Picasso a Cuba, comunista ed eterno innovatore

Immagine: Les Demoiselles d’Avignon di Picasso

Quest’anno, anno in cui si sta ricordando in varie parti del mondo il cinquantesimo anniversario della sua morte, ha finito per essere un inno alla vita, visto che quando Picasso si congedò l’8 aprile 1973, non smise di crescere nella storia dell’arte contemporanea.

Cuba - circa 1981: Stamp printed by Cuba, Color edition on Art, Shows portrait of Pablo Picasso to Birth Centenary, circa 1981

Picasso a Cuba, l’eterno innovatore

di
Traduzione e aggiunte: GFJ
8 aprile 2023

Pablo Picasso non smette mai di stupire e di sorprendere. L’anno trascorso, in cui si sta ricordando in varie parti del mondo il cinquantesimo anniversario della sua morte, ha finito per essere un inno alla vita, visto che quando si congedò l’8 aprile 1973, nel suo ritiro francese di Mougins, non smise di crescere nella storia dell’arte contemporanea. Si dice Picasso e nessuno, intenditori o meno, trascura la straordinaria dimensione di un creatore che ha segnato la visualità di questo e di tutti i tempi.

Revista Social. Rivista mensile illustrata che circolò a Cuba tra il 1916 e il 1938. Si trattava di una pubblicazione d'avanguardia che ha attraversato la storia del giornalismo cubano, grazie alla sua qualità e al suo alto valore artistico.

Cuba non fa eccezione al “percorso di Picasso”. Forse il primo connazionale a proclamare ai quattro venti lo status avanzato dell’artista nato a Malaga fu Alejo Carpentier. Nel settembre del 1925, sulle pagine della rivista Social, attestò l’importanza di un Picasso ancora giovane, che stupiva per le sue proposte audaci.

Si dice Picasso e nessuno, intenditori o meno, trascura la straordinaria dimensione di un creatore che ha segnato la visualità di questo e di tutti i tempi.

Nella cronaca intitolata El arte múltiple de Picasso, Alejo Carpentier scrive: “Una composizione cubista di Picasso deve essere vista come un problema plastico posto e risolto“. Il romanziere ebbe molto a che fare anche con la comparsa di Picasso nel circuito espositivo dell’Avana. Il gallerista Pierre Loeb era arrivato nella capitale cubana per rifugiarsi dagli orrori del fascismo. Con lui, una valigia di tele e cartoni arrotolati, tra cui le opere di uno dei suoi artisti preferiti degli anni precedenti.

Nel giugno 1942, il Lyceum del Vedado svela il segreto della spedizione di Loeb: Picasso alla vista dei cubani. Ciò che era noto per riferimento prese forma nella sede, al di là dei criteri retrogradi di coloro che a quel punto non accettavano le arie genuine dell’avanguardia. Carpentier fece stampare il manifesto della mostra e invitò José Manuel Acosta, un altro pioniere cubano tra i fondatori del gruppo Minorista, a realizzare la documentazione grafica.

Ottant’anni dopo, la Fondazione Alejo Carpentier, con il sostegno della Dirección Municipal de Cultura de Plaza de la Revolución, ha commemorato quell’evento nel 2022, nello stesso luogo in cui si svolse (Calzada e 8, Vedado), con una mostra di riproduzioni e documenti d’archivio, curata dall’artista Lesbia Vent Dumois, vincitrice del Premio Nazionale per le Arti Visive 2021.

Wilfredo Lam e Pablo Picasso. Vedi anche: Cuba’s Picasso: The Surreal World of Wifredo Lam

L’itinerario cubano dell’artista comprende la stretta amicizia con Wifredo Lam. Nel 1938, il sagüero (Wifredo Lam nasce a Sagua la Grande, Cuba, ndt) lascia la Spagna, che sta subendo l’assalto delle armate franco-fasciste, per stabilirsi a Parigi. Lì incontra il pittore de Les Demoiselles d’Avignon nel suo atelier di rue Grands-Augustins. La familiarità era tale che Picasso era solito presentare Lam ai suoi amici come se fosse suo cugino.

Un’aura leggendaria circonda questa relazione. Pare che Lam abbia raccontato al suo collega dell’esistenza, nella natia Sagua la Grande, di una famiglia mulatta di cognome Picasso o Picazo. La verità è che uno dei nonni dell’immenso creatore spagnolo si stabilì nella città settentrionale di Villarreal nel 1864. Al di là di questo fatto, l’importante è sapere che Picasso e Lam sono gemellati nell’arte da sempre.


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Pablo Picasso (Málaga, 25 ottobre 1881 – Mougins, 8 aprile 1973), probabilmente il più grande artista del XX° secolo, era comunista. Aveva dato prova del suo impegno civico con l’imponente capolavoro Guernica, con il chiaro messaggio pacifista e antinazista. Il passo seguente fu però l’iscrizione al Partito Comunista Francese, avvenuta nel 1944 e rinnovata di anno in anno fino alla morte. Iscrizione che giustificò così:

La mia adesione al partito comunista è il seguito logico di tutta la mia vita, di tutta la mia opera. Poiché, e sono fiero di dirlo, non ho mai considerato la pittura come un’arte di semplice piacere, di distrazione; ho voluto con il disegno e con i colori, poiché queste erano le mie armi, penetrare sempre più profondamente nella conoscenza del mondo e degli uomini, affinché questa conoscenza ci liberi tutti ogni giorno di più; ho provato a dire, a modo mio, quello che consideravo come il più vero, il più giusto, il migliore, ed era naturalmente sempre il più bello: i più grandi artisti lo sanno. Si, ho coscienza di avere sempre lottato con la mia pittura, come un vero rivoluzionario. Ma oggi ho capito che questo non basta più; questi anni di oppressione terribile mi hanno dimostrato che dovevo combattere non solamente con la mia arte, ma con tutto me stesso.”
(Pablo Picasso)

Pablo Picasso-La Colomba della Pace con i Fiori, 1962

Fu ad esempio grazie alle sue litografie donate al PCF se la colomba divenne un simbolo di pace universale. Grazie alle numerose opere a sfondo politico e con la precisa motivazione di aver sempre portato avanti la “lotta per la verità, la pace e la libertà” nel 1962 gli fu conferito il premio Lenin per la Pace.

Guernica di Pablo Picasso. Pablo Picasso realizzò il grande dipinto intitolato Guernica nel 1937, poco dopo il bombardamento della cittadina basca ad opera di un gruppo di volontari dell’aviazione tedesca.
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