Venezuela. Davide contro Golia.

L’eroica resistenza di un popolo che non soccombe davanti al progetto imperialista. Continuano le fake news e le pressioni della Casa Bianca

L’amministrazione USA sta facendo filtrare in queste ore delle nuove fake news che hanno solo lo scopo di indebolire il morale del popolo venezuelano. Ci risiamo infatti con indiscrezioni su impossibili rinunce di Nicolás Maduro al suo incarico di legittimo presidente del Venezuela in cambio di una fuga all’estero che lo sottrarrebbe a futuri processi penali in Patria. Ugualmente viene accreditata l’esistenza di contatti tra la Casa Bianca e un esponente di primo piano del chavismo (che li smentisce precisando che da Washington hanno cercato di contattarlo ma lui non ha accettato di parlare con gli inviati di Trump) e l’ipotesi di un accordo con le opposizioni per nuove elezioni presidenziali.

E’ ovvio che i media internazionali ai quali vengono somministrate queste dosi di veleno non hanno la possibilità a Washington di controllarne la veridicità. Ma se, ad esempio, i nostri colleghi dell’AP avessero almeno un briciolo di buon senso potrebbero ricostruire quante volte simili voci si sono rivelate infondate negli ultimi mesi…

Accanto a queste fake news, vengono diffuse ipotesi e proposte ugualmente insensate, anche se è possibile che, ad esempio, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, abbia davvero immaginato di porre un blocco navale al Venezuela, ipotesi che in questa fase appare irrealizzabile e che dunque, esattamente come le notizie false, viene fatta circolare solo per aumentare la pressione sul Venezuela. Ne parla il portale statunitense “Axios” citando funzionari della presente e passata amministrazione della Casa Bianca. Secondo il portale, Trump avrebbe riproposto questa strategia più volte dall’inizio del 2018, l’ultima volta alcune settimane fa, anche se – si legge nell’articolo – le fonti consultate al Pentagono la ritengono non molto percorribile anche perchè toglierebbe risorse attualmente impiegate per gestire i dossier Cina e Iran.

Trump avrebbe “letteralmente detto che dovremmo portare delle navi nella zona e imporre un embargo navale per fare in modo che non entri nulla”, applicando lo stesso comportamento (del tutto illegale per il diritto internazionale) che Washington utilizzò nella crisi dei missili di Cuba, in piena Guerra fredda. In ogni caso, il Pentagono non avrebbe considerato seria l’idea di Trump e avrebbe anche affermato che sarebbe impossibile metterla in pratica.

Quello che invece è vero e desta grande ammirazione, orgoglio e coraggio in chi ha a cuore l’autodeterminazione del Venezuela e la dignità dell’America Latina, è lo straordinario successo delle proteste, iniziate dal 10 agosto, contro le nuove misure statunitensi mirate a minare il governo legittimo di Caracas. Infatti, persone di diversi paesi si sono unite per raccogliere firme a sostegno della sovranità del Venezuela.

Le firme vengono raccolte come parte della protesta globale di #NoMoreTrump con l’obiettivo di presentarle al Segretario Generale delle Nazioni Unite (ONU), Antonio Guterrez.

Intanto si è saputo che nei prossimi giorni la vicepresidente venezuelana Delcy Rodriguez visiterà Mosca e incontrerà il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, come riferito dal dicastero degli Esteri russo in una nota. Il colloquio è previsto per mercoledì 21 agosto, aggiunge la nota della diplomazia di Mosca. La Russia è tra i principali alleati del presidente venezuelano Nicolas Maduro. Nei giorni scorsi il ministero degli Esteri russo ha espresso “rammarico” per l’annullamento della nuova tornata di dialogo tra governo ed opposizioni venezuelane, situazione creata dalla politica “imprudente” degli Stati Uniti.

Pubblicato in Attualità, Blocco, Internazionale

ARCHIVI