Questa strada appartiene a Fidel. Questa strada è nostra!

5 Agosto 1994. Fidel scende in strada. Questa strada è e sarà di Fidel, quello spirito ribelle che si è reincarnato in milioni di rivoluzionari.

“Eviteremo la violenza rivoluzionaria, ma reprimeremo la violenza controrivoluzionaria”

di GIUSETTE LEÓN GARCÍA
Fonte:
Traduzione e aggiunte: GFJ
13 LUGLIO 2021

A luglio come ad agosto, nel 2021 come nel 1994: la Rivoluzione ha il diritto di difendersi e lo farà, perché non le mancano armi e cuori. Lo farà come abbiamo imparato dal Comandante: a petto nudo, come Fidel è andato in viale Galiano e al Malecón, come Díaz-Canel è arrivato a San Antonio de los Baños.

5 Agosto 1994. Le proteste terminarono quando Fidel Castro (al centro) arrivò nelle strade di Galiano e San Lazaro. Gli slogan cambiarono in "questa strada appartiene a Fidel". In un articolo pubblicato cinque anni fa, il quotidiano Granma si riferisce alla data storica come "il giorno di un'altra grande battaglia vinta da Fidel e dal suo popolo, senza spari né morti, contro coloro che, incoraggiati dagli Stati Uniti, alteravano violentemente l'ordine pubblico in un settore del Malecon dell'Avana e nei suoi dintorni.

La strada è e sarà di Fidel, quel Fidel moltiplicato che proiettava un futuro di uomini di scienza quando altri progettavano la sua morte, “casualmente” gli stessi cacciatori di fantasmi del passato che oggi continuano a cercare di ucciderlo perché non sopportano di vedere il suo volto in ogni tentativo che Cuba fa per salvarsi.

Nessuno vorrebbe scendere in strada in questi giorni. Io non voglio. Vorrei, come ho già detto, essere nei tristi centri di isolamento della mia amata Matanzas, negli ospedali al collasso, nei quartieri in quarantena come messaggero delle persone vulnerabili o riportando gli sforzi dei miei esausti, coraggiosi fratelli e sorelle che stanno rischiando la vita in alcuni di quei luoghi. Se non posso far parte delle soluzioni, allora preferisco stare a casa, cercando di non far parte neanche del problema.

 11 luglio 2021. Miguel Díaz Canel scende in strada assieme al suo popolo

Ma se vogliono rubarmi la strada dove i miei figli camminano senza paura, la strada per andare dal medico e a scuola; se vogliono rubarmi la tranquillità necessaria per continuare a lottare per la vita… Se gli ingenui, i confusi e i malintenzionati non si preoccupano del dolore del mio popolo, se non hanno scrupoli ad approfittare di questo momento critico per dare il colpo finale che avverrà solo nelle loro contorte immaginazioni, allora mi troveranno, di sicuro, nella mia strada.

Mi troveranno senza paura nella strada della Rivoluzione che ha fondato il CIGB e l’Instituto Finlay de Vacunas, della Rivoluzione a cui dobbiamo la speranza, la luce alla fine del tunnel che Abdala, Soberana e il resto dei candidati al vaccino rappresentano.

In strada ci troviamo per gridare “solidarietà” dove il cinismo o l’ignoranza (quale dei due è più pericoloso?) parla di intervento umanitario (Ricordate la Jugoslavia, Iraq, Libia, Somalia e Haiti?). Scandiremo “indipendenza” là dove altri cercano urlano “annessionismo”. Scenderemo in strada per chiedere giustizia in sole tre parole: Abbasso il blocco!

Siamo tutti Fidel! La strada è e sarà di Fidel, quel Fidel moltiplicato che proiettava un futuro di uomini di scienza quando altri progettavano la sua morte

Non lo vogliamo. Non voglio scendere in strada, voglio lavorare e combattere la pandemia. Ma non commettete errori: non abbiamo paura. La Rivoluzione Cubana non porgerà l’altra guancia a coloro che la attaccano negli spazi virtuali e reali. “Eviteremo la violenza rivoluzionaria, ma reprimeremo la violenza controrivoluzionaria“, come ha scritto il nostro presidente questo lunedì sul suo profilo Twitter. La rivoluzione ha qualcuno che la difende e non è uno solo, siamo milioni. Non dimenticare che questa terra non ha mai avuto uno Zanjón senza un Baraguá.

Questa strada è e sarà di Fidel, quello spirito ribelle che si è reincarnato in milioni di rivoluzionari.

La strada è nostra.

Pubblicato in Attualità, Blocco, Cuba, Internazionale

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