La guerra non è la soluzione morale, ma nemmeno i pacifisti lo sono, e in molti casi amputano la vittima sotto quel catechismo magnanimo che alla fine non si concretizza né si avvicina alla giustizia.
di
Susana Khalil (*)
Fonte: Al Mayadeen
Traduzione: GFJ
Sì all'atrofia della barbarie della guerra, no alla barbarie disumana della falsa pace
La guerra è una vergogna umana, è un fallimento spirituale e della ragione, è l’amarezza umana… Anche gli animali non sono dei santi, ma cosa diranno di noi la fauna e la flora quando una bomba atomica venne lanciata sul nostro pianeta, a Hiroshima, e perlopiù con il tocco amorevole di un figlio; il pilota ha scritto il nome di sua madre sull’aereo, Enola Gay. E il terzo giorno viene sganciata un’altra bomba atomica, a Nagasaky.
Cosa dirà la fauna selvatica dell’uomo quando in Perù, senza accesso all’acqua, i contadini dovranno pagare per raccogliere l’acqua piovana?
Cosa diranno degli esseri umani, della fauna e della flora, quando Monsanto cercherà di vietare l’accesso alle sementi?
Dall’amore pitagorico, cosa diranno di noi la fauna e la flora, la luce del sole, la luce della luna, il vento, lo spazio, il tempo e la vita?
Come corteccia umana ho voluto nascondermi dai bambini, dalla fauna e dalla flora, nascondermi, non per paura, ma per vergogna.
Assumo la mia vergogna umana che mi sommerge di dolore, dolore che si amalgama nell’oscurità del panico. Ho paura dell’umano. Ma c’è anche una fede umana in me, ho speranza nell’umanità. Io scommetto sulla creatura umana, non rinuncio ad essa, le appartengo e lo devo a lei. Questo è il mio credo e il mio tempio. E c’è in me una gioia umana che preserva la mia ribellione.
E per la precisione, posso ammirare l’essere umano geniale, intelligente e talentuoso, ma non è l’essere umano talentuoso a cui sono debitrice, bensì quello generoso, onesto, nobile e giusto.
Credo nella storia futura dell’umanità, in un mondo senza guerra.
Questa frase può essere libellistica, vuota, se non si assume il carattere storico imperiale della Storia Universale.
Ucraina, sarò chiara, è comodo dire: no alla guerra, la guerra non è la soluzione, niente giustifica la guerra, ciò che la guerra porta è più guerra. Il tutto, un affascinante rosario e manto di spiritualità, celestialità, intellettualità e umanesimo contro la guerra, ma attenzione, attenzione quando tutto questo nobole ideale finisce per essere uno stratagemma che protegge e benedice l’aggressore. Questa posizione permette una sorta di Status Quo, SæculaSæculorum, Sempiterna all’aggressore e nessun diritto o scampo di difesa per l’aggredito.
La guerra non è la soluzione morale, ma nemmeno i pacifisti lo sono, e in molti casi amputano la vittima sotto questo catechismo magnanimo che alla fine non si concretizza né si avvicina alla giustizia.
Il successo dell’impero americano: genocidi, ecocidi, culturicidi, storicidi, memoricidii, spoliazioni, blocchi economici, guerra mediatica (l’inquisizione della nostra laicità). Il riciclaggio della droga. La loro articolata guerra mondiale del terrore con la NATO e la corporocrazia. Hanno come nemico la pace, la democrazia, l’equità, la libertà e la sovranità dei popoli.
L’impero deve fare il suo lavoro e ci sono Stati che lottano per la loro sovranità, come Bolivia, Venezuela, Cuba, Iran, Cina, Russia. Sì, con le loro contraddizioni, ma chi vuole essere un purista nella prassi, per rimanere nell’etere, è un ingenuo e/o un demagogo.
Il razzismo è così onnipresente nel nostro tempo che nemmeno la sinistra eurocentrica vi sfugge. C’è chi ha diritto alla barbarie della guerra per imperare mentre l’altro non ha diritto alla barbarie della guerra per difendersi.
La NATO, sanguinaria, illegittima e illegale, da tre decenni si sbeffeggia diplomaticamente con la Russia. Una guerra sarebbe la cosa giusta da fare per annientare o impedire il progresso russo-cinese, e quindi il passo verso un ordine internazionale multicentrico. Questa guerra che la Russia sta conducendo non è contro il popolo ucraino, è contro la NATO e gli Stati Uniti, eppure la vittima vessata è il popolo ucraino.
Gli Stati Uniti accetterebbero forse truppe russe alle loro frontiere con il Messico? La Russia non ha motivo di accettare le truppe NATO-USA ai suoi confini in Ucraina. Sarebbe imperdonabile per la Russia non difendersi. Certo, la grande vittima è il popolo ucraino.
Anche se non c’era sensibilità e indignazione morale quando la popolazione del Donbas veniva bombardata, l’acqua e l’elettricità venivano tagliate. Così come non c’era pietà per la negazione delle pensioni, per tutte le prestazioni sociali, per scuole in cui veniva negato l’apprendimento della lingua madre, per il lavoro negato ad ogni ucraino di lingua russa. Il rogo di 48 sindacalisti, di zingari, di omosessuali, di politici, giornalisti, tutti bruciati vivi. Terrore collettivo, minacce, torture, stupri. Vi fu un massacro di 14 mila persone dal 2014, tra cui un gran numero di bambini, una vera strategia nazista di sterminio. La soppressione di 11 partiti politici, la chiusura di stazioni televisive. Prigioni segrete, l’istituzione americana di macabri laboratori di guerra batteriologica e infrastrutture di guerra nucleare.
Non menzionerò l’altra guerra, quella razzista, dei giornalisti, analisti, operatori umanitari, che nella loro indignazione hanno espresso: “Questa non è la Siria, l’Afghanistan, lo Yemen o la Libia, questi sono bambini biondi con gli occhi azzurri, questa è l’Europa, i cristiani, civilizzati“. La cosa peggiore è che questi stessi personaggi hanno condannato Donald Trump come razzista. C’è troppo pseudo-umanesimo e questo favorisce giustamente il carnefice.
Non menzionerò i quasi 40 conflitti bellici sanguinari e i sinistri blocchi economici che sono pure modalità di guerra. Ma qui le grida di “No alla guerra” non appaiono. Molti in buona fede forse, ma vedono solo la forma e non la sostanza, ignoranti, funzionalisti, semplicistici, artificiali, pragmatici e timorosi. Reagiscono meccanicamente per non affrontare la difficoltà morale.Non posso non menzionare il lugubre Nazismo, letteralmente Nazi, senza il prefisso neo, che opera in Ucraina e non rappresenta il popolo ucraino, anzi, il popolo ucraino è vittima di questi nazisti protetti dalla NATO e dagli Stati Uniti. È agghiacciante e inquietante come l’Europa condanni il nazismo, ma usi questa atrocità oggi in Ucraina. Sottomettono il mondo contro il nazismo quando esso grida giustizia per il popolo nativo palestinese. Il Battaglione Azov e altri sono di natura e finalità nazista. Lì sta la loro ispirazione, sentimento, musa, logica e identità. VlodimirZelensky è uno slavo ebreo, nazista, israeliano. Controllato da una casta imprenditoriale ebraico-sionista, di un governo e di un’economia “paralleli”. Ci sono cellule del colonialismo israeliano che addestrano i nazisti ucraini.
Sì, per un’Ucraina libera dal nazismo (NATO-UE) e per la sovranità del popolo ucraino e russo.
Piangiamo questo triste passaggio della guerra – e dico triste perché è la guerra -, dove vite innocenti sono vittime della barbarie. Ma non difendersi per principio è uno stratagemma che perpetua solo la guerra. Questo tragico episodio è una presa di posizione storica contro l’egemonia, contro la tirannia del dollaro. Sarà il declino del dollaro e siamo sulla soglia di un ordine internazionale più vario, più plurale e quindi più democratico.
(*) Susana Khalil. Politologa e ricercatrice. Fondatrice dell’Associazione Canaán. Conduttrice e produttrice del programma radiofonico “Palestina 11 mila anni di storia”.