Preludio a una nuova vittoria all’ONU contro il blocco

Mercoledì 23 giugno, Cuba presenterà per la 29ª volta davanti all’Assemblea Generale dell’ONU il progetto di risoluzione che chiede la fine del blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America, che è sempre stato sostenuto dalla grande maggioranza dei paesi membri delle Nazioni Unite.

di Pedro Martínez Pirez
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Traduzione e aggiunte: GFJ

" ...per noi è inaccettabile barattare la fine del blocco con concessioni politiche, concessioni che equivalgono alla perdita della sovranità del nostro Paese." Fidel Castro

Le impressionanti manifestazioni di solidarietà con Cuba e contro il blocco tenutesi in settanta città del mondo lo scorso fine settimana sono il preludio di una nuova vittoria cubana all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il prossimo 23 giugno.

Le iniziative intraprese in diversi continenti durante la Carovana Mondiale di Solidarietà con Cuba dai membri del movimento di amicizia con Cuba, così come dagli emigranti cubani che vivono in Europa, negli Stati Uniti e in altre nazioni, sono state notevoli per la loro diversità.

La pandemia non ha impedito il successo di questa Carovana le cui immagini sono state proiettate dalla televisione cubana e ampiamente diffuse attraverso le reti sociali, con carovanieri che hanno marciato a piedi, in bicicletta, in moto, in auto e anche in barche, come quelle che hanno sfilato nella bellissima baia di Cienfuegos, nel centro sud di Cuba.

La rivendicazione unanime contro il blocco yankee, che è stato crudelmente intensificato durante i quattro anni di mandato di Donald Trump, è stata diretta all’attuale amministrazione guidata da Joe Biden, che dopo più di 100 giorni di mandato non ha mantenuto le sue promesse elettorali di invertire le misure abusive del suo predecessore alla Casa Bianca.

Un cambio di posizione su Cuba non è attualmente tra le priorità del presidente Biden, ma ci impegniamo a fare dei diritti umani un pilastro fondamentale della politica degli Stati Uniti. Jen Psaki, portavoce della Casa Bianca

Oltre a Cienfuegos, dove nella sua bella baia si è svolta una colorata regata contro il blocco statunitense, le strade di Ciego de Avila, capitale dell’omonima provincia cubana, sono state teatro di un grande corteo popolare che chiedeva la fine di un blocco illegale e immorale che punisce le famiglie cubane da sei decenni.

Mercoledì 23 giugno, Cuba presenterà per la 29ª volta davanti all’Assemblea Generale dell’ONU il progetto di risoluzione che chiede la fine del blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America, che è sempre stato sostenuto dalla grande maggioranza dei paesi membri delle Nazioni Unite.

Cienfuegos contro il Blocco

La Terza Carovana ha chiesto all’amministrazione Biden, tra le altre misure, di riattivare l’ambasciata statunitense all’Avana; ripristinare il programma di ricongiungimento familiare sospeso da Trump nel 2017; permettere alle compagnie aeree statunitensi di volare verso le province cubane; permettere rimesse illimitate a Cuba; e decretare la libertà per gli americani di viaggiare a Cuba.

A queste giuste richieste se ne potrebbero aggiungere molte altre, come la fine del criminale blocco, lo smantellamento della base militare nordamericana stabilita più di un secolo fa nel territorio cubano di Guantanamo, la cessazione delle trasmissioni radiotelevisive illegali verso Cuba, la sospensione dei fondi destinati a rovesciare la Rivoluzione cubana e l’eliminazione della recente inclusione di Cuba nella lista illegale delle nazioni che non collaborano con gli Stati Uniti nella lotta contro il terrorismo.

Tutto questo potrebbe essere fatto se i governi degli Stati Uniti rispettassero la Carta delle Nazioni Unite, poiché dal 1992 l’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato la risoluzione contro il blocco di Cuba, che Washington ha ignorato, come segno della sua proverbiale mancanza di rispetto per il Diritto Internazionale.

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