La Scuola del Gabo

Gabriel García Márquez, morto giovedì 17 aprile in México, ha fondato la Scuola Internazionale di Cinema e Televisione di San Antonio de los Baños ed ha mantenuto una stretta relazione con i registi del continente.

La Scuola del Gabo

Riscattare l’utopia attraverso la magia dell’identità latinoamericana: questa è stata una delle premesse che hanno guidato l’opera e la proiezione intellettuale dello scrittore Gabriel García Márquez,  che si propose con una delle grandi opere della sua carriera, la promozione del cinema latinoamericano.

Non ci sono dubbi che questa è stata una delle ragioni che portarono il Premio Nobel di Letteratura a fondare il 15 dicembre del 1986, con l’argentino Fernando Birri e il cubano Julio García Espinosa, la Scuola

 Internazionale del Cinema  Televisione di San Antonio de los Baños (EICTV) come filiale della Fondazione del Nuovo Cinema Latinoamericano (FNCL), un progetto multinazionale che sin dall’inizio contò con l’appoggio del leader storico della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro.

L’obiettivo era chiaro: diffondere e approfondire le espressioni culturali dei popoli dell’ America Latina e dei Caraibi, Asia e Africa, e mettere nelle mani dei registi la possibilità di diventare i cronisti della propria realtà, del proprio ambiente, delle proprie vite.

È ovvio che una Fondazione non può diventare un movimento cinematografico com’è quello del Nuovo Cinema Latinoamericano.

“Quello che succede è che noi abbiamo mostrato una cosa che è evidente  E che esiste già. È l’esplosione di un cinema nuovo e quello che stiamo facendo è cercare di dargli un impulso”, disse allora Gabo, che dal 1958 fu il presidente della FNCL.

Con il tempo la Scuola si espanse  notevolmente e divenne un punto di riferimento obbligatorio della cinematografia mondiale, ricevette personaggi come Francis Ford Coppola, George Lucas, Robert Redford, Robert de Niro, Joel Cohen, Costa Gavras, Istvan Szabo e Emir Kusturica, e  intellettuali come Aída Bortnik, Doc Comparato e  Armand Mattelard, tra i tanti. Attualmente ha laureato circa 800 allievi nella specialità di regia, sceneggiatura,  documentario, fotografia, suono e produzione e molti contano su opere rilevanti nel panorama della settima arte.

Nonostante i suoi molteplici impegni,  il Gabo non lasciò ma la scuola e lì ritornò molte volte per impartire seminari  di sceneggiatura (Contame como se cuenta un cuento) nelle aule strapiene, per partecipare come invitato speciale nelle date commemorative dell’istituzione o per osservare semplicemente i cammini per i quali  transitava la detta “scuola di tutti i mondi”.  Precisamente in uno dei suoi seminari, il Gabo suggerì a un’ alunna, la costaricense Hilda Hidalgo, di dirigere la realizzazione del suo romanzo  “Dell’amore e altri demoni”.

García Márquez iniziò la sua relazione con lo schermo cinematografico nel 1954, quando filmò con un gruppo di amici di Baranquilla il cortometraggio “L’aragosta”, un anno prima di andare a Roma per iscriversi nel centro sperimentale di cinematografia con l’appoggio di Fernando Birri. 

Dalla sua lunga relazione con il cinema nacquero numerosi adattamenti cinematografici delle sue opere: “L’amore nel tempo del colera” , “Il colonnello non ha chi scrive”,  “Memoria delle mie puttane tristi”, e le sceneggiature dei films  “El gallo de oro” (1964), di Roberto Gavaldón; “En este pueblo no hay ladrones” (1965), di Alberto Isaac; “Tiempo de morir” (1966), di Arturo Ripstein; “Patsy, mi amor” (1968), di Manuel Michel; “Presagio” (1974) di  Luis Alcoriza, tra i tanti.

“Dopo scrivere per me c’è il cinema”, scherzò in un’occasione  García Márquez, con  la certezza che la sua impronta nella settima arte  resterà incisa per sempre.

( Traduzione Granma Int.)



» http://www.granma.cu/idiomas/italiano/cultura/19abril-escuelagabo.html
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