Ernesto Cardenal era nicaraguense e latinoamericano; Ministro della cultura della rivoluzione sandinista; Sacerdote cattolico maltrattato dal potere della chiesa e scrittore. Come poeta declamava amore e rivoluzione. È morto questa domenica all’età di 95 anni.
Traduzione: https://www.lantidiplomatico.it/
02/03/2020

Chi è considerato uno dei più importanti scrittori di lingua spagnola del ventesimo secolo, è morto colpito da un’infezione renale che soffriva da qualche tempo, come confermato dal suo assistente personale, l’anche lui poeta Luz Marina Acosta.
Cardenal, nato nel 1925 e cresciuto in una ricca famiglia nicaraguense, ha denunciato la sofferenza e lo sfruttamento non solo nel suo paese, ma anche nel resto dell’America Latina.
La sottomissione applicata dagli Stati Uniti attraverso governi di destra o golpisti, è stata la tematica su cui era centrato il suo “Canto nacional”. Cardenal si aggiudicò molti premi, tra cui il premio Reina Sofía 2012 per la poesia.
Ha scritto poesie d’amore fin dalla tenera età, prima di essere ordinato sacerdote, con una prosa semplice ma fortemente romantica e intensa nei sentimenti.
Già come uomo della chiesa cattolica, il lavoro politico di Cardenal è stato influenzato dalla teologia della liberazione. Da lì spiccano le poesie di “Hora cero” (storia della guerra dell’eroe nazionale, Augusto César Sandino contro l’esercito degli Stati Uniti), la sua leggendaria “Oración por Marilyn Monroe”, e “Los ovnis de oro”.
Coloro che hanno studiato la sua poesia evidenziano le influenze di Rubén Darío, Pablo Neruda, Rafael Alberti e Federico García Lorca, fondamentalmente nelle sue prime opere e prima di consolidarsi con uno stile profondamente politico e umanistico.
Influenzò la sua opera che la poesia nordamericana e in particolare l’opera di Ezra Pound, che Cardenal tradusse in spagnolo, dopo aver vissuto e studiato New York, tra il 1948 e il 1949.
Dopo esser passato l’Università della Columbia, viaggiò a Parigi, in Spagna e in Italia fino a quando nel 1950 tornò in Nicaragua e iniziò a scrivere le sue poesie più apprezzate.
Nel 1954 partecipò al movimento noto come “Ribellione di aprile”, che non riuscì a porre fine alla dittatura di Anastacio Somoza. Nel 1957 decise di entrare in un monastero nel Kentucky (Stati Uniti) anche se a causa di problemi di salute lasciò il monastero e proseguì i suoi studi religiosi a Cuernavaca, in Messico.
È stato ordinato sacerdote a Managua nel 1965 e, da allora, Cardenal ha coniugato la scrittura e la militanza politico-religiosa. Negli anni seguenti ha sviluppato cooperative, ha creato una scuola di pittura primitiva e un movimento poetico tra i contadini, oltre al lavoro di sensibilizzazione sulla base del Vangelo da una prospettiva rivoluzionaria.
Negli anni ’70 ha pubblicato i poemi “Canto Nacional” e “Oráculo sobre Managua”. “Homenaje a los indios americanos”, “En Cuba” e “Canto a un país que nace”, tra gli altri.
In campo letterario è stato nominato per il Premio Nobel per la letteratura nel 2005, mentre in politica è stato un combattente imbattibile contro la dittatura di Somoza e ha collaborato strettamente con il Fronte di Liberazione Nazionale Sandinista (FSLN).
Il 19 luglio 1979, giorno della vittoria della Rivoluzione Nicaraguense, fu nominato Ministro della Cultura del nuovo governo dell’FSLN, carica che mantenne fino al 1987, anno in cui il Ministero fu chiuso per motivi economici. Da lì ha realizzato numerose iniziative rivoluzionarie e un innovativo piano di alfabetizzazione.
Nel 1983, Papa Giovanni Paolo II visitò il Nicaragua e davanti alle telecamere che trasmettevano il viaggio papale in tutto il mondo rimproverò severamente il poeta e il prete, inginocchiatosi davanti a lui sulla stessa pista dell’aeroporto, per diffondere dottrine rivoluzionarie e per far parte del governo sandinista.
Ernesto Cardenal alla fine ruppe con l’FSLN nel 1994, in contrasto con Daniel Ortega.
Quando la salute del poeta si è aggravata e ha dovuto ricorrere al ricovero, Papa Francesco lo assolse dalle censure canoniche imposte da Giovanni Paolo II nel 1984.