Lettera del Presidente Maduro sugli Stati Uniti che minacciano la guerra

“Apprezzo la solidarietà che avete manifestato in modo permanente nei confronti del mio paese e del mio popolo, denunciando il blocco criminale a cui siamo soggetti come molte altre nazioni.”

Internationalist 360°
Traduzione di Alessandro Lattanzio 
2 aprile 2020

Ai popoli del mondo,

Salutandovi, con affetto, mi permetto di rivolgermi a voi in occasione della denuncia dei gravi eventi in atto contro la pace e la stabilità del Venezuela, in un momento in cui le preoccupazioni degli Stati e dei governi dovrebbero essere focalizzate sulla protezione della vita e della salute dei cittadini a causa dell’accelerazione della pandemia di COVID-19. Com’è noto pubblicamente, lo scorso 26 marzo, il governo degli Stati Uniti annunciò un’azione molto grave contro un gruppo di alti funzionari dello Stato venezuelano, tra cui il Presidente costituzionale della Repubblica, Nicolás Maduro. Tale azione consisteva nella presentazione di un’accusa formale al sistema giudiziario nordamericano, che non è solo illegale in sé, ma cerca anche di sostenere la falsa accusa di traffico di droga e terrorismo, con l’unico obiettivo di simulare la presunta criminalizzazione delle Autorità venezuelane. Tale performance nordamericana include l’offerta insolita di una ricompensa internazionale a chiunque fornisca informazioni su Presidente e alti funzionari venezuelani, portando a un pericoloso momento di tensione nel continente. Pertanto, ritengo necessario rendere conto dei fatti che rivelano la trama perversa delle accuse del dipartimento di giustizia.

Proprio il giorno prima, il 25 marzo, la Repubblica Bolivariana del Venezuela denunciò all’opinione pubblica nazionale e internazionale lo sviluppo nel territorio colombiano di un’operazione volta a tentare di abbattere la vita del Presidente della Repubblica Nicolás Maduro Moros, dei suoi familiari e di alti funzionari statali; oltre ad attaccare obiettivi civili e militari nel nostro Paese, accusando Clíver Alcalá, generale in pensione delle forze armate venezuelane, di essere il capo militare di quell’operazione. Questa denuncia fu presa con ogni responsabilità, dopo che un’operazione di controllo stradale verso il nord della Colombia, vicino al confine col Venezuela, fu annunciata il 24 marzo, in cui la polizia di quel paese sequestrò un lotto o armi da guerra in un autoveicolo civile. Le indagini rivelarono che si trattava di un sofisticato arsenale rivolto a un gruppo di ex-militari e paramilitari venezuelani e colombiani che si addestravano in campi situati nel territorio colombiano.

Il 26 marzo, il summenzionato Clíver Alcalá, rilasciò una nota a un media della Colombia, dalla residenza di Barranquilla, in Colombia, in cui confermò la partecipazione agli eventi segnalati, confessando di essere il capo militare dell’operazione e rivelando che le armi furono acquistate per ordine di Juan Guaidó, deputato nazionale, che si definisce presidente provvisorio del Venezuela e funge da agente di Washington nel Paese. Confermò anche che le armi erano destinate a un’operazione militare per assassinare vertici dello Stato e del governo venezuelani e produrre un colpo di Stato in Venezuela. Alcalá chiarì che le armi furono acquistate con un contratto firmato da lui stesso, Juan Guaidó, consiglieri statunitensi e Juan José Rendón, consigliere politico del presidente Iván Duque, e attuato con la consapevolezza delle autorità del governo colombiano. Di fronte a questa confessione, la risposta insolita del governo degli Stati Uniti fu la pubblicazione delle accuse menzionate all’inizio della lettera, coll’inclusione bizzarra di Alcalá, come se fosse parte delle autorità venezuelano e non un mercenario assunto dagli Stati Uniti per compiere un’operazione terroristica contro il governo venezuelano. A dimostrazione di questa affermazione, non ho bisogno di ulteriori prove che menzionare la presunta cattura di Alcalá da parte delle forze di sicurezza colombiane e la sua immediata consegna alle autorità della DEA degli Stati Uniti, con un atto curioso in cui il prigioniero, senza manette, stringeva la mano ai suoi rapitori, proprio di fronte alla scaletta dell’aereo che lo doveva portare con uno speciale volo VIP negli Stati Uniti, il che dimostra che in realtà tutto questo riguarda il salvataggio di qualcuno considerato agente degli Stati Uniti. Va sottolineato che l’operazione armata fallita fu originariamente progettata per essere eseguita alla fine di questo mese, mentre il Venezuela combatte la pandemia di COVID-19. In realtà, questa è precisamente la battaglia principale che riguarda l’umanità oggi. Una battaglia che la nostra nazione conduce con successo, essendo riuscita a fermare la curva del contagio, rafforzare le disposizioni sanitarie e mantenere la popolazione in una massiccia quarantena, con un basso numero di casi positivi e morti.

Per tutti questi motivi, il governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela mette in guardia i nostri fratelli e sorelle delle organizzazioni politiche e dei movimenti sociali nel mondo sui passi imprudenti e criminali adottati dall’amministrazione di Donald Trump che, nonostante la spaventosa accelerazione della crescita del COVID-19 che colpisce il popolo nordamericano, sembra decisp ad aggravare la sua politica di aggressione contro gli Stati sovrani nella regione, e in particolare contro il popolo venezuelano. Durante la pandemia, il governo degli Stati Uniti, invece di concentrarsi sulle politiche di cooperazione globale su salute e prevenzione, aumentava le misure unilaterali coercitive, respinto le richieste della comunità internazionale di revocare o rendere flessibili le sanzioni illegali che impediscono al Venezuela di accedere a medicinali, cure mediche attrezzature e cibo. Allo stesso tempo, vietava voli umanitari dagli Stati Uniti al Venezuela per rimpatriare centinaia di venezuelani intrappolati dalla crisi economica e sanitaria nel Paese nordamericano.

Denunciando questi gravi fatti, il Venezuela ratifica la ferma volontà di mantenere un rapporto di rispetto e cooperazione con tutte le nazioni, specialmente in questa circostanza inedita che costringe i governi responsabili a collaborare e mettere da parte le differenze, come nel caso della pandemia COVID-19. In circostanze così gravi, chiedo il vostro prezioso supporto di fronte tale insolita ed arbitraria persecuzione, eseguita con una nuova versione del rancido maccarthismo scatenato dopo la seconda guerra mondiale. Al tempo, etichettarono volentieri gli oppositori come comunisti per perseguitarli; oggi lo fanno con le stravaganti categorie di terroristi o trafficanti di droga, senza avere alcuna prova di sorta. Condannare e neutralizzare oggi tali attacchi ingiustificabili al Venezuela sarà molto utile per impedire a Washington di lanciare domani campagne simili contro altri popoli e governi del mondo. Dobbiamo tutti aderire ai principi della Carta delle Nazioni Unite, per evitare che l’unilateralismo eccessivo porti al caos internazionale.

Fratelli e sorelle del mondo, potete essere assolutamente certi che il Venezuela resisterà nella lotta per la pace e che, in ogni caso, prevarrà. Alcuna aggressione imperialista, per quanto feroce possa essere, ci distoglierà dalla via sovrana ed indipendente che abbiamo forgiato per 200 anni, né ci allontanerà dal sacro obbligo di preservare la vita e la salute del nostro popolo di fronte alla spaventosa pandemia globale di COVID-19. Colgo l’occasione per esprimere la solidarietà mia e del popolo venezuelano a tutti i popoli che oggi subiscono le gravi conseguenze degli effetti della pandemia. Se siamo obbligati a trarre qualche lezione da tale difficile esperienza, è precisamente che solo insieme possiamo andare avanti. I modelli politici ed economici che sostengono l’egoismo e l’individualismo hanno dimostrato totale fallimento nell’affrontare questa situazione. Avanziamo fermamente verso un nuovo mondo con giustizia e uguaglianza sociale, in cui felicità e pienezza dell’essere umano siano al centro delle nostre azioni. Apprezzo la solidarietà che avete manifestato in modo permanente nei confronti del mio paese e del mio popolo, denunciando il blocco criminale a cui siamo soggetti come molte altre nazioni. Colgo l’occasione per ribadire il mio rispetto e affetto e per invitarvi a continuare uniti, costruendo un futuro di speranza e dignità.

Nicolás Maduro
Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela

 

Pubblicato in Attualità, Internazionale

ARCHIVI