Washington proprio non ce la fa a rispettare l’indipendenza di Cuba

La mappa dei media finanziati dagli USA contro Cuba
Il metodo usato è sempre lo stesso, nei nomi si autodefiniscono indipendenti o alternativi per catturare i lettori, ma basta seguire da dove proviene il denaro che li sostiene per sapere da chi dipendono e a quale linea editoriale rispondono . Una rete di decine e decine di media “cubani” dai nomi accattivanti cerca di diffondere tra il pubblico mondiale la visione statunitense e con la loro strategia intossicano costantemente i social network con informazioni travisate su quasi tutto ciò che accade sull’isola e nella Rivoluzione cubana.
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Si preannuncia quindi l’ennesima azione di manipolazione mediatica che vedrà moltiplicare per cento il numero dei manifestanti. Se poi durante le proteste i manifestanti compiranno azioni violente contro strutture pubbliche o commerciali e la polizia interverrà verranno evocate le solite violazioni dei diritti umani dei pacifici manifestanti, come del resto anticipato dalle dichiarazioni del funzionario del governo statunitense.

Il ministro degli Esteri di Cuba Bruno Rodríguez Parrilla ha recentemente respinto l’ennesima ingerenza del governo degli Stati Uniti negli affari interni dell’isola.
Il Ministro degli Esteri cubano venerdì ha commentato duramente l’ennesima ingerenza del governo statunitense di Joe Biden compiuta da un alto funzionario governativo che si è intromesso nuovamente negli affari interni dell’isola caraibica definendo l’azione un atto di interferenza.

Il diplomatico ha ribadito che “la storia ha dimostrato che i cubani non accettano, né si lasciano impressionare dalle minacce”.
Un alto funzionario del governo degli Stati Uniti, in un aperto atto di interferenza, sta ancora una volta commettendo l’errore di minacciare Cuba. inoltre tale ingerenza costituisce un atto contrario alla Carta ONU”, ha detto il ministro degli Esteri attraverso il suo account sul social network Twitter.

La dichiarazione di Rodríguez arriva dopo che il principale consigliere del presidente degli Stati Uniti Joe Biden per l’America Latina, Juan González, ha avvertito che il suo governo intende “rispondere” se Cuba perseguirà gli organizzatori di una marcia indetta per il 15 novembre. Infatti da alcune settimane sui social stanno apparendo messaggi inneggianti ad una nuova manifestazione di protesta da tenersi il prossimo 15 di novembre, giorno questo che il governo cubano ha identificato quale inizio della nuova normalità sull’isola con la riapertura al turismo. Evidentemente ai “nuovi patrioti” cubani, tanto interessati alle sorti economiche dell’isola, non va proprio giù che il governo inizi a far rientrare i turisti a Cuba.

Solo uno dei tanti esempi di manipolazione mediatica

Il ministro degli Esteri cubano ha denunciato in diverse occasioni la strategia statunitense di attacco all’isola, incentrata su azioni volte a intensificare il blocco economico, commerciale e finanziario, sostenendo coloro che sostengono la sua agenda destabilizzante.
Biden, lungi dal promuovere l’eliminazione del blocco contro Cuba, intensificato durante il mandato di Donald Trump nel bel mezzo dell’attuale pandemia di Covid-19, ha mantenuto le 243 misure coercitive unilaterali imposte, nonostante il ripetuto rifiuto della maggioranza della comunità internazionale.
In questo clima ostile verso Cuba i “nuovi amici” dell’isola, che ricevono per il loro sostegno alle azioni destabilizzanti promosse dagli Stati Uniti cospicui finanziamenti, hanno deciso di metter in campo una nuova manifestazione come avvenuto lo scorso 12 luglio quando poche persone si sono riversate per le strade di varie città dell’isola per protestare verso le politiche del governo.

Ovviamente i finanziatori, dato che spendono soldi per il sostegno ai gruppi controrivoluzionari presenti sull’isola, usano tutti i mezzi a loro disposizione per rendere il loro investimento economico utile. Poi grazie alle reti sociali come Facebook, Twitter e WhatsApp che per operare a Cuba ottengono una licenza speciale che gli permette di scavalcare il blocco economico, commerciale e finanziario statunitense, licenza non concessa invece alle industrie farmaceutiche, la propaganda e l’organizzazione delle proteste risulta piuttosto facile.

Si preannuncia quindi l’ennesima azione di manipolazione mediatica che vedrà moltiplicare per cento il numero dei manifestanti. Se poi durante le proteste i manifestanti compiranno azioni violente contro strutture pubbliche o commerciali e la polizia interverrà verranno evocate le solite violazioni dei diritti umani dei pacifici manifestanti, come del resto anticipato dalle dichiarazioni del funzionario del governo statunitense.

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