Questo testo è un estratto dell’intervento di Gustavo Borges Revilla, direttore del progetto Mission Truth, al 24° Forum di San Paolo tenutosi all’Avana, Cuba, dal 15 al 17 luglio. La partecipazione si è svolta negli spazi di discussione del forum su arte, comunicazione, cultura e intellettualità. Missione Verità ha partecipato come progetto invitato dal Ministero della Cultura cubano.
di Gustavo Borges Sevilla
Fonte: La Pupila insomne
13.12.2020
Tratto da: “La izquierda está consumida por la propaganda occidental”
Traduzione: GFJ
Se non sappiamo cos’è la Open Society Foundation, abbiamo perso il dibattito.
Come sapete, il Venezuela è stato vittima nel 2017 del modello di intervento forse più completo che l’Occidente ha progettato, non solo per prendere il controllo dello Stato che è oggi nelle mani delle forze anticapitaliste, ma per smantellare gli Stati così come li conosciamo. In altre parole, c’è una crisi del pensiero occidentale che si manifesta dopo il Patto di Westfalia. C’è una crisi del modello che ha servito il capitalismo per molti anni, che sono gli Stati-nazione. Di fronte a questi Stati, a questa crisi e a questi modelli di intervento, crediamo che non ci sia una piena comprensione di ciò che sta accadendo in questo momento, non solo nel pensiero occidentale ma anche nel modo in cui stiamo vivendo questi nuovi processi di intervento. Non si tratta di una vittimizzazione del problema, ma di un campanello d’allarme. Perché? Perché in questo momento (luglio 2018) anche il Nicaragua ne sta soffrendo.
Nel 2015 abbiamo detto che questo nuovo modello di intervento sarebbe stato probabilmente attuato in Nicaragua e qui, oggi all’Avana, nel 2018, diciamo che anche Cuba è un paese che potrebbe essere candidato a questo modello di intervento. Che non è altro che una riconfigurazione delle identità culturali dei Paesi, del rapimento di alcuni valori e principi che per molti anni sono stati guidati dalla sinistra. Parlo di diritti umani, solidarietà, giovani, categorie che vengono riconfigurate da entità come, per citare solo un esempio, la Open Society Foundation.
Foto: Georges Soros, Open Society Foundation, e “Pepe” Mujica
Se tutti in questa sala non sanno cos’è la Open Society Foundation, abbiamo perso il dibattito. Alcune poche informazioni sulla Fondazione: 1 miliardo di dollari investiti in 120 Paesi negli ultimi 5 anni, 48 processi di “rivoluzioni di colore” che hanno devastato l’intero Medio Oriente. È iniziata in Tunisia, come sappiamo, seguita dall’Egitto, è continuata in Libia, è stata provata in Siria, è stata importata in America Latina, il Venezuela ha subito 3 tentativi di “rivoluzione colorata” – 2007, 2014, 2017 – e il Venezuela è, possiamo dirlo qui oggi con certezza, l’unico Paese che ha saputo affrontare la “rivoluzione colorata” e li ha disarmati tramite l’intelligenza politica e l’audacia.
Ma questo ci porta a un altro dibattito un po’ più complesso, un po’ più odioso, un po’ più difficile da affrontare, che è il dibattito dell’intellighenzia. In linea di principio, possiamo chiederci se l’intellighenzia è consapevole di ciò che sta accadendo, soprattutto l’intellighenzia di sinistra.