accordo sulla nostra cooperazione è stato nuovamente rinnovato. Poi, a capo della delegazione del Partito Comunista della Federazione Russa vi è stata la mia visita in Cina. Il Memorandum scaturitone, e attivato sino al 2024, prevede lo svolgimento di seminari su questioni teoriche, lo scambio di delegazioni, il rafforzamento della cooperazione regionale e l’informazione reciproca regolare sulle reciproche attività.

Queste attività vengono implementate con successo. Prima dell’emergere delle difficoltà legate alla pandemia, delegazioni dei rami regionali del Partito Comunista della Federazione Russa, giornalisti di pubblicazioni di partito, attivisti del Lenin Komsomol hanno visitato regolarmente il vostro paese, al fine di conoscere e studiare l’esperienza dei comunisti cinesi, i successi dell’edificazione socialista nella RPC.

I membri del Partito Comunista della Federazione Russa e i nostri sostenitori ricevono informazioni costanti sugli eventi in Cina, sulle politiche del PCC. Ciò è stato ottenuto grazie alla comparsa sulle pagine del quotidiano Pravda di una rubrica congiunta con il sito web Renminwang. Il canale Red Line TV, le risorse Internet del nostro partito e le sue numerose pubblicazioni locali prestano grande attenzione agli eventi nella RPC. Il lavoro teorico congiunto viene rafforzato. È ciò avviene in modo particolare attraverso la collaborazione con l’Istituto Marxista dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali.

Il lavoro congiunto ha già un grande successo e un ancor più grande potenziale. Ne sono un esempio la celebrazione del 70° anniversario della Vittoria, il 100° anniversario della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, il 200° anniversario della nascita di Karl Marx. Questo lavoro deve essere continuato e ampliato. Il centesimo anniversario del PCC è una buona occasione per questo.

Crediamo che il lavoro teorico congiunto dovrebbe essere portato a un nuovo livello. Prendendo come base l’esperienza acquisita, è possibile creare commissioni teoriche permanenti o gruppi di lavoro con l’inclusione di scienziati sociali provenienti dalla Russia e dalla Cina.

Siamo pronti a divulgare le strategie e le iniziative proposte dal PCC, poiché ciò è molto interessante e utile per i cittadini russi. Si tratta dei concetti di “due circolazioni” e della comunità umana unica e del comune destino dell’umanità, i vantaggi della strategia “One Belt – One Road”. Questo lavoro può essere incluso in un formato più ampio rispetto a quello già in essere e relativo alla guerra sull’informazione condotta dall’Occidente. Siamo semplicemente obbligati a costruire insieme un’alternativa per il futuro del nostro pianeta.

Il Partito Comunista della Federazione Russa, come una delle principali forze politiche in Russia, è pronto a rafforzare la cooperazione interstatale dei nostri paesi in ogni modo possibile. Non è un segreto che dopo la distruzione dell’URSS, la squadra di Eltsin in Russia si sia orientata verso Washington. Ciò ha reso il nostro paese vulnerabile alle pressioni esterne dell’oligarchia mondiale. Il Partito Comunista ha sempre sottolineato che è necessario puntare sullo sviluppo dei rapporti con il resto del mondo, e soprattutto con la Cina.

Molto è stato fatto negli ultimi tempi nelle relazioni tra i nostri due Paesi. Cina e Russia stanno realizzando progetti congiunti nei settori dell’energia, dei trasporti e dell’industria della difesa. Si rafforzano i legami politici, culturali ed educativi. Pechino risulta il primo tra i partner commerciali di Mosca. Ma il potenziale per espandere le relazioni tra i nostri paesi è grande. Deve corrispondere veramente allo status delle grandi potenze. Ciò è particolarmente importante nel contesto delle relazioni internazionali aggravate dalla crescente aggressività del blocco di Stati guidato dagli Stati Uniti.

Uno dei “driver” per un’ulteriore espansione della cooperazione può essere quello delle strette relazioni tra le regioni della Cina e le regioni della Russia. Per cogliere questo obiettivo siamo pronti a fornire il nostro contributo, lavorando per costruire o rafforzare le relazioni tra regioni russe e Cina a partire dalle regioni russe in cui il nostro partito governa: nelle regioni di Oryol, Novosibirsk, Khakassia.

D. Hai incontrato molte volte il presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping. Raccontaci le tue impressioni e alcuni dettagli interessanti di questi incontri.

R. In effetti, abbiamo avuto molti incontri, e ognuno di essi mi ha lasciato un ricordo profondo. Grazie ad un nostro incontro a Shanghai, ci conoscevamo già quando Xi Jinping visitò la Russia nel marzo 2010 come membro del Politburo del Comitato Centrale del PCC e vicepresidente della Repubblica Popolare Cinese. Già allora, era chiaro che era una persona eccezionale, che aveva molto da dare e da fare per il bene del popolo cinese. Si è subito manifestata la profonda competenza di Xi Jinping, la sua preparazione in materia di economia, politica e relazioni internazionali. Il presidente della Repubblica Popolare Cinese conosce bene la storia delle relazioni tra i nostri paesi e i nostri partiti.

In secondo luogo, l’impegno calmo e fiducioso di Xi Jinping nei confronti del marxismo e la profondità e la tenacia delle sue convinzioni fanno subito una grande impressione. E questo non è un giudizio con basi puramente emotive, ma si costituisce sulla base della grande lucidità con la quale Xi Jinping affronta i grandi temi dello sviluppo socialista cinesi e le grandi questioni mondiali.  

In generale, il presidente della RPC basa la sua forza sulla potente categoria del realismo. Il volontarismo e la timidezza gli sono estranei. Sente profondamente i problemi del suo Paese e sa come risolverli. Penso che questo sia dovuto al fatto che Xi Jinping abbia attraversato tutte le fasi del governo: dal vice segretario del comitato del partito della contea al capo del partito e del Paese.

Successivamente ci siamo incontrati più volte: a Pechino, all’Esposizione Mondiale di Shanghai, durante la visita del Presidente della RPC in Russia poco dopo la sua elezione al suo attuale incarico. Ogni volta mi si aprivano nuove sfaccettature della personalità di questo dirigente: la sua apertura unita all’adesione ai principi, la sua disponibilità ad ascoltare e ad accettare l’opinione di altri, insieme alla totale interiorizzazione delle idee politiche e teoriche fondamentali. Non lancia promesse al vento, non consente discorsi vuoti “per amore della bella e buona parola”. Tutti gli accordi da lui conclusi sono stati eseguiti in modo accurato e puntuale.

Per dirla senza mezzi termini, penso che il popolo cinese sia fortunato ad avere un leader come Xi Jinping. Ha conquistato degnamente un posto tra i suoi gloriosi predecessori, da Mao Zedong e Deng Xiaoping. Ciò è particolarmente importante viste le sfide che la Cina e il mondo intero stanno affrontando oggi. In questa fase storica per molti versi eccezionale, molto dipende dalle qualità personali degli statisti. E per me, come comunista russo, è estremamente importante che con Xi Jinping il popolo russo abbia un amico di grandi capacità e profondità politica e teorica. E leale e forte.