NON C’È EMANCIPAZIONE DELLA DONNA SENZA RIVOLUZIONE – NON C’È RIVOLUZIONE SENZA EMANCIPAZIONE DELLA DONNA
La rivoluzione può essere solo opera delle masse quindi necessariamente delle donne. La mobilitazione delle donne è dunque strategica e indispensabile per la trasformazione della società. Solo essendo tra le masse femminili potremo trasformare la loro mobilitazione in mobilitazione per la trasformazione della società e per la rivoluzione socialista.
Fonte:
Por Mariela Pérez Valenzuela, Direttrice editoriale di Prensa Latina.
(Preso da Cuba Internacional No. 464)
Traduzione e adattamento: GFJ
Por Mariela Pérez Valenzuela (*) Fotos: PL
La donna cubana non delude mai
L’Avana – (Prensa Latina) Le donne cubane hanno una tradizione di condivisione, insieme agli uomini, dei momenti principali che segnano la storia della nazione e, dopo il trionfo della Rivoluzione nel gennaio 1959, sono diventate protagoniste dello sviluppo di una società segnata dall’inclusione e dall’umanesimo.
Compagna di lotta per la definitiva liberazione dell’isola dal giogo della Spagna prima e degli Stati Uniti poi, la donna cubana ha percorso un cammino difficile fino a diventare una parte indispensabile per raggiungere nuovi traguardi nazionali. In questi anni le donne cubane hanno saputo cogliere le opportunità messe a disposizione da un governo che ne apprezza le qualità.
Fanno parte della leadership politica, sono protagoniste nel campo della scienza e della tecnologia, nelle decisioni principali dell’economia ma anche nei nelle mansioni più semplici.
Cosa unisce le donne cubane?
Il senso di gratitudine verso un sistema che si è lasciato alle spalle l’incubo della disuguaglianza. Le donne sono le più fedeli seguaci del processo rivoluzionario. Ovunque si trovino, danno l’esempio dedicandosi incondizionatamente ai loro compiti.
Contro il machismo
Le donne cubane hanno combattuto con coraggio e intelligenza per rovesciare il pensiero machista – battaglia non ancora affatto vinta – ma il contesto sociale è ora molto diverso e lusinghiero per tutte coloro che cercano di fare la differenza dando il loro potenziale fisico e intellettuale al servizio del Paese.
Le donne rappresentano il 68,2% dei professionisti e dei tecnici; più del 70% di chi lavora nel settore dell’istruzione, della sanità e del settore giuridico; sono il 39% di chi opera nel privato e il 60,5% dei laureati.
La vittoria rivoluzionaria e la preoccupazione del loro storico leader, Fidel Castro hanno propiziato un salto di qualità nella vita delle isolane, affinché questo slancio femminile sempre presente nelle varie fasi rivoluzionarie diventasse il fondamento di una società diversa, in cui le donne hanno le stesse possibilità degli uomini. A questo fine, seguendo tale orientamento, il 23 agosto 1960, sotto la presidenza della rivoluzionaria della pianura e della Sierra Maestra, Vilma Espín, una donna di Santiago, capace di unire diverse organizzazioni femminili, fu fondata la Federazione delle Donne Cubane (FMC). Questa grande leader, ormai defunta, funge tuttora da bussola alle donne dell’isola che, come in già altre fasi della loro storia, si trovano ad affrontare sfide difficili.
Non si tratta più di cambiare le mentalità ereditate dal colonialismo e dal capitalismo, ma di aprire nuove possibilità di sviluppo e nuovi orizzonti luminosi in tutti i settori della società.
Da quando gli Stati Uniti hanno decretato il blocco economico, finanziario e commerciale contro il popolo cubano quasi sessant’anni fa, ulteriormente inasprito durante l’attuale mandato dell’estremista di destra Donald Trump, la massa di donne, dedite alla loro crescita professionale e personale, si sono rivelate anche il pilastro fondamentale della famiglia per superare gli ostacoli quotidiani della mancanza di cibo e medicine, tra le altre cose, poiché l’illegale misura unilaterale colpisce, in un modo o nell’altro, l’insieme umano, soprattutto i bambini e gli anziani.
Il ruolo fondamentale della Federazione delle donne cubane (FMC)
La FMC in quanto organizzazione non governativa, attraverso le sue delegazioni di quartiere, rappresenta il principale sostegno, mettendo a disposizione dei suoi oltre quattro milioni di membri gli strumenti indicati dalle disposizioni emanate dalla leadership del Paese per aiutare a superare gli ostacoli derivanti dai cinici provvedimenti della Casa Bianca.
Questo 2020 è un duro test per le donne cubane. La presenza dei Covid-19 sull’isola ha messo, ancora una volta, in evidenza il potenziale di tutte le donne cubane nella lotta contro la pandemia, comprese quelle che non appartengono al sistema sanitario nazionale. La FMC ha messo in moto la sua massa organizzata di quartiere, che, spontaneamente e utilizzando i propri tessuti a disposizione, ha subito iniziato a produrre le mascherine protettive con lo scopo di prevenire il contagio del nuovo coronavirus.
Le donne e la lotta al covid-19
Allo stesso tempo tutte le donne medico, infermiere, scienziate, tecnici e personale logistico si sono volontariamente incorporate alla lotta contro la malattia letale, operando sia a Cuba che all’estero, dando ancora una volta un esempio di abnegazione e di competenza.
Le donne del sistema sanitario pubblico sono presenti sulla cosiddetta linea rossa, o la linea più vicina alle persone infette. Anche quelle provenienti da altri settori si sono offerte in modo disinteressato di assistere, a seconda delle proprie possibilità, le persone sospettate di contagio, ricoverate in centri sanitari improvvisati. Non hanno mai rifiutato i lavori più pesanti, pulendo i pavimenti, distribuendo cibo, aiutando a soddisfare le necessità primarie, rappresentando quindi una retroguardia essenziale negli ospedali e negli spazi di isolamento.
Nelle comunità, migliaia di giovani donne – studentesse, impiegate di diversi settori, semplici lavoratrici – hanno assunto compiti fino allora impensabili. Sono diventate le sostenitrici indispensabili dei disabili, degli anziani e delle famiglie bisognose di assistenza sociale.
Le donne hanno sostenuto la ricerca, hanno distribuito cibo, sono diventate le messaggeri dei mercati e delle farmacie, hanno alleviato la vita dei più vulnerabili.
Queste donne formate dalla rivoluzione, che hanno offerto le loro conoscenze anche attraverso lezioni televisive, che hanno contattato costantemente gli studenti attraverso il telefono e i social network, si sono mobilitate per preparare le aule in vista del nuovo anno scolastico.
Non c’è un solo posto nell’arcipelago in cui non si percepisca la mano della donna, tanto più in questa nuova prova di resistenza imposta da una condizione sanitaria letale, aggravata dalla disumanità del governo americano.
Come Vilma Espín in altri tempi, le donne cubane oggi, sotto l’eredità lasciata dalla storica presidente del FMC, affrontano diverse battaglie: quelle attuali, in cui sono sicure di vincere di nuovo, e quelle future, qualsiasi esse siano.
VIDEOS
La mujer cubana: protagonista de la Revolución
Fidel Castro y la mujer cubana
Leggi anche (en español):
La mujer cubana, una revolución dentro de una Revolución