È inammissibile che vengano utilizzati meccanismi di blocco e altri sistemi finanziari per impedire a una nazione di comprare cibo e di produrre cibo nel proprio paese per la propria gente
Fonte:
di Lorenzo Poli
20.10.2020
Dopo la sua approvazione, l’8 ottobre 2020, finalmente una legge che sancisce una posizione ferrea del governo bolivariano contro il bloqueo che gli Stati Uniti hanno imposto in questi anni contro il Venezuela, proponendo soluzioni concrete per affrontarlo. Uno spiraglio di luce contro un atto criminoso che impone restrizioni a Caracas simili a quelle affrontate dalla Corea del Nord, dall’Iran, dalla Siria e da Cuba. Sanzioni e bloqueo che sono state stabilite unilateralmente dai governi degli Stati Uniti d’America senza nessuna legittimità internazionale (nessun voto in seno al consiglio di sicurezza dell’Onu). A vararle sono state tutte le amministrazioni statunitensi, sia repubblicane (Bush Jr, Trump) sia democratiche (Obama), con il fine di colpire un sistema socio-economico e politico che non si allinea al capitalismo, ma anzi mira a superarlo.
Tra il 2017 e il 2018 Trump ha emesso ordini esecutivi che limitano fortemente il campo d’azione dell’economia venezuelana; l’accesso ai mercati finanziari statunitensi da parte del governo venezuelano, compresa la compagnia petrolifera statale del Venezuela (PDVSA); le transazioni relative all’emissione e all’uso della moneta digitale considerata potenzialmente in grado di destabilizzare il potere d’acquisto del dollaro. Le sanzioni economiche vietano anche le transazioni relative all’acquisto del debito venezuelano, compresi i crediti, e di qualsiasi debito verso qualunque entità pubblica venezuelana e si stabilisce di congelare il patrimonio di chiunque operi nel settore dell’oro (o in qualsiasi altro settore dell’economia a discrezione del Segretario del Tesoro). Tutti i beni e gli interessi di proprietà di PDVSA, come la Citgo Petroleum Corporation. sotto la giurisdizione USA, vietando ai soggetti residenti negli Stati Uniti di effettuare transazioni con loro. Tutte queste misure sanzionatorie hanno significato per il Venezuela 30 miliardi di entrate in meno ogni anno per 5 anni. Rolf Hackbart, rappresentante dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la Alimentazione e la Agricoltura (FAO) in Venezuela, ha denunciato: “È inammissibile che vengano utilizzati meccanismi di blocco e altri sistemi finanziari per impedire a una nazione di comprare cibo e di produrre cibo nel proprio paese per la propria gente”.
Ecco perché la legge anti-bloqueo è molto importante e rimarrà in vigore finché durerà il blocco economico o cesseranno gli effetti di sanzioni e minacce contro l’economia venezuelana.
La legge anti-blocco ha la funzione di far avanzare il Piano per la Patria , di rafforzare i settori economici e le imprese in aree strategiche e di attirare investimenti produttivi su larga scala, prevedendo di stimolare l’attività economica interna e le alleanze produttive esterne che favoriscono lo sviluppo nazionale. La legge garantirà la promozione dell’uso del Petro e di altre criptovalute nel commercio interno ed esterno, dando priorità all’ottenimento delle risorse di cui il Paese ha bisogno, che sono state rubate dai governi atlantici. Ovviamente non si sono fatte attendere anche critiche molto dure sull’attuale provvedimento all’interno del Gran Polo Patriottico. Sebbene la maggioranza del governo bolivariano faccia riferimenti alla «piena sovranità sulle ricchezze e sulle risorse naturali» del paese, al progressivo recupero dei salari dei lavoratori, all’ampliamento delle politiche sociali dello Stato come l’alimentazione, la salute, il miglioramento dei servizi pubblici, il potenziamento dei Clap (Comitati di Autorifornimento e Produzione) e la schermatura dei 16 motori produttivi per il rilancio dell’economia, le minoranze interne sostengono che la legge conceda a Maduro poteri straordinari, permettendogli di firmare nuovi accordi con imprese private nazionali ed estere, ma anche di poterlo fare senza divulgarne il contenuto, in maniera che le compagnie straniere possano investire in Venezuela senza il timore di sanzioni economiche.
Lo scrittore e intellettuale Luis Brito García, considerato uno degli ideologi del chavismo, membro di Alternativa Popular Revolucionaria e grande sostenitore del governo Maduro, non è convinto dell’efficacia della legge. Secondo il gruppo Pensamiento Crítico , il provvedimento violerebbe l’ordinamento giuridico della Repubblica, la Costituzione e le leggi, aprendo alla liquidazione delle risorse del Paese, alla privatizzazione delle imprese statali, alla cessione dell’industria petrolifera al capitale transnazionale e alla concentrazione del potere nell’esecutivo. Secondo la vicepresidente Delcy Rodríguez le entrate, che la legge porterà, serviranno per l’aumento dei salari, per il Sistema di Protezione Sociale e per il rilancio dei servizi pubblici, mentre secondo fazioni chaviste dissidenti confluirebbero in un fondo amministrato dal presidente e controllato dalla Contraloría General de la República e dalla Anc, dipendenti dall’esecutivo.
Secondo Partito Comunista Venezuelano e altre forze della sinistra progressista, il governo sta facendo una svolta moderata per cancellare il progetto di Chávez, mentre per la maggioranza si tratta di un discorso demagogico a fini elettorali. Secondo i dirigenti bolivariani nessun rivoluzionario o rivoluzionaria può credere che si vada a una sospensione della Costituzione o che il presidente Maduro abbia cancellato l’eredità di Chávez o sia diventato un dittatore. Questi, secondo i “maduristi”, sono discorsi della destra che non possono moralmente essere assunti dai compagni in modo strumentale.
Il progetto di legge è stato discusso a fondo in diverse commissioni, emendato per essere presentato all’approvazione dell’Assemblea Nazionale Costituente (ANC) in cui è stato approvato e il governo ha deciso di presentarlo al Consiglio di Stato affinché questo organismo solleciti il parere della Sala Costituzionale del Tribunal Supremo de Justicia (TSJ) sul suo carattere costituzionale. Nessuno membro del PSUV si è mai sottratto dal dibattito e non si può accettare che si dica ai compagni all’estero che Maduro, da un giorno all’altro, si sia trasformato in un reazionario neoliberista o un accomodante socialdemocratico che privatizza il Paese. Esponenti della maggioranza chavista affermano che questi compagni facciano proposte concrete per portar fuori il paese da questa drammatica situazione, poiché non bastano le dichiarazioni e “la politica dello scontro frontale”. Il tema su cui discutere è: dove trovare le risorse per rafforzare il sistema sanitario gratuito, per costruire le case popolari, per finanziare l’educazione pubblica gratuita e di qualità? La legge anti-bloqueo rimane, secondo la maggioranza, una risposta concreta in contrasto all’imperialismo, dotandosi delle capacità e degli strumenti istituzionali e legali per affrontare e superare una delle aggressioni economiche più spietate della sua storia.