Cuba e Cina: per un’energia rinnovabile

Gu Chengkui, direttore del Centro d’Informazione per lo Sviluppo Industriale della Cina all’inizio del forum. Photo: Jose M. Correa

Nel contesto di una dipendenza molto alta dal mercato mondiale, per l’Isola è molto urgente cambiare la matrice energetica e introdurre fonti rinnovabili nelle somministrazioni con questo obiettivo, si volge il Forum delle imprese cubano – cinesi *Potenziare le capacità dell’industria con la loro partecipazione al programma delle Fonti Rinnovabili d’energia in Cuba, che si svolgerà sino a venerdì  20 e che permette lo scambio tra entità delle due nazioni con l’obiettivo di sviluppare progetti strategici.
Con la presenza del ministro delle Industrie, Salvador Pardo Cruz e di  Gu Chengkui, direttore del Centro d’Informazione per lo  sviluppo industriale della Cina, e capo della delegazione asiatica, è iniziato ieri il Forum che vuole identificare progetti di cooperazione con imprese dei due paesi per creare capacità nell’industria cubana che permettano di partecipare ai processi d’investimento che si realizzano e assicurare la sostenibilità dell’infrastruttura che si crea.
“La parte cinese condividerà la sua esperienza in questo settore, che si ubica tra i leaders mondiali, con un uso di quasi il 30 % dell’energia rinnovabile”, ha detto il capo  della delegazione asiatica nell’apertura dell’incontro.
Gu Chengkui  ha espresso la disposizione del suo paese di lavorare assieme alla controparte cubana e rinforzare in questa sfera la cooperazione che si realizza dal 2012- Juan Manuel Presa, direttore degli Investimenti e degli Affari dell’Elettricità nel Ministero dell’Energia e Miniere, ha sottolineato  l’importanza di questo incontro che riunisce gli sforzi del ministero che rappresenta con quello delle industrie, relazione che propone l’introduzione nel minor tempo possibile e con i costi più bassi per il paese di vari progetti incamminati a rinforzare l’uso delle fonti rinnovabili. Questo si ottiene con la massima produzione in Cuba di  tutte le componenti infrastrutturali possibili.
“Si dovranno sempre importare elementi, ma per esempio i pannelli fotovoltaici si possono assemblare qui a Pinar del Río e aumentare le capacità” ha detto.
“Un’altra misura concreta è aumentare il volume di fabbricazione di elementi per scaldare in Ciego de Ávila e potenziare quella delle caldaie di Sagua la Grande. Un passo avanti in questo settore permette anche di garantire elettricità per le 24 ore  alla popolazione  e che l’economia abbia un apporto elettrico sistematico per tutta la sua produzione. Non c’è crescita del PIL se non lavoriamo in questa sfera e per realizzarlo al ritmo che necessitiamo è necessaria la partecipazione straniera”.
“Gli  investimenti nelle infrastruttura industriale  cubana permetteranno la sostenibilità di ogni progetto vincolato all’uso delle fonti rinnovabili, facendoci avvicinare al 24% di partecipazione di questa energia per il 2030.
Attualmente solo il 4.65% dell’energia usata proviene da matrici non fossili.
Inoltre si contribuirà al risparmio per sostituzione delle importazioni e la creazione di nuovi posti di lavoro” ha aggiunto.
“Oggi il paese produce 18 000 milioni Kw/h ogni anno e per il  2030 si prevede di giungere a  30.000 milioni.  Più della metà di questa crescita – è pianificato- si dovrà ottenere attraverso fonti rinnovabili d’energia e così riusciremo  a sostituire migliaia di tonnellate di combustibile, il risparmio di  milioni di dollari e inoltre si  ridurrebbe in maniera considerevole l’emissione di dioxido di carbonio nell’atmosfera e si contribuirebbe a un ambiente più pulito” ha terminato. (Traduzione GM– Granma Int.)

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