Julian Assange e Ana Belén Montes, esempi di dignità

Julian Assange e Ana Belén Montes hanno importanti cose in comune. Entrambi hanno scoperto di avere davanti a sé l’opportunità di denunciare al mondo gli scandalosi atti criminali commessi continuamente da governi che si dichiarano democratici e difensori della giustizia e dei diritti umani.

di Julio A. Muriente Pérez * 
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Traduzione e aggiunte: GFJ

"Una persona americana nobile e buona che si oppone a un'ingiustizia, a un blocco che dura da più di 40 anni, a tutti gli atti terroristici commessi contro Cuba, ed è capace di reagire in questo modo, è una persona eccezionale (...) È una persona che, per il suo atteggiamento e non semplicemente per gratitudine, ma per senso di giustizia, merita rispetto e ammirazione". Fidel Castro, 12 dicembre 2002

Julian Assange e Ana Belén Montes hanno importanti cose in comune. Entrambi sono stati perseguitati senza sosta dal governo statunitense e dalle sue agenzie di sicurezza e spionaggio. Sono stati accusati di mettere in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti e la vita dei loro soldati in tutto il mondo, di lavorare al servizio di governi nemici di Washington, in breve, di appartenere alla specie più pericolosa mai vista. Ana Belén, in quanto “cittadina americana” che ha eluso una delle più importanti agenzie di cospirazione e spionaggio di quel Paese, è stata addirittura accusata di “alto tradimento”.

Assange è australiano. Ana Belén è portoricana. Sebbene in contesti diversi, in entrambi si è assistito a un processo di sviluppo della coscienza sociale e del giudizio critico sulle azioni commesse dalle grandi potenze, in particolare dagli Stati Uniti, per controllare il pianeta a ogni costo. Il grande ‘difetto’ di entrambi è stata la loro onestà, la loro incrollabile volontà di denunciare le barbarie commesse dal governo di quel Paese e la loro disponibilità a bruciarsi le mani per far conoscere tante verità nascoste dai grandi interessi politici, economici e militari.

Entrambi hanno scoperto di avere davanti a sé l’opportunità di denunciare al mondo gli scandalosi atti criminali commessi continuamente da governi che si dichiarano democratici e difensori della giustizia e dei diritti umani.


Julian Assange, insieme a Chelsea Mannig e altri, ha dato vita alla voce folgorante di Wikileaks, attraverso la quale sono stati resi pubblici centinaia di migliaia di documenti riservati che denunciano le atrocità commesse dall’esercito statunitense in Iraq e Afghanistan, oltre a molti altri abusi. Secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, si è trattato di una delle più grandi fughe di informazioni “classificate” della storia degli Stati Uniti.

Ana Belén Montes è riuscita a introdursi nell’Agenzia di intelligence del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DIA) nel 1985. È diventata analista senior dell’agenzia per le questioni cubane. Ha potuto osservare dall’interno il terrorismo di Stato che veniva applicato – e viene tuttora applicato – contro Cuba, il suo governo e il suo popolo. Non è rimasta in silenzio. In uno straordinario atto di altruismo e giustizia, anche a costo della sua libertà personale, consegnò queste informazioni “riservate” ai cubani, affinché potessero difendersi dalle aggressioni che si stavano tramando da lì. Solidarietà pura. Pura coscienza sociale e politica.

Ana Belén è stata arrestata nel 2001. L’anno successivo è stata processata e condannata a 25 anni di carcere. Pochi istanti prima della sentenza, ha ribadito al giudice la giustezza e la fondatezza delle sue azioni e ha insistito sulla riprovevolezza del comportamento degli Stati Uniti nei confronti di Cuba. Viene detenuta presso il Carswell Federal Medical Center Prison di Fort Worth, Texas.

Assange è riuscito fino ad oggi a evitare l’estradizione negli Stati Uniti, come richiesto dal governo nordamericano, dopo anni di molestie e demonizzazione. Recentemente, un tribunale britannico si è pronunciato contro questa richiesta, anche se Washington ha annunciato l’intenzione di ricorrere in appello. La sete di vendetta è grande. Nel frattempo, il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha espresso l’intenzione di offrirgli asilo politico.

In questa storia di inversione di ruoli, i veri criminali sono i governi, come quello degli Stati Uniti e altri che pretendono di avere l’impunità di fare ciò che vogliono: violare la sovranità nazionale di altri Paesi, commettere atti di genocidio, stimolare invasioni e colpi di Stato, assassinare funzionari civili e militari, scatenare aggressioni militari, far uccidere capi di Stato, sabotare economie… Ritengono di avere la licenza di conquistare il mondo. E poi si tessono le lodi del più mite; e assumono il volto di vittima.

In ogni caso, dovremmo essere grati a Julian Assange e Ana Belén Montes e, di conseguenza, chiedere la pronta liberazione di Assange. Si tratta di esempi di dignità.

È grazie al loro coraggio che abbiamo potuto conoscere meglio la natura mostruosa di questi governi totalitari. Questi due cittadini esemplari hanno contribuito, per così dire, a scoperchiare il vaso di Pandora. Grazie ai loro coraggiosi sforzi, ora è più difficile per i soliti truffatori ingannarci. Perché ci hanno aiutato a conoscere la verità.

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*Julio A. Muriente Pérez. Professore Università di Porto Rico (UPR) | Geografo

Pubblicato in Attualità, Cuba, Internazionale

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