Un 8 marzo sotto il tallone di ferro dell’imperialismo Usa e Ue

Donne irachene con rose e bandiere nazionali partecipano a una manifestazione antigovernativa nella città meridionale di Nasiriyah, nella provincia di Dhi Qar, durante la Giornata internazionale della donna dell’8 marzo 2020. (Foto di Asaad NIAZI / AFP) via Getty Images)

di Felix
Fonte: https://www.cumpanis.net/
7 marzo 2023

Donne e bambini siriani, le vittime principali dell'aggressione imperialista

L’8 Marzo, giornata internazionale di lotta e di liberazione della donna, cade, quest’anno, in una particolare contingenza, dominata dallo scontro fra Russia ed Ucraina, in cui viene particolarmente esaltato il carattere del dominio dell’imperialismo USA ed UE, tramite la NATO, in Europa e nel mondo intero per il controllo dei mercati, delle materie prime e le principali fonti energetiche e, tramite queste, l’asservimento di sempre più vaste aree geografiche e politiche.

Le ragioni del dominio sessista e patriarcale dell’uomo sulla donna sono state magistralmente analizzate, nel XIX secolo, da Marx ed Engels, e raccolte, da quest’ultimo, nell’opera “L’origine della famiglia, della proprietà e dello Stato” e, da allora, fanno parte costitutiva e fondante del marxismo, anche se ancora oggi molti “marxisti” sembrano non rendersene conto ed esserne consapevoli.

La lunga lotta, plurisecolare, delle donne per la propria emancipazione e liberazione da ogni forma di sfruttamento ed oppressione, di classe e di genere, è stata parte determinante della più complessiva lotta di classe che il proletariato ha condotto, in modo sempre più incisivo, contro il dominio della borghesia come classe dominante nel capitalismo, nella sua fase suprema di sviluppo di tipo imperialista che ha caratterizzato particolarmente il periodo storico di transizione fra la fine dell’ottocento ed i primi anni del novecento e che attualmente perdura.

Tutto il XX secolo, dominato dalla vittoria del socialismo nato dalle rivoluzioni proletarie che ne hanno contrassegnato lo sviluppo storico, è stato caratterizzato da un sempre più vasto e profondo movimento di lotta delle donne, per l’uguaglianza, la giustizia sociale e la propria libertà, come condizioni di liberazione della umanità intera, dalle proprie condizioni di sfruttamento ed oppressione sociale.

In questi giorni, mentre arde impetuoso e drammatico il fuoco del conflitto fra Russia ed Ucraina, tutti i principali media di regime dedicano le loro pagine scritte ed i loro video al “sacrifici ” delle donne ucraine, travolte dalle sofferenze della guerra, dipingendole come le vere eroine della drammatica condizione, attualmente vissuta.
Come comunisti e come esseri umani siamo consapevoli che la guerra genera sofferenze immani ai popoli di tutto il mondo e particolarmente alle donne, che, in tali circostanze, sono chiamate a portare il peso del dramma che coinvolge le famiglie e le comunità nazionali in essa coinvolte.
Ma siamo altresì consapevoli, perché ce lo ha insegnato la storia, particolarmente quella degli ultimi due secoli, che è l’imperialismo a generare la guerra, con tutte le sofferenze ad essa connesse, per le ragioni sovraesposte.

Per questo, nei giorni drammatici che stiamo vivendo, non possiamo fare a meno di volgere la nostra mente al ricordo delle cadute, sotto il fuoco del nemico di classe, nella vicenda pluridecennale delle donne che hanno lottato e lottano, per la liberazione propria e dell’umanità intera, da ogni forma di sfruttamento ed oppressione di classe, nazionale, di genere e di razza.

Bombardamenti della NATO – Serbia, donne e bambini, 78 giorni sotto le bombe dell'”Angelo misericordioso”

E particolarmente vogliamo ricordare, per restare soltanto agli ultimi decenni, le coraggiose donne che hanno resistito e sono state uccise, sotto il fuoco dei bombardamenti  NATO, a cui ha partecipato anche il nostro Paese (l’Italia, ndr)che, nel 1999, hanno distrutto la Jugoslavia, alle cadute in seguito alla invasione dell’ Afghanistan, nel 2001, da parte delle truppe USA e NATO, in una guerra durata vent’anni, alle vittime, in gran parte donne, della invasione dell’ Iraq, nel 2003, da parte delle truppe USA e NATO, della guerra perpetrata, nel 2011, dagli USA e dalla NATO contro la Libia e la Siria, ed infine, per citare solo le ultime e principali guerre scatenate dall’imperialismo, alle vittime del colpo di Stato, perpetrato dall’ imperialismo USA e dai nazisti locali, nel 2014, contro il libero e democratico governo dell’ Ucraina, ed il legittimo Presidente Janukovyc, destituito con lo scatenamento di una violenza efferata contro i comunisti e tutte le forze democratiche, perché voleva difendere la sovranità ed indipendenza nazionale del proprio Paese, rifiutandosi di farlo aderire alla NATO.

Bertolt Brecht ci ha ricordato, a proposito del nazifascismo ed ogni imperialismo, che “essi intendono soltanto il tuono del cannone”, che è quanto, purtroppo, torna a caratterizzare la realtà dell’ Ucraina di oggi, che l’imperialismo USA ed UE vorrebbero trasformare in un loro avamposto, minacciosamente schierato contro la Russia.

I comunisti vogliono che torni al più presto la pace, in Ucraina e nel mondo intero.
La pace non dei cimiteri, fondata sullo sfruttamento e l’oppressione dei popoli e delle nazioni, ma fondata sulla libertà e sovranità nazionale dei popoli e degli Stati, sulla giustizia ed uguaglianza sociale, sulla democrazia e sull’antifascismo.

Solo cosi, le donne di tutto il mondo, cesseranno di dover sopportare il peso più grande delle sofferenze, che ogni guerra porta con sé.
In un mondo liberato dallo sfruttamento capitalistico e dall’oppressione sociale, di classe e nazionale, di genere e di razza.

In una Europa di Stati liberi, sovrani ed indipendenti, dall’Atlantico agli Urali.
Contro il capitalismo, l’imperialismo, per il socialismo.
Buon 8 marzo a tutte e tutti!

Pubblicato in Attualità, Internazionale

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