Intervista a Pedro Noel Carrillo (Partito Comunista Cubano)

Dalla rivista dell’Associazione Italia-Cuba “El Moncada” pubblichiamo l’intervista al compagno Pedro Noel Carrillo, Dipartimento Europa del Comitato Centrale del Partito Comunista Cubano che ha partecipato a una serie di incontri in vari paesi invitato dal Partito della Sinistra Europea.

di Raul Della Cecca
Link: http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=27310
24 gen 2017

L’opportunità di ascoltare l’attualità nella visione cubana e di rendere al rappresentante del PCC l’esperienza di una serie di contatti diretti con le anime della sinistra in Europa ha sicuramente segnato un passo positivo.
Nell’introduzione del volantino  che annunciava il tour europeo, si poteva leggere: “Cuba esce dall’isolamento con la presidenza della CELAC e gli accordi di pace firmati in Colombia. La riapertura delle relazioni diplomatiche con gli USA segna un cambiamento, ma l’embargo resta, mentre il contro attacco delle destre si scatena in tutto il continente”.
Le città toccate dagli incontri di Pedro in Europa sono state: Madrid, Helsinki, Copenaghen, Budapest, Berlino, Parigi, Milano, Napoli e Bruxelles. L’appuntamento milanese ci ha visti presenti con un intervento e nel corso della serata siamo riusciti a ritagliare una breve intervista a Pedro Noel Carrillo che riportiamo, integrata con alcune puntualizzazioni che ha sostenuto durante l’evento svoltosi presso il CAM (Centro di Aggregazione Multifunzionale)

INTERVISTA

D- Come rappresentante del Dipartimento Europa del Comitato centrale del PCC che conoscenza personale hai delle dinamiche politiche di questo continente?

R- Ho avuto modo di visitare a più riprese vari paesi europei, Italia compresa e negli ultimi anni ho potuto farlo partendo dall’Irlanda, dove ho lavorato presso l’Ambasciata cubana. La mia posizione è stata per molto tempo anche quella di prendere conoscenza delle dinamiche e dei rapporti tra i diversi rappresentanti della sinistra. La differenza di posizioni delle forze della sinistra non è un fenomeno così facile da comprendere per chi da sempre ha come
esempio la ricerca del punto di unità.

Pedro-Noel-CarrilloD- Nello scorso numero El Moncada era dedicato in grande parte all’ultimo Congresso del PCC. Abbiamo voluto evidenziare, su stimolo della Segreteria Nazionale dell’Associazione e dando poi voce tramite il nostro sistema di informazione, le valutazioni di questo Congresso rispetto alle grandi novità che si erano delineate in quello scorso, il VI, con le indicazioni e i “lineamentos” che hanno rivestito un vero e proprio lancio di Cuba verso una nuova fase di sviluppo. Come valutano i cubani, e penso soprattutto alle forze giovani nel Partito e nella società, l’attuazione di quei piani?

R- Cosa pensano lo sapremo probabilmente in modo chiaro solo dopo la raccolta delle opinioni sulle posizioni
emerse al Congresso. Infatti, si stanno classificando oltre un milione di valutazioni tra gli iscritti in merito ai temi più importanti, tra questi sicuramente il futuro dell’impresa cubana, quella pubblica e quella privata…dove siamo arrivati e cosa risulta distorto o non in linea con quanto pianificato nel Congresso precedente… che come hai detto ha rivestito una grande importanza soprattutto per le indicazioni che esprimeva e per la fase nuova che annunciava.
Ho la sensazione che questo Congresso abbia rappresentato una fase di verifica proficua e profonda e che il Partito riuscirà ad aggiustare i percorsi che hanno messo in luce dei problemi.

D- In questo ultimo Congresso quali sono stati i temi di analisi politica rivolti al percorso verso il socialismo a cui tende Cuba e quali gli aspetti che ritieni di evidenziare?

R- Abbiamo analizzato approfonditamente le esperienze verso il socialismo del passato, sia quelle che hanno avuto un esito positivo sia quelle che lo hanno avuto negativo e poi sono crollate. Rispetto a queste analisi abbiamo avviato un percorso di “Aggiornamento”. Questo processo lo chiamiamo di “aggiornamento del modello economico” del paese e non di “riforma”, perché questo termine per noi rivoluzionari e per il popolo cubano ricorda brutte esperienze ed errori del passato. Non neghiamo il passato e neppure gli errori commessi solo che riconosciamo di essere in un’epoca diversa e vogliamo metterlo in risalto. Fidel disse che il socialismo è l’opera che possono fare gli uomini liberi, quindi può essere costruito solo dove esiste il consenso…questo è quello che stiamo tentando di fare. All’inizio di questo percorso di Aggiornamento, il Partito aveva presentato 293 “lineamentos” o proposte di trasformazione per il paese, poi sottoposte alla consultazione con tutta la popolazione di Cuba. Il risultato di questa discussione aveva portato a riformare il 63% delle proposte. Questo processo, che non è semplice, viene attuato perché noi cerchiamo di portare avanti una forma di democrazia differente, che chiamiamo democrazia partecipativa…si tratta di un percorso che abbiamo reso operativo da sei anni (dal VI Congresso, NdR) e abbiamo ottenuto dei risultati importanti, tangibili, ma mancano ancora tante altre attuazioni da portare avanti.
Ad esempio alcuni aspetti che riguardano le imprese statali socialiste, principale voce dell’economia, si sono rivelati positivi, perché hanno raggiunto i livelli di produttività prefissata e questo ha dato di riscontro un aumento dei salari negli ultimi 5 anni del 40% circa, anche se con riferimento al tenore di vita che partiva ovviamente da un livello economico molto difficile. In quest’ultimo Congresso, il VII, abbiamo valutato che delle proposte iniziali siamo
riusciti a realizzare circa il 23% e stiamo comunque lavorando per portare a compimento il restante 77%… è chiaro
che viene da pensare che stiamo avanzando molto lentamente … (ride), lo pensiamo anche noi, ma non c’è altra possibilità. Quello che ci pare chiaro è che se commetteremo errori in questo processo, daremo al nemico più forza per attaccarci.
Siamo quindi obbligati a lavorare anche contro la nostra stessa natura latina…(ride di nuovo).
Al primo punto però viene posta l’importanza  dell’impresa di stato socialista, con i termini della pianificazione che
rivestono la parte strategica. In questa condizione viene ribadita la compresenza con l’impresa privata, perché in un paese dove si tenta la costruzione del socialismo, non è possibile partendo dalla condizione di sottosviluppo, avanzare verso lo sviluppo in tempi accettabili, con la totale socializzazione dei mezzi di produzione. Questo settore che  definiamo non statale è composto da imprese miste, cooperative e proprietà produttive di organizzazioni di massa e lavoratori in conto proprio.
Quello che rimane invariato è il principio che tende a vietare la concentrazione di imprese o attività private. Per questo è importante conoscere per poter regolare su queste direttive le attività private. Quindi, quello che vogliamo costruire a Cuba non sono le classi sociali, ma il socialismo! Una forma di distribuzione della ricchezza creata dallo sviluppo, per questo sarà controllata dallo Stato che rappresenta il potere di tutti i lavoratori.
Siamo inoltre obbligati a differenziare le voci a favore dello sviluppo perché sottostando ancora al blocco statunitense, non possiamo progredire continuando ad avere un’alta dipendenza dal commercio estero. Questo fatto in passato è stato il più grosso problema del paese a causa del collasso dei rapporti economici con l’Unione Sovietica.
Chiaramente tutto questo, compresa la ricerca dello sviluppo verso il socialismo, avviene in un ambiente ostile, non siamo in una campana di vetro all’interno della quale costruire il nostro percorso. Ecco che a maggior ragione il ristabilimento delle relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti, lo riteniamo un trionfo della Resistenza del popolo cubano.
Hanno di fatto riconosciuto che la prepotenza dell’imperialismo non ha dato risultati. Chiaro che hanno detto che cambieranno la strategia ma non l’obiettivo… di contrastare il futuro della Rivoluzione. Riteniamo che però sarà meno pericoloso questo nuovo tipo d’ingerenza di quello che hanno portato avanti per oltre cinquant’anni, in riferimento ai cambiamenti in atto a livello internazionale.

D- Quindi il VII Congresso ha avuto come riferimento principale le indicazioni pervenute dal VI e lo stato delle loro realizzazioni?

R- Vista l’importanza delle indicazioni emerse allora, vincolate anche ai cambiamenti storici in atto e senza nasconderci le difficoltà nell’attuare quei programmi, sicuramente si è trattato del riferimento principale.
Sono state valutate anche altre indicazioni e comunque il Congresso ha analizzato tutto quello che è emerso nei dibattiti e nelle Commissioni e ha dato mandato per continuare sulla strada dell’Attualizzazione.
Il modello che stiamo portando avanti è quello del socialismo prospero e sostenibile, dove però prospero non significa consumista, perché il consumismo non è sostenibile.
Non vogliamo essere una società materialista, tendiamo a diventare una società che si sviluppi in cultura… progressista, spirituale e solidale. Ci rapportiamo sempre al modello di base del socialismo cubano, che parte dal riferimento al marxismoleninismo, al pensiero del nostro eroe nazionale José Martí… e alla pratica e agli insegnamenti della teoria rivoluzionaria portata avanti da oltre mezzo secolo dal nostro Comandante Fidel Castro.

D- Tornando a questo tuo giro in Europa, per quale ragione si svolge adesso e quali sono le sue finalità più importanti?

R- Si svolge su invito della Sinistra Europea. Il momento è più che mai quello giusto per approfondire la reciproca conoscenza. Cuba è in una fase importante e nuova che la vede protagonista a livello internazionale…è una fase molto diversa da quella in cui si è tentato con ogni mezzo di isolarla. Le forze progressiste dell’Europa si muovono in un contesto di affermazione delle politiche liberiste, che sembrano contrastate solo da movimenti populisti, a volte anche reazionari… con questi non esiste una prospettiva, una possibilità di visioni comuni… un periodo complicato.

La nostra intenzione è quella di spiegare la trasformazione che si svolge a Cuba oggi, che è un processo che chiamiamo di Attualizzazione, ma per prima cosa vogliamo informare sul suo passaggio recente che riguarda la discussione aperta sul documento intitolato “Concetto di Sviluppo Socialista Cubano”, una guida che spiega la nostra idea di come costruire una società socialista a Cuba. Inoltre, essendo un passaggio molto rilevante e chiaramente molto travisato nell’informazione, desideriamo spiegare le ragioni che hanno portato all’apertura delle relazioni diplomatiche tra Cuba e Stati Uniti.
Un percorso che ha creato attenzione all’interno dell’isola come a livello internazionale ma che spesso non è stato ben capito. Questo argomento come altri è usato per tentare di togliere forza alla solidarietà internazionale verso Cuba. Obbiettivo principale ora è quello di creare confusione soprattutto nel popolo della sinistra per cui Cuba continua a rimanere un riferimento. Per questo è importante informare correttamente sul nostro percorso. Vogliamo anche parlare dei nostri rapporti con i paesi progressisti dell’America Latina e di come la reciproca solidarietà non può essere modificata da questi passi diplomatici. Il tentativo di presentarci divisi alla fine fallirà ma solo se sapremo far capire la verità.

D- La Rivoluzione cubana rimane, vista dall’Europa, uno stimolo a proseguire nella ricerca di un percorso di unità a sinistra e soprattutto un segnale tangibile che la speranza di riuscire nella lotta per un mondo migliore è viva. Noi dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba siamo molto contenti di aver potuto partecipare alle attività svolte grazie alla tua presenza in Italia. Rimarchiamo l’importanza vincolata all’attualità di questi incontri di conoscenza, visti i cambiamenti nell’agenda geopolitica mondiale e ringraziamo la Sinistra Europea – European Left e il Partito della Rifondazione Comunista.
Concordi sul tema della particolare attenzione da riservare ai cambiamenti in atto a livello di equilibrio geopolitico?

R- Sicuramente è un periodo storico determinante. I cambiamenti in atto da alcuni anni, di cui quelli latinoamericani
forse sono stati tra i più significativi, avranno bisogno di un lungo periodo per sistemarsi. Cuba continuerà a fare la sua parte per il proprio sviluppo ma senza mai dimenticare la solidarietà. Stiamo tentando di costruire un percorso verso il socialismo e devo dire che non sappiamo quanto durerà questo processo. Dichiariamo di non averlo raggiunto. Quelli che sostenevano di averlo realizzato hanno fallito. Per questo motivo ricerchiamo, a costo di fare durare tantissimo il processo, di costruire un percorso di consenso popolare nelle decisioni importanti che provocheranno cambiamenti nella vita delle persone e nel futuro delle scelte da operare. Per quello che attiene ai rapporti esterni di Cuba, cerchiamo di spiegare il nostro modo di avanzare verso il socialismo.
Certamente è importante creare le basi di un confronto possibilmente continuativo e la conoscenza reciproca tra i progressisti è una scelta giusta e in questo periodo di cambiamenti. La credo molto utile per tutti.
Grazie alla Sinistra Europea e grazie a tutti voi.

Hasta siempre!

Pubblicato in Attualità, Cuba, Internazionale

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