Venezuela Elezioni 6D. RAPPORTO SULL’ ACCOMPAGNAMENTO ELETTORALE (+FOTO)

RAPPORTO SULL’ ACCOMPAGNAMENTO ELETTORALE DEL CNE IN VENEZUELA –  DOMENICA 6 DICEMBRE 2015

Osservazioni di Walter Suter, ALBA SUIZA  e  G. Federico Jauch ALBA SUIZA e ASC

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Osservazione elettorale

Federico Jauch è stato inviato dal CNE (Consiglio Nazionale Elettorale) nello Stato di Nueva Esparta (Isla Margarita) e Walter Suter a Táchira (Stato al confine con la Colombia). La terza persona della delegazione svizzera, Brigitte Marti (segretaria generale aggiunta del Partito svizzero i Verdi), si è recata in una zona occidentale di Caracas.

Dal giorno del nostro arrivo, il 1° dicembre 2015, al 5 dicembre, assieme agli altri 130 accompagnatori elettorali abbiamo ricevuto una dettagliata introduzione al sistema elettorale venezuelano automatizzato, oltre alle dovute istruzioni sul comportamento da assumere il giorno delle elezioni.
Ognuno di noi ha avuto la possibilità nel luogo assegnato per il giorno delle elezioni di visitare diversi centri elettorali che disponevano ognuno da 6 a 8 seggi. Durante l’apertura dei seggi elettorali abbiamo prestato particolare attenzione allo svolgimento delle operazioni d’ istallazione da parte della commissione elettorale paritetica composta de 5 persone e, alla sera, abbiamo assistito alla minuziosa  procedura della chiusura dei seggi e del conteggio dei voti.

Ovunque  – e in modo totalmente indipendente –  ognuno di noi ha potuto constatare che il sistema dal 2004 ad oggi è stato ulteriormente perfezionato e reso assolutamente  trasparente e “blindato”. Pertanto non esiste alcuna possibilità di essere manipolato con conseguenti brogli. 

Risultati elettorali – Commenti dei partiti

Risultati elettorali definitivi comunicati dal CNE il 9 dicembre 2015:

MUD (Tavola dell’Unità Democratica, opposizione): 112 seggi (compresi i tre seggi assegnati alle popolazioni “indigene”), circa 8,5 milioni di voti (58%)

GPP (Gran Polo Patriottico): 55 seggi, circa 6 milioni di voti (42%)

Particolarità  112 è il numero minimo, per disporre della maggioranza qualificata di 2/3. La MUD ha ottenuto il 112° seggio con una maggioranza di soli 83 voti in un paese nella Stato di Aragua!

Reazione del GPPMaduro ha riconosciuto il risultato 5 minuti dopo l‘annuncio della Presidentessa del CNE, rispettando la promessa che aveva fatto alcune settimane prima, di riconoscere il risultati emessi dal CNE.

L’aspetto essenziale della sua dichiarazione sulla sconfitta elettorale alla TV: „Abbiamo perso una battaglia, ma non la guerra“; „¡Chávez vive, la lucha sigue !“ Si tratta di un contraccolpo momentaneo („por ahora“)  nel lungo e complesso cammino che porta al compimento del processo bolivariano. Ora si tratta di serrare le fila e di mettere in pratica i „tre RRR“ (rivedere, rettificare, ridare impulso). Non è l’ora della rassegnazione, bensì della ricomposizione delle truppe bolivariane per la difesa delle grandi conquiste sociali. E infine, per dirla con le parole di Simón Rodríguez:  „Necesario es vencer“.

Reazione della MUD:  i più conosciuti protagonisti dell’opposizione, come Ramos Allup, Capriles Radonski, Torrealba e persino Machado hanno reagito alla loro sorprendente vittoria elettorale con affermazioni piuttosto pacate, prive di sentimenti revanscisti e aperti al dialogo e alla cooperazione. (Chi scrive non crede a questi buoni propositi, memore del passato antidemocratico dell’opposizione e delle loro prese di posizione non obiettive e azioni aggressive e anticostituzionali). Naturalmente toni aggressivi, violenti e revanscisti si sono potuti ascoltare da parte di tutti quegli elementi più estremisti (ultras) dell’opposizione.

La nostra valutazione post elezioni:

Il PSUV (Partito Socialista Unito del Venezuela) e gli altri membri del Gran Polo Patriottico hanno subito una cocente sconfitta che ha superato le peggiori previsioni e che  ha lasciato totalmente sorpresi sia i “chavistas” che l’opposizione. Tali risultati elettorali sconvolgono i rapporti di forza in Venezuela. Si presagiscono tempi molto difficili per il paese.

La maggioranza qualificata della MUD apre per entrambe le parti nuove e inedite prospettive. Bisognerà quindi aspettare che questi risultati vengano assimilati per potersi adattare alla nuova situazione e inventare di conseguenza nuove strategie.

Significato per il GPP: la dirigenza deve ora rendersi cosciente dell’importante perdita di potere a seguito della sconfitta elettorale. Deve concentrarsi, assieme allo “zoccolo duro“ dei 6 milioni (!) di  „revolucionarios“ su come difendere e riprendere in mano il processo rivoluzionario e riconquistare i circa due milioni di elettori fluttuanti („votos castigos“)  attraverso una politica economica convincente. Tuttora rimangono 20 su 24 governi e parlamenti regionali e il  70% dei sindaci (Alcaldes) in mano dei “chavistas” fino alle prossime elezioni del 2016, risp. fine 2017. Vi è ancora l’incognita dell’atteggiamento delle forza armate (FANB), che attualmente in maggioranza sono dalla parte bolivariana. E infine il PSUV e in particolare il Presidente dovrà adeguarsi a una coabitazione con la MUD la quale avrà le facoltà di legiferare e persino modificare la costituzione. Potrà inoltre sostituire i membri del Tribunale supremo e del CNE così come il Procuratore generale , l’ombudsman e il capo della Corte dei conti con amici dei propri partiti! Attualmente all’interno del GPP sono in corso intense discussioni – ma anche discussioni con attribuzioni di colpe –  ai fini di analizzare la sconfitta elettorale e trarne i dovuti insegnamenti. Gli elementi più radicali come Diosdado Cabello, che a quanto si dice non temono un confronto con la destra sembrano essere in minoranza.

Significato per la MUD: con l’inaspettato trionfo elettorale ora la MUD deve confrontarsi con le enormi sfide che le si presenteranno. Dovrà imparare a gestire le responsabilità e a sviluppare strategie politiche che le permetteranno di tenere insieme e controllare quel mucchio eterogeneo di partiti che forma quest’alleanza e che presto potrebbero dare adito a rivendicazioni e ambizioni personali, nonché a tentativi di spaccature interne alla coalizione elettorale. Riusciranno a gestire la coabitazione col Presidente dopo quest’impressionante vittoria ? Le voci moderate nel calderone della destra assicurano che non cercheranno il confronto.

Dove sembra esserci concordanza sia a sinistra che a destra, è nella convinzione che la priorità assoluta sia la soluzione alla crisi economica che non può più essere rinviata. Forse l’unico punto comune d’appiglio nel prossimo parlamento! Al più tardi a partire dal 5 gennaio 2016, quando si sarà assediata la nuova “Asamblea Nacional”, capiremo meglio in che direzione si potrà procedere.

Politica estera

È fuori dubbio che queste elezioni venezuelane produrranno un cambiamento nella politica d’integrazione del continente latinoamericano e dei Caraibi.  Le istituzioni create da Chávez, quali ALBA, UNASUR, CELAC, Petrocaribe, Telesur etc. – ma pure MERCOSUR – potrebbero subire dei grossi scossoni distruttivi. La destra controrivoluzionaria neoliberale in America latina e Caraibi non esiterà, con l’aiuto degli USA a scagliarsi contro i governi progressisti nel continente con l’obiettivo di farla finita per sempre.

Ma anche gli stretti rapporti politici e di cooperazione instaurati  in questi ultimi anni con gli alleati antimperialisti come  Cuba, Cina, Russia, Iran, Syria e Palestina potrebbero finire nel nulla.

Dobbiamo quindi essere preparati a d affrontare cambiamenti importanti anche in politica estera.

 

Quali ripercussioni su ALBA SUIZA e sui movimenti di solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana ?

Siamo dell’opinione che in queste nuove straordinarie circostanze:

  • non dobbiamo prendere decisioni che non siano più che ponderate
  • dobbiamo privilegiare un’analisi oggettiva, nonché un’osservazione accurata della nuova situazione e del relativo sviluppo
  • stabilire un nuovo punto della situazione a partire da gennaio 2016 dopo che si sarà insediata la nuova Assemblea nazionale

¡Chávez vive, la lucha sigue !

Walter Suter   e  G. Federico Jauch

Caracas, 10 dicembre 2015

Pubblicato in Internazionale, Svizzera

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