Durante la giornata di ieri – in cui è stato inevitabile ricordare i tristi avvenimenti nel Paese a seguito dello sfortunato incidente dei giorni scorsi alla base della superpetroliera di Matanzas – le federate cubane hanno anche reso omaggio a Fidel e Vilma, fondatori della grande opera che la FMC (Federazione delle Donne Cubane) rappresenta per Cuba.
Una donna rinata
C’era una volta una donna che venne al mondo, estranea ai serpenti, alle mele dell’Eden, libera da Adamo. Le ci volle molto tempo per arrivare a quel punto, nonostante avesse procreato tutti gli uomini, anche quelli che le mostravano sdegnosamente i pugni. La nuova donna era altrettanto abile o forse di più. Imparò a camminare a testa alta e scoprì, da quell’altezza, la vera dimensione del mondo che, secondo il poeta, “era ornato con i suoi occhi“.
Miguel Díaz-Canel Bermúdez, Primo Segretario del Partito e Presidente della Repubblica, si è congratulato con le donne cubane, che sono presenti nell'opera della Rivoluzione, sia nella produzione che nella difesa, e in ogni sfida che la patria deve affrontare, durante una cerimonia di riconoscimento delle compagne che si sono distinte, tenutasi lunedì nella capitale, in occasione del 62° anniversario della fondazione della Federazione delle Donne Cubane (FMC).
Una dì nacque una donna diversa che, pur avendo ancora due mani e un grembo prodigo, scoprì che le sue braccia non erano forti solo quando cullava i bambini o lavava i panni. Si accorse che con le sue dita era in grado di smuovere l’universo. Ha convinto se stessa e tutti gli altri che le dovevano secoli di giustizia e lei era pronta a ottenerli.
Una dì nacque una donna che si puntellava gli occhi, per evitare che fissassero il suolo in segno di imposta obbedienza. Non voleva più a sopportare la vista del terreno e da quel momento in poi il suo sguardo fu diretto davanti a sé. Ora le sue pupille accettano la sfida, ma non traspare alcun rancore. Aveva perso molto tempo e aveva bisogno di recuperare ogni dettaglio nelle cose che non aveva potuto guardare prima.
Una donna, cubana e dignitosa, è rimasta per sempre e senza di lei non ci sarebbe più il Paese che stiamo costruendo, in cui batte il cuore dell’uguaglianza e della giustizia.
C’era una volta una donna che decise di scrivere la storia con angolazioni diverse e che ebbe la grande forza di non ripagare gli uomini con la stessa moneta, non ridusse il loro ruolo a un’impotente canzonatura né li mise al rogo per spuri sospetti di atti illeciti, ma si limitò a dare loro il posto che meritavano, la metà del suo mondo, non un centimetro di più, non un centimetro di meno.
E questa donna, cubana e dignitosa, è rimasta per sempre, e senza di lei non ci sarebbe più il Paese che stiamo costruendo, in cui batte il cuore dell’uguaglianza e della giustizia.