PER IL POPOLO PALESTINESE. Ex-presidenti e personalità latinoamericani firmano un manifesto contro l’annessione israeliana di parte della Cisgiordania

Anche Dilma Rousseff e personalità brasiliane come Chico Buarque hanno firmato il documento

Fonte: Brasil de Fato 
Edizione: Leandro Melito
Traduzione: GFJ, ASC-TI
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L'intenzione del piano è che Israele prenda circa il 30% dei territori dove migliaia di palestinesi hanno vissuto sotto il dominio illegale del paese vicino dal 1967 - Mohammed Abed / AFP

Un manifesto che ripudia l’annessione dei territori della Cisgiordania da parte di Israele, pubblicato questo giovedì (2), è stato firmato da diversi ex presidenti dell’America Latina. Tra questi, i brasiliani Luiz Inácio Lula da Silva e Dilma Rousseff, il paraguaiano Fernando Lugo, e Pepe Mujica, Uruguay, Rafael Correia ed Ernesto Samper, ex presidente della Colombia, che ha già raccolto le firme di oltre 300 personalità pubbliche del continente. Le informazioni provengono dalla rubrica della giornalista Mônica Bergamo, di Folha de S. Paulo.

Intitolato Contro il furto del secolo di Trump e Netanyahu – Sanzioni contro l’apartheid israeliana, il documento raccoglie anche le firme di personalità brasiliane come Chico Buarque, Caetano Veloso e Milton Hatoum.

Il governo israeliano intendeva iniziare il piano di annessione di aree della Cisgiordania mercoledì 1° luglio, ma a fronte di forti pressioni internazionali, la discussione è stata rinviata.

L’intenzione del piano è che Israele prenda circa il 30% dei territori dove migliaia di palestinesi vivono, dal 1967, sotto il dominio illegale del paese vicino. La proposta è già stata respinta dall’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), dalle organizzazioni internazionali e da diversi paesi europei.

“L’imminente azione israeliana di annessione violerebbe i principi fondamentali del diritto internazionale, compreso il diritto all’autodeterminazione e il divieto di annessione dei territori con la forza”, si legge nel manifesto.

“Decenni di processi di negoziazione sono stati usati come armi dai successivi governi israeliani per aumentare e rafforzare il furto di terra palestinese, costringere lo sfollamento delle comunità ed espandere gli insediamenti illegali”, continua il testo.

Il documento esige anche la fine del commercio di armi e della cooperazione nell’area militare e di sicurezza con Israele, il divieto di commercio con gli insediamenti illegali israeliani e chiede sanzioni contro Israele, compreso un embargo militare.

Il piano di Netanyahu è stato presentato a gennaio, insieme al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, come “l’accordo del secolo“. Il repubblicano e il primo ministro vendono il progetto come la risoluzione del conflitto tra Israele e Palestina “a partire dalla situazione attuale” e non dalle risoluzioni e leggi dell’Onu previste dal diritto internazionale, con il proposito di creare uno Stato palestinese in un territorio limitato.

 

Pubblicato in Attualità, Internazionale

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