Le guerre illegali della NATO: da Cuba alla Siria

Negli ultimi 70 anni, l’impero USA e il “democratico” Occidente hanno più volte violato lo Statuto dell’ONU, venendo meno al divieto di “aggressione”. Lo storico svizzero Daniele Ganser (*) propone una lucida analisi di 13 guerre illegali avviate da Paesi NATO.

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Fonte: ULTIMA VOCE

Dalla fine della Seconda Guerra mondiale e dalla fondazione dell’ONU vige in tutto il mondo il divieto di ricorso alla guerra. Esso prevede soltanto due eccezioni: la prima è il diritto all’autodifesa, la seconda, è la possibilità di entrare in guerra contro un altro paese su autorizzazione esplicita del Consiglio di sicurezza dell’ONU.
Tuttavia, questi principi sono stati ripetutamente trasgrediti, e la responsabilità ricade sull’intero Occidente e sul suo enorme potere militare.

Da Cuba alla Siria

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Non si tratta di una dichiarazione astratta. Per mezzo di una comprovata documentazione, Ganser porta alla luce settant’anni di guerre illegali scatenate dai Paesi NATO in seguito alla Seconda Guerra Mondiale. La lista è lunga. Tra le numerosi aggressioni spiccano la guerra illegale contro l’Iran (1953), quella contro l’Egitto (1956), Cuba (1961), Afghanistan (2001), fino all’eterno conflitto siriano. Tra gli stati coinvolti emerge sicuramente il cosiddetto “impero USA“. Attraverso le azioni illegali portate avanti dalla CIA , grazie al sostegno del Pentagono e dei presidenti americani, gli Stati Uniti si sono macchiati di gravissimi crimini di guerra. Con menzogne, boicottaggi, omicidi di leader politici, finanziamenti ai diversi gruppi armati e un’abile manipolazione mediatica, gli USA sono negli anni riusciti, impuniti, ad estendere il dominio del proprio impero.

In questo saggio brillante, attraverso l’analisi di 13  guerre illegali, Ganser mostra come gli Stati Uniti, e alcuni  Paesi alleati, abbiano calpestato i principi fondanti dell’ONU.  La pace è stata sacrificata in nome degli interessi economici, per il petrolio e al fine di mantenere un’egemonia politica, culturale e militare. USA, Francia, Inghilterra (ma non solo), hanno così abusato del proprio potere, fomentando numerosi conflitti non autorizzati dal Consiglio di sicurezza dell’ONU. Le aggressioni militari, oltre ad innescare i conflitti armati, hanno, inoltre, trascinato diversi paesi in una spirale di destabilizzazione sociale, politica ed economica, che permane fino ad oggi.

Chi è il vero “Stato criminale”?

I Paesi NATO più potenti hanno, pertanto, ripetutamente violato il divieto di aggressione e dell’uso della forza armata. Ed ecco la guerra illegale contro il Nicaragua (1981) e quella contro la Serbia (1999), che ha sancito la trasformazione della NATO in un’alleanza globale di aggressione. A seguire, l’aggressione all’Iraq nel 2003, giustificata dalla lotta alle (mai ritrovate) armi di distruzione di massa. La Guerra illegale contro la Libia (2011), una guerra imperialista, con la sua dottrina ipocrita della “responsabilità di proteggere”.  Fino alla guerra contro l’Ucraina (del 2014, non quella attuale), segnata dall’espansione della NATO verso est e il colpo di Stato americano illegale a Kiev.

La lista non è esaustiva, ma sicuramente è molto chiara: l’Alleanza atlantica ha violato, e continua a violare, il diritto internazionale, che avrebbe dovuto far rispettare. “Le Guerre illegali della NATO” punta i riflettori su questa impressionante ipocrisia, ben sintetizzata dalla prefazione di Carlo Rovelli, il quale scrive:

Usiamo l’espressione “comunità internazionale” per designare i nostri interessi di parte, e ci raccontiamo l’un l’altro che noi occidentali siamo fautori della giustizia e della legalità, mentre qualunque Stato o organizzazione si venga a trovare in conflitto con l’Occidente, è comunque designato come rouge state (“Stato criminale) e accusato dal coro quasi unanime dei politici e dei media di essere illegale e delinquente.

Come ci dimostra il rivelatorio libro-inchiesta di Ganser, tuttavia, la realtà, “alla fredda prova dei fatti”, dimostra il contrario.

 É l’Occidente, con il suo strapotere militare, a essere il più delle volte dalla parte dell’illegalità internazionale. Questo può piacere o non piacere, essere approvato o meno, ma ignorare questo fatto è ipocrisia.

Un invito a riflettere, a far luce sulle nostre stesse ombre. La pace va costruita, e abbiamo gli strumenti per farlo. Se continuiamo a sabotarli dall’interno però, le già fragili difese di una pace sempre più effimera finiranno per disintegrarsi.

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(*) Daniele Ganser è uno storico e ricercatore svizzero specializzato in storia contemporanea e politica internazionale. Insegna all’Università di San Gallo, in Svizzera. È il fondatore e direttore dell’Istituto Svizzero per la Ricerca sulla Pace e l’Energia (SIPER), con sede a Basilea. In passato è stato ricercatore presso il Centro per gli studi sulla sicurezza del Politecnico federale di Zurigo (ETH). I video delle sue conferenze e delle sue interviste su YouTube hanno ottenuto milioni di visualizzazioni. Ha pubblicato per conto delle Nazioni Unite libri sulla crisi missilistica cubana e sui rapporti tra la Svizzera e l’Unione Europea.


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