L’essenza distruttrice del capitalismo si sconfigge con la cultura (Abel Prieto)

“Il sistema capitalista sta affondando in una palude perché la verità non viene rispettata e regna la menzogna.”

Fonte: Granma 
di Nuria Barbosa León e Yisel Martínez García
Traduzione di MC²
23.06.2019


















Foto di Dunia Álvarez Palacios

Il fallimento del capitalismo per la sua essenza antiumana, è stato al centro della dissertazione di Abel Prieto Jiménez, presidente della Società Culturale “José Martí” nella sessione di apertura dell’8° Congresso dell’Associazione Nazionale degli Economisti e degli Esperti Contabili, che fino al 14 giugno riflette sull’accompagnamento di questi professionisti nei pressanti problemi economici della Cuba di oggi.
Ha indicato che i principi della colonizzazione culturale da imporre dai circoli di potere dell’imperialismo mostrano gli obiettivi nella vita e nella felicità, come uno stato di piacere e di divertimento, realizzabile solo all’interno del capitalismo; ignorando e mettendo a tacere i problemi strutturali che persistono dalla sua comparsa più di cinque secoli fa.

Ha spiegato che il fallimento del capitalismo si manifesta nella lacerante e crudele disuguaglianza che non si è mai potuta risolvere. Lì esiste una popolazione esclusa e rifiutata, senza accesso e partecipazione ai servizi di base, che muore per le strade senza alcuna protezione statale. Questo problema è esacerbato dall’arrivo del neoliberismo, che genera consumatori e non cittadini.
Ha segnalato che questo è un sistema irresponsabile sterminatore della specie umana e del suo habitat naturale. «Il capitalismo promuove lo spreco, il consumo insensato e assurdo basato sulla creazione di falsi bisogni. Sta distruggendo il pianeta terra e i suoi abitanti”, ha sottolineato l’intellettuale cubano.

Abel Prieto ha detto che il sistema capitalista sta affondando in una palude perché la verità non viene rispettata e regna la menzogna. L’ha valutata come una crisi dell’etica, in cui la credibilità dei politici ha toccato il fondo in quanto non rappresenta i cittadini ma piuttosto le corporazioni. Su questo incide il ruolo dei media con il loro scopo di organizzare le forze affinché sostengano i settori di destra e vincano le elezioni.

Ha anche spiegato che la questione della migrazione verso dove si trovano la ricchezze viene politicizzata per dimostrare che le persone vanno verso il capitalismo in cerca di comfort di vita. Questo è dato dalla manipolazione culturale, come uno strumento utile per convincere le persone che il successo si verifica solo nell’ordine individuale e non collettivo.
Ha esemplificato con i professionisti che emigrano, che per la maggior parte non trovano un impiego corrispondente alla loro preparazione accademica e diventano la forza lavoro schiava per quel capitalismo. “Partono convinti da un miraggio che non tiene conto dell’incertezza e dell’umiliazione di fronte all’ostilità delle banche per raccogliere crediti e mutui”.

Riguardo a tutto ciò, ha citato i pensieri di José Martí e di Fidel Castro, che avevano previsto questo stato di depauperamento del capitalismo che si oppone a qualsiasi altro modello economico che possa superarlo e persino sconfiggerlo. Di conseguenza, il ruolo primordiale della cultura affinché le persone abbiano la capacità di analizzare e di comprendere la sua essenza.

 

Pubblicato in Attualità, Cuba, Cultura

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