Haiti: manifestanti bruciano bandiera USA e chiedono aiuto a Russia, Cina e Venezuela

Continuano le violente proteste ad Haiti, dove nella giornata di ieri i manifestanti hanno protestato contro l’alleanza con gli Stati Uniti e si sono rivolti a Mosca, Caracas e Pechino per aiutarli nella risoluzione della crisi

PUBBLICATO IL 19 FEBBRAIO 2019 ALLE 6:10
http://sicurezzainternazionale.luiss.it/
IN AMERICA CENTRALE E CARAIBI

Continuano le violente proteste ad Haiti, dove nella giornata di ieri i manifestanti hanno protestato contro l’alleanza con gli Stati Uniti e si sono rivolti a Mosca, Caracas e Pechino per aiutarli nella risoluzione della crisi, ha riferito il quotidiano La Página.

“Vogliamo una rottura definitiva con gli Stati Uniti, non ne possiamo più dell’occupazione americana”, ha dichiarato ai giornalisti il leader del gruppo di manifestanti che ha incendiato la bandiera. “Chiediamo al Venezuela, alla Russia e alla grande Cina di venire qui per vedere con i loro occhi la miseria in cui viviamo”.

I manifestanti avrebbero dunque bruciato una bandiera americana al grido di “Abbasso gli americani, viva Putin!”

La polizia ha dovuto usare gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti.

La crisi sociale ed economica ad Haiti, insieme a uno scandalo di corruzione che ha coinvolto diversi membri della classe politica, incluso il presidente, ha scatenato manifestazioni violente.

Dalla scorsa settimana, nelle strade della capitale e di tutto il Paese i violenti scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine hanno lasciato diversi morti, decine di feriti e danni materiali significativi.

Le migliaia di persone che sono scese in strada denunciano l’inflazione galoppante e l’accelerata svalutazione della moneta nazionale, il gourde. Inoltre, chiedono le dimissioni del presidente, accusato di corruzione e di non saper risollevare il Paese dalla pressante crisi economica.

Nella giornata di giovedì, Jovenel Moïse ha chiamato al dialogo, dopo oltre una settimana di violente proteste. Il presidente ha chiesto al primo ministro di trovare un percorso per “soluzioni pacifiche”, aggiungendo che continuerà a lavorare fermamente per raggiungere la pace.

Da parte sua, la Comunità dei Caraibi (CARICOM) ha espresso forti preoccupazione per la situazione ad Haiti auspicando la cessazione della violenza nel Paese.

I manifestanti chiedono anche giustizia per le presunte irregolarità nel programma Petrocaribe, attraverso cui il Venezuela fornisce petrolio ad Haiti a prezzi più bassi. Una revisione presentata la scorsa settimana dalla Corte dei conti ha rivelato irregolarità tra il 2008 e il 2016 in questo programma, e coinvolgerebbe 15 tra ex e attuali funzionari, nonché una società presieduta dallo stesso presidente Moise.

La situazione ad Haiti è peggiorata quest’anno a causa di una forte svalutazione del gourde e della crisi elettrica causata dalla carenza di petrolio, e il paese non è nemmeno riuscito ad approvare il suo bilancio per quest’anno, di 1.650 milioni di dollari, che è stato respinto il mese scorso dalla Camera dei Deputati.

Pubblicato in Attualità, Internazionale

ARCHIVI