Con l’operazione Carlota sono stati raggiunti tre obiettivi fondamentali: l’indipendenza dell’Angola, quella della Namibia e l’eliminazione del regime dell’apartheid in Sudafrica.
Fonte: JUVENTUD REBELDE
Traduzione: italiacuba.it
Commemorazione del 45° anniversario dell'Operazione Carlota. Foto: Hugo García
LIMONAR, Matanzas. – Con una solenne cerimonia al Rebel Slave Museum, situato nell’antico zuccherificio Triunvirato, è stato commemorato il 45° anniversario dell’Operazione Carlota.
Damaris González Benítez, lo specialista del museo, ha detto in questo memorabile giorno che le azioni condotte dalla nera Lucumí Carlota rappresentano un simbolo di ribellione e libertà grazie alla sua audacia e al suo coraggio.
Con l’operazione Carlota sono stati raggiunti tre obiettivi fondamentali: l’indipendenza dell’Angola, quella della Namibia e l’eliminazione del regime dell’apartheid in Sudafrica.
“Per questo motivo il suo nome è stato scelto 132 anni dopo per dare il nome alla missione internazionalista prestata da Cuba alla Repubblica sorella dell’Angola. Dopo che il suo presidente Agostinho Neto chiese aiuto alle potenze imperialiste per impedire la totale indipendenza di quella nazione, la risposta del popolo cubano non tardava ad arrivare”, ha detto González Benítez.
Tra il novembre 1975 e il maggio 1991, più di 375.000 internazionalisti cubani sono arrivati sul suolo angolano. “In quegli anni si sono combattute battaglie eroiche, in cui cubani e angolani, fratelli e sorelle, hanno dimostrato il loro alto morale combattivo”, ha aggiunto.
Ha sottolineato che con l’operazione Carlota sono stati raggiunti tre obiettivi fondamentali: l’indipendenza dell’Angola, quella della Namibia e l’eliminazione del regime dell’apartheid in Sudafrica.
“Per il mondo è stata una lezione senza precedenti di solidarietà e altruismo”, ha concluso.
Bielka Cantillo González, Direttore del Centro Provinciale per il Patrimonio Culturale, ha dichiarato che questo è un sito rilevante per il patrimonio culturale cubano dal punto di vista storico, archeologico e paesaggistico.
Il Museo degli Schiavi Ribelli, Monumento Nazionale, insieme al Castello di San Severino, fanno parte del progetto della Via degli Schiavi, promosso a livello internazionale dall’Unesco.
L’evento è stato presieduto da Liván Izquierdo Alonso, primo segretario del Partito; Mario Sabines Lorenzo, governatore, e Yeiker Marrero Chávez, primo segretario della Lega Giovani Comunisti. Erano presenti anche combattenti delle Forze Armate Rivoluzionarie e del Ministero dell’Interno, nonché autorità e lavoratori del Ministero della Cultura.